LIBIA. 14 febbraio 2014.
Il “ Tripoli National Council” (TNC), costituito al termine delle ostilità con le ultime resistenze del deposto colonnello Gheddafi ha finora tentato di gestire la cosa pubblica nella capitale districandosi tra mille difficoltà, nonostante le milizie locali affluite per la liberazione e rimaste ciascuna, ben armata, al controllo del proprio settore.
In definitiva la Libia è ora controllata da una miriade di Milizie Armate che in assenza di una forte Autorità Centrale si sono arrogate la gestione del potere a livello locale. Il governo ad interim basato sul CNT resta di fatto privo dell’Autorità necessaria per mancanza di una “forza” in grado di far rispettare l’ordine pubblico.
In data odierna l’emittente araba “Al Arabiya” ha annunciato che l’ex capo di Stato Maggiore libico, Khalifa Haftar, ha preso il controllo dei centri nevralgici della capitale della Libia ed chiede la sospensione del Parlamento e la formazione di un Comitato Presidenziale per governare fino a nuove elezioni indicando nel contempo una nuova “Road Map” verso la stabilizzazione del paese. Ma l’agenzia ufficiale Lana ha smentito la notizia ed ha annunciato che il premier Zeidan ha ordinato l’arresto del generale Haftar, uno dei principali attori del Cnt che hanno guidato la rivolta a Gheddafi.
Lo sviluppo degli avvenimenti in Libia è seguito con preoccupazione dal nostro Ministro degli Esteri, Emma Bonino, che dopo l’assalto al cimitero italiano di Tripoli (18 e 19 gennaio) e il rapimento dei due operai italiani in Cirenaica (18 gennaio), ora liberati, dichiarò «la situazione in Libia appare sempre più compromessa, senza ormai controllo del territorio».