L’AQUILA. Ricostruzione Post Sisma in un Progetto a 3 Dimensioni dell’architetto Barnaby Gunning

17 Marzo 2013
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La ricostruzione “virtuale” della città in un convegno al Massachusetts Institute of Technology (MIT), poi l’incontro con la comunità italiana di Boston, infine la presentazione del modello al Calandra Institute di New York

di Goffredo Palmerini

L’AQUILA – Quando si dice la potenza della comunicazione! Un articolo uscito nel settembre 2010 e rimbalzato sulla stampa italiana all’estero, sul progetto dell’architetto inglese Barnaby Gunning per la ricostruzione tridimensionale dell’Aquila, a Boston incuriosisce Rosetta Romagnoli, presidente della Federazione delle Associazioni Abruzzesi (FAA) negli Stati Uniti. Rosetta, che ha già promosso tra la comunità italiana di Boston iniziative di solidarietà per la città capoluogo d’Abruzzo ferita dal terremoto, lei anche componente del Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo (CRAM) assume altre notizie sul progetto, che vanta un partner di rilievo mondiale, qual è Google. Prende quindi contatti con l’architetto Gunning, chiedendogli cosa possa fare a sostegno del progetto. Infine convengono sull’utilità d’una missione scientifica di Barnaby Gunning a Boston per illustrare il suo progetto di modellazione tridimensionale, nel frattempo per L’Aquila messo in cantiere con una complessa operazione, coinvolgendo centinaia di volontari in tutto il mondo. L’idea della missione gradualmente si arricchisce nel suo significato simbolico e scientifico. Oltre due anni per preparare la missione che finalmente,  dal 19 marzo prossimo, sbarcherà negli States, approdando al Massachusetts Institute of Technology (MIT), una delle più prestigiose università americane. Per dieci giorni L’Aquila, con tutte le ferite del suo dramma e con la modellazione in 3D della sua ricostruzione, tornerà all’attenzione del mondo scientifico che fa capo a quel grande ateneo americano, per poi raggiungere la Grande Mela, dove l’architetto Gunning terrà un seminario al Calandra Institute della City University of New York. Ma andiamo con ordine.

Barnaby Gunning s’innamorò dell’Aquila a prima vista, quando più d’una ventina d’anni fa vi giunse in visita da turista. Lo colpì la bellezza della città, il suo singolare impianto urbano sopravvissuto in quasi otto secoli di storia agli sconquassi di terribili terremoti, le magnificenti architetture dei palazzi e delle numerose e bellissime chiese, il cielo terso e l’aria pura che il vento dalla vetta del Gran Sasso con frequenza ricambia, il rumore di fondo delle voci all’ora del passeggio lungo il corso cittadino.  “ Quel fracasso tremendo era bellissimo”, dichiarò Barnaby molti anni dopo in un’intervista. Per un inglese il clamore intenso di quelle voci, quella confusione dello struscio serale, era inconsueto e del tutto innaturale, abituati come sono nella terra d’Albione a stare in silenzio persino in metropolitana. Insomma, fu una suggestione folgorante che dura tuttora, avendo nel frattempo sposato all’Aquila la compagna della sua vita, Lucia Patrizio, conosciuta a Londra all’University College quando lei frequentava il dipartimento di Storia per il suo dottorato. E poi per esservi nati i loro tre figli. All’Aquila, nel cuore del centro storico, avevano una magnifica casa in via Patini, massacrata il 6 aprile 2009 dal terremoto, nella quale spesso da Londra tornavano, ogni volta che ce n’era possibilità, per brevi vacanze, poi le ferie in estate, e dove vorrebbero definitivamente tornare a vivere. Cosicché Barnaby Gunning ha con la città un legame profondo, intenso, quasi carnale. Ed è stato talmente forte il senso di amarezza e frustrazione, per le difficoltà e la lentezza della ricostruzione apparse chiaramente fin dai primi mesi del post sisma, che lo ha spinto a creare un modello di progettazione web, basato su sistemi ampiamente innovativi. Barnaby Gunning, 44 anni, ha un brillante curriculum professionale alle spalle, avendo lavorato negli studi di famosi archistar come Renzo Piano e Norman Foster, essendo stato per quattro anni socio di Ron Arad, prima d’impiantare uno studio proprio a Londra e Milano. Il suo lavoro di progettazione spazia dall’architettura all’arte, dal design del prodotto alla programmazione.

Da questo back ground prese forma tre anni fa il progetto di modellazione “L’Aquila 3D”, il cui obiettivo è quello di creare una rappresentazione tridimensionale completa della città danneggiata dal terremoto. Fin dall’inizio, il progetto è stato concepito come un modo per aprire alla conoscenza e alla verifica costante dello stato della città, a disposizione di tutti, liberamente, per fornire utili informazioni e strumenti di sussidio a chiunque ne abbia bisogno per il lungo processo di ricostruzione. Con il supporto di Google, il progetto “L’Aquila 3D” ha visto la partecipazione e la formazione di centinaia di volontari aquilani e non, impegnati poi nella fase di raccolta con sistema uniforme d’una imponente quantità d’immagini fotografiche (oltre 600mila) della città, scattate per ogni suo immobile. Le foto sono successivamente calate nel progetto con la collaborazione di modellatori 3D intervenuti on line da tutto il mondo. Nel giro di due anni i volontari, da ogni angolo del pianeta, hanno collaborato nel modellare diverse migliaia di edifici nel centro della città. Oggi il lavoro prodotto è direttamente visibile su Google Earth e attraverso il sito web del progetto www.comefacciamo.com.

Ma ora veniamo alla missione negli States. La tavola rotonda al MIT di Boston, sulla quale diremo fra poco, ha avuto un prologo con la Mostra fotografica  “La città sospesa, L’Aquila dopo il terremoto del 6 Aprile 2009” di Michele Nastasi presso la Wolk Gallery della Scuola di architettura e pianificazione dello stesso ateneo, aperta dal 7 febbraio fino al 18 aprile 2013. L’esposizione è curata da Gary Van Zante, responsabile delle mostre di architettura e design  del MIT e direttore della pianificazione del Museo. La Mostra, sul terremoto e la ricostruzione, espone fotografie scattate all’Aquila nel 2010 dal fotografo milanese Michele Nastasi, oltre a contributi selezionati all’interno del progetto “L’Aquila 3D”. Un grande pannello reca informazioni storiche sulla città dell’Aquila, sul terremoto del 6 aprile 2009, sui problemi del post sisma, sullo stato della città e della sua ricostruzione. Il 20 marzo, nell’ambito della mostra, è previsto un focus con il pubblico sul tema: “La scienza sotto processo: ricostruire la credibilità di fronte ad un disastro naturale. Il caso dell’Aquila dopo il terremoto del 2009”.

Il 21 marzo la tavola rotonda presso il MIT, dalle ore 6 pomeridiane, sul tema “La città sospesa, ricostruire L’Aquila dopo il terremoto del 2009”. Vi partecipano Maddalena D’Alfonso (architetto, Politecnico di Milano), Giuseppe Di Girolamo (architetto, Ministero Beni Culturali), Barnaby Gunning (architetto, progettista L’Aquila 3D), Alessandra Mancinelli (Ministero Beni Culturali, Segreteria del vice Commissario per i Beni Culturali dell’Aquila 2009-2012), Luciano Marchetti (Ministero Beni Culturali, vice Commissario per i Beni Culturali dell’Aquila 2009-2012), Michele Nastasi (fotografo di architettura), moderatore prof. John Ochsendorf (MIT, docente di architettura e ingegneria civile e ambientale). Presenta l’evento Gary Von Zante (MIT Museum, curatore mostre di architettura e design). Il programma delle iniziative è finanziato dalla Scuola di architettura e planning del MIT, dal Museo del MIT, dal Consolato Generale d’Italia a Boston nell’ambito delle iniziative per il “2013 –  Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti”. L’indomani, 22 marzo, Barnaby Gunning presenterà il progetto “L’Aquila 3D” alla comunità italiana di Boston, convocata dalla FAA che, a conclusione dell’evento, offrirà un banchetto in onore della famiglia Gunning.

Il 28 marzo è in programma, presso il John Calandra Italian American Institute della CUNY, diretto dal prof. Anthony Tamburri, una conferenza di Barnaby Gunning sul suo progetto di modellazione tridimensionale dell’Aquila e sullo stato della ricostruzione della città. Il Calandra Institute ha sede sulla 43^ Strada, tra la Quinta e la Sesta Avenue, al 17° piano d’un bel palazzo. In quello stesso piano ha gli studi e gli uffici il network i-Italy.org, giornale e Tv diretti dall’infaticabile Letizia Airos Soria, figura di spicco nella vita culturale newyorkese e web manager di America Oggi, il più diffuso quotidiano italiano negli Stati Uniti. E’ stato il drammaturgo aquilano Mario Fratti a favorire il contatto tra l’arch. Gunning e il prof. Tamburri, direttore del Calandra Institute. Dunque, anche a New York ci sarà una finestra speciale per L’Aquila, il un ambiente accademico di rilievo per la cultura italiana. Un’ulteriore opportunità per informare la numerosa e vivace comunità italiana nella Grande Mela, mantenendo accesa una luce sulla ricostruzione della città capoluogo d’Abruzzo. Un obiettivo per il quale Mario Fratti ha lavorato immediatamente, dopo qualche giorno dal tragico terremoto che ha devastato la sua amata città, alla quale continuamente dedica attenzione ed affetto, parlandone in ogni occasione, con passione ed orgoglio. Per L’Aquila ha promosso a New York, dove dal 1963 vive, diverse iniziative di raccolta fondi, mettendo in scena il dramma teatrale “Martyrs”, sui Nove Martiri aquilani, insieme a sua figlia Valentina, regista e produttrice, e destinando i proventi dello spettacolo ad un’istituzione culturale aquilana.

Dunque, è nata davvero per amore verso la città l’idea di Barnaby Gunning, progettando uno speciale software dedicato alla ricostruzione dell’Aquila: com’era fino al 6 aprile, com’è oggi, come sarà domani. Tutto in 3D, come in dettaglio illustrato sul sito www.comefacciamo.com. Elementare e al tempo stesso geniale l’idea: raccogliere quanto più possibile d’immagini della città, prima e dopo il sisma, trasferirle poi su Google Earth e ricreare un modello tridimensionale capace di navigare dentro la città virtuale, quella ricostruita con le immagini prima del terremoto e quella documentata con le foto raccolte dopo il sisma. Il progetto va avanti ormai da tre anni, in collaborazione con Google, ANFE L’Aquila, Università dell’Aquila (Dipartimento Ingegneria e Scienze dell’Informazione), con un contributo iniziale della Fondazione Carispaq. L’organizzazione logistica e finanziaria dell’intero progetto è gestita dall’ANFE dell’Aquila, ente morale senza scopo di lucro che si occupa di dare supporto agli abruzzesi all’estero e di riavvicinarli alla propria regione. Successivamente, il progetto “L’Aquila 3D” si è arricchito d’un ulteriore avanzamento con il progetto “Noi, L’Aquila”, sempre creato da Barnaby Gunning, la cui piattaforma è gestita dall’ANFE in convenzione con il Comune, con la collaborazione di Google che ha acquistato una struttura infobox con postazioni dotate di connessione internet a disposizione del pubblico, ora donata all’ANFE e sistemata in Piazza Duomo. Il progetto prevede d’implementare la ricostruzione virtuale in 3D con la memoria collettiva, con il patrimonio artistico, culturale e sociale dell’Aquila, con testimonianze, memorie fotografiche, filmati e quant’altro possa arricchire il giacimento storico e morale della comunità aquilana.

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