Dopo l’articolo sul comportamento di molti servizi pubblici ed altre organizzazioni di interagire con i propri clienti/utenti utilizzando la tecnologia, come internet o i telefoni cellulari, invece dei mezzi tradizionali come l’incontro faccia a faccia, il nostro socio dottor Enzo Ruggieri torna sull’argomento con una lettera aperta al Direttore Generale dell’INPS dottor Mauro Neri.
Lettera aperta al
Dott. Mauro Neri
Direttore Generale dell’INPS
Al Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale
Giuliano Poletti
Alla Ministra della Salute
Beatrice Lorezin
Alla Ministra per la Semplificazione e Pubblica Amministrazione
Anna Maria Madia
Illustre Dott. Neri, Le domando: l’INPS è proprio al servizio del cittadino? Non direi.
Anzi l’INPS è al servizio dei poteri forti. Sindacati, Patronati, CAF, Avvocati. Vediamo il perché.
Lei quale Direttore Generale dell’INPS con una circolare ha disposto che tutti i servizi “offerti” dall’Istituto siano richiesti a mezzo del sistema telematico.
La citata circolare dispone ed impone che non solo i ricorsi ma anche ricongiunzioni, determinazioni delle retribuzioni pensionabili e di contributi ed in particolare le prestazioni previdenziali (reversibilità) dovranno avvenire esclusivamente attraverso:
– in via diretta dai cittadini dotati di PIN, tramite accesso al sito internet dell’Istituto e successivamente ai “servizi online”;
– tramite gli avvocati e Enti di Patronati ed altri soggetti abilitati all’intermediazione con l’Istituto di cui alla L. 12/1979.
Non pare che il citato provvedimento si ispiri al principio “al servizio del cittadino”.
Più che al cittadino è un dono ai I Patronati ed ai CAF che esultano ed assumono le caratteristiche degli squali che seguono le navi da crociera in attesa che siano versati in mare gli avanzi delle cibarie dei croceristi.
Pretendere che un pensionato o la vedova di questi possa accedere al sito internet senza difficoltà e con estrema facilità non è credibile. Direi assurdo.
Va da sé che il pensionato o la di lui vedova dovrà necessariamente fare ricorso al Patronato in alternativa al CAF o ad un legale. Prestazione certamente non a titolo gratuito. Quindi, il tutto si traduce in un aggravio economico per il pensionato a favore di CAF e dei Patronati.
Il pensionato o la di lui vedova è alle mercé degli squali pronti a ad azzannarlo.
Immaginiamo solo per qualche istante la casalinga di Voghera. Rimasta vedova a 75/80anni alle prese con il PIN ed il sito www.inps.it. Magari seduta su una sedia a rotelle e/o con qualche flebo e con gli accentuati sintomi della demenza senile.
Ecco perché gli anziani sono una risorsa.
La crudeltà e la durezza dei nostri tempi si misurano dal trattamento riservato agli anziani, che spesso hanno dedicato ai figli, allo Stato ed alla Società l’intera vita ed ora, ahimè, chiedono gli ultimi riguardi.
Alla luce di quanto sopra chiedo la revoca del provvedimento e si torni al servizio annesso all’U.P.R. (Ufficio Pubbliche Relazione) al quale il pensionato potrà fare ricorso specie in presenza della pensione di reversibilità.
Con la presente faccio appello anche a tutti i Ministri in indirizzo affinché comprendano il rappresentato disagio e sollecitino univocamente la revoca le citate norme non solo afflittive, ma capestro.
Penso a mia moglie ed alle altre consorti quali disagi, non solo burocratici ma anche economici, dovranno superare solo per ottenere la reversibilità.
Nella certezza che la S.V. vorrà comprendere il disagio dei pensionati dimostri che l’INPS è veramente “al servizio del cittadino”.
Distinti saluti.
Vincenzo Ruggier
Pensionato INPS ex INPDAP