Sul giornale “Libero” del 23 luglio 2014 il Presidente Nazionale dell’A.N.U.P.S.A. (Associazione Nazionale Ufficiali Provenienti dal Servizio Attivo) Gen. C. A. Mauro RIVA ha rilasciato una scioccante dichiarazione, a titolo personale, sul comportamento operativo dei nostri marò “prigionieri” in India. In essa, pur ammettendo la mancata conoscenza degli avvenimenti, si erge a giudice monocratico ed emette sentenza affermando, tra le tante cose: “non mi sono del tutto chiari i comportamenti operativi originari che – ne sono convinto – se avessero seguito la prassi prevista in questi casi non avrebbero dato origine alla ridicola situazione attuale”.
A seguito di tale dichiarazione il Presidente dell’ANMI (Associazione Nazionale Marinai d’Italia) ha inviato un comunicato al Presidente di ASSOARMA Gen. di C. A. Mario BUSCEMI, che riportiamo di seguito, mettendo in evidenza quanto avventata fosse la dichiarazione del Gen. RIVA.
IL presidente di ASSOARMA ha inviato una nota al quotidiano “Libero” dissociandosi da quanto affermato dal Presidente dell’ANUPSA nell’articolo pubblicato sul quotidiano in data 23 u.s..
ANCHE NOI CI DISSOCIAMO DA TALI DICHIARAZIONI E
SOSTENIAMO SENZA RISERVE I DUE MARO’
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COMUNICATO DELLA PRESIDENZA NAZIONALE MARINAI D’ITALIA
IN MERITO ALLE INCREDIBILI DICHIARAZIONI DEL GEN. MARIO RIVA
Su un quotidiano a diffusione nazionale sono comparse alcune dichiarazioni del Generale Mario Riva, Presidente dell’Associazione Nazionale Ufficiali Provenienti dal Servizio Attivo (ANUPSA), facente parte, unitamente all’ANMI, di Assoarma. La Presidenza Nazionale dei Marinai d’Italia dichiara l’assoluta infondatezza delle medesime quando riferite alla vicenda che vede ancora coinvolti i nostri due Sottufficiali fucilieri del Reggimento San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Il Generale Riva si dissocia dalla realtà, visto che afferma: “non mi sono del tutto chiari i comportamenti operativi originari che – ne sono convinto – se avessero seguito la prassi prevista in questi casi non avrebbero dato origine alla ridicola situazione attuale”.
Innanzi tutto va rilevato che il Generale (noi usiamo ancora, ma forse in questo caso impropriamente, la lettera maiuscola) non ha alcuna competenza – né ora né qualora fosse stato ancora in servizio – a giudicare comportamenti operativi di fucilieri di Marina, specialità che opera al servizio della Nazione seguendo non prassi bensì precise regole d’ingaggio approvate dal governo della Repubblica. Dunque, va respinto al mittente ogni tentativo di pontificare al di fuori della propria competenza ed esperienza operativa della forza armata di appartenenza e, se ci si avventura, si può finire per dire insensatezze o parole in libertà.
Meraviglia poi che un Generale si permetta di esprimere certi giudizi quando ancora nessuna autorità davvero competente – militare o di magistratura – abbia proceduto ad un’inchiesta o alla ricostruzione scientifica dei fatti. In questi momenti in cui la pubblica opinione è cloroformizzata dal continuo, pervicace silenzio della stampa e dei media sulla vicenda, in cui gli stessi Ministri competenti per materia tacciono e vanno in visita ovunque nel mondo meno che in India, come se il problema non fosse nazionale ma privato, in cui solamente le Associazioni d’Arma – l’ANMI in testa – testimoniano la giusta, indispensabile solidarietà mediante manifestazioni pubbliche di richiamo dell’attenzione sul doloroso, incredibilmente sottovalutato problema di due soldati d’Italia illegalmente trattenuti in un paese straniero, non ci si attendeva il “fuoco amico” di un esponente di un’ Associazione che, proprio per il suo passato e per il ruolo attualmente ricoperto, non dovrebbe permettersi né di parlare a titolo privato né di esprimere giudizi imponderati e denigratori. La successiva dichiarazione del Riva, che i due “tra non molto torneranno in Italia accolti con tutti gli onori (non è dato sapere la fonte di ispirazione di tale affermazione – n.d.r.) e, sull’onda dell’acquisita notorietà, faranno anche una gloriosa carriera di certo superiore a quella di cui avrebbero goduto senza lo spiacevole incidente in cui sono – a mio parere – NON innocentemente incappati”, merita solamente il disprezzo di ogni persona ragionevole e l’amarezza della provenienza. L’ineffabile autore di tale sproloquio è forse memore e testimone di consimili “trattamenti di favore” occorsi all’interno della sua esperienza, ma certamente estranei alla Marina Militare, alla sua etica ed alla sua organizzazione.
L’Associazione Nazionale dei Marinai d’Italia ricusa l’uomo ed il Generale autore delle predette dichiarazioni e annuncia che non parteciperà ad alcuna manifestazione o anche semplice riunione che veda anche solamente annunciata la sua presenza, additandolo come corpo estraneo all’etica ed alla cultura militare che sono viceversa vanto della Marina Militare e delle Forze Armate d’Italia. Mai si era visto un generale – ma anche un semplice caporale – che non prendesse le difese dei suoi uomini ma si schierasse a loro denigrazione e sbandierasse opinioni diffamatorie, insinuanti comportamenti meno che corretti entrando così nel comodo novero di coloro – ce ne erano già abbastanza prima di questa “new entry” – che “mettono nel ventilatore” solo dubbi e veleni. La “Costa Concordia”, grazie all’ingegno italico, naviga nuovamente, ma ciò non è, per noi marinai, motivo per dimenticare Schettino e purtroppo considerare che sta evidentemente facendo scuola anche laddove finora inimmaginabile.