Dal 29 settembre al 4 ottobre il santuario di San Gabriele (TE) ha ospitato il raduno internazionale delle monache passioniste. Si tratta di un evento unico e raro, visto che è una cosa del tutto eccezionale che suore di clausura possano uscire dal proprio convento e addirittura andare all’estero per un convegno. Quaranta monache passioniste, in rappresentanza delle circa 350 monache che vivono in 40 monasteri sparsi nei vari continenti (Usa, Brasile, Argentina, Messico, Colombia, Italia, Spagna, Francia, Inghilterra, Belgio, Olanda, Giappone, Corea del Sud, Indonesia, Filippine), si sono incontrate al santuario per discutere i problemi della vita claustrale, durante un convegno dal titolo “Rigenerate dal Mistero pasquale portiamo frutti di vita nuova”.
Convocate dalla Congregazione vaticana per i religiosi, le monache si sono incontrate per una settimana a Roma e dal 29 settembre a S. Gabriele per dialogare e studiare le linee per un rinnovamento, a partire dalla riscoperta e dalla attualizzazione del carisma e per sviluppare una unione più forte dei vari monasteri.
Le monache passioniste furono fondate nel 1771 per volontà del fondatore dei Passionisti San Paolo della croce (1694-1775). Il primo monastero fu aperto a Tarquinia (VT) dalla venerabile suor Maria Crocifissa Costantini, figlia spirituale di San Paolo della croce. Le monache passioniste condividono il carisma dei Passionisti. Sono dedite alla penitenza e alla preghiera contemplativa e in particolare al centro della loro vita spirituale c’è la memoria della Passione di Cristo. Pur chiuse dietro la grata, possono accogliere tuttavia persone desiderose di fare esperienze spirituali e in particolare svolgono attività catechetica con bambine e ragazze.
Ma nell’epoca delle nuove tecnologie diversi monasteri passionisti di clausura non disdegnano di aprire una finestra sul mondo, anche se solo virtuale, offrendo consigli e direzione spirituale attraverso internet, o anche, come avviene in un monastero passionista negli Usa, tramite la gestione diretta di una radio privata.
INTERVISTE ALLE MONACHE
Suor Katrine, un’arzilla settantaduenne che arriva dagli Usa e racconta con entusiasmo ancora giovanile.
Perchè è entrata in clausura?
“A 17 anni Il mio desiderio era di diventare monaca per rispondere all’amore a Gesù crocifisso con la preghiera e la mia donazione personale. In questi giorni sto vivendo una bellissima esperienza di internazionalità con le altre monache di tutto il mondo.
Che attività svolgete?
“Oltre alla vita normale di un monastero di clausura (preghiera, lavoro, attività manuali), noi gestiamo anche una radio privata che trasmette programmi ventiquattro ore al giorno. Trasmettiamo notizie varie, in particolare sulla spiritualità passionista e sull’insegnamento della chiesa”.
Suor Mariangela, 52 anni viene da Loreto, dove è superiora, ma è originaria del Trentino. Lei insegnava eduzazione fisica, ma a 27 anni, dopo alcune esperirnze di volontariato, lasciò tutto e si chiuse tra le quattro mura del monastero passionista all’ombra della Santa casa di Loreto.
Rifarebbe la sua scelta?
“Certamente sì. Venticinque anni fa io cercavo la mia strada, ma ero aperta a tutto. Ho resistito parecchio prima di decidermi. Almeno per tre anni dissi di no al Signore. Non volevo far soffrire la mia famiglia e i miei amici con una scelta così radicale. Un giorno lessi il brano del vangelo che parla del giovane ricco che rifiutò la chiamata di Gesù e se ne andò via triste, come annota il vangelo. Io decisi allora che non volevo vivere tutta la mia vita da persona triste. Per un mese sperimentai la vita del monastero e alla fine ci rimasi. Per me era chiaro che il Signore mi invitava a lasciare tutto per trovare la vera felicità. E così è stato in tutti questi anni. La nostra è una vita intensa, certo con alcuni sacrifici, abbiamo rinunciato a tante cose buone. Ma la nostra vita è serena, gioiosa, scandita da un molto orario intenso”.
Come vi ponete di fronte alle nuove tecnologie che possono collegare in tempo reale tutto il mondo?
“Abbiamo internet che all’inizio ci è servito per comunicare rapidamente con le nostre monache in Indonesia, poi l’abbiamo usato anche per diffondere la nostra esperienza contemplativa”.
Cosa direbbe a una ragazzza che vuole diventare monaca ?
“Innanzitutto di farsi accompagnare da un padre spirituale per poter discernere bene la propria decisione. Poi avere il coraggio di decidere il proprio futuro, ma deve essere una decisione non dettata da delusioni o altro, ma solo dall’amore per il Singore. Noi abbiamo avuto tante ragazze che sono passate nel nostro monastero per un’esperienza. Poi hanno preso varie strade, qualcuna è diventata suora o monaca passionista, altre si sono sposate, credo che tutte abbiano fatto la scelta giusta”.
Suor Margaret, 45 anni, viene dall’Indonesia, dall’isola di Flores.
Come mai hai deciso di diventare monaca di clausura?
“A 18 anni volevo mettere su famiglia, ma scelsi di dedicarmi al Signore. entrai in monastero in Indonesia e poi sono arrivata qui in Italia per la formazione. Ora vivo nel monastero di Campagnano (Roma). La mia vocazione nacque ascoltando un passionista italiano che ci parlò di un Dio che ci ama e anche della spiritualià passionista e la cosa mi affascinò”.
Si è mai pentita?
“La tentazione può sempre venire, ma non mi sono mai pentita della scelta fatta. Il mio desiderio di formarmi una famiglia l’ho trasformato nella preghiera per tutte le famiglie di oggi”.
Ha un cellulare, un’iPad?
“Certo, ma cerco di farne un uso corretto. Solo in alcuni momenti della giornata usiamo questi strumenti, utilissimi per aiutare le persone che si rivolgono a noi per una preghiera, un consiglio. Ma non sono certo schiava di questi strumenti”.