Sicurezza nel Mediterraneo: ribadita la validità
del processo di riqualificazione
dell’impegno nelle missioni internazionali.
Il Consiglio Supremo della Difesa, istituito con la legge 624/1950, svolge un ruolo di garanzia dell’equilibrio costituzionale in materia di indirizzo politico di Difesa e Sicurezza, rafforzato dalla legge 25/1997.
Il Consiglio Supremo di Difesa é presieduto dal Presidente della Repubblica ed ha la seguente composizione:
– Presidente del Consiglio dei Ministri, con funzioni di Vice Presidente;
– Ministro degli Affari Esteri;
– Ministro dell’Interno;
– Ministro dell’Economia e delle Finanze;
– Ministro della Difesa;
– Ministro dello Sviluppo Economico;
– Capo di Stato Maggiore della Difesa.
Si riunisce di norma due volte all’anno e possono essere chiamati a partecipare altri ministri per discutere di materie di loro specifica pertinenza.
Nella riunione del 28 novembre 2012 il Consiglio ha fatto il punto sulla situazione nelle aree di crisi, a partire dai drammatici eventi del confronto armato tra Israele ed Hamas e dagli ultimi sviluppi del conflitto interno siriano, valutandone il possibile impatto sugli equilibri medio-orientali e sul processo di stabilizzazione in corso nei Paesi della Primavera Araba. Su tali basi e nella considerazione della perdurante crisi economica e delle tendenze di fondo degli scenari internazionali, sono state altresì discusse le prospettive di sicurezza nel Mediterraneo e nelle Regioni di più interesse strategico per il nostro Paese e l’Europa. Al riguardo, ribadita la validità e l’opportunità del processo di riqualificazione e razionalizzazione del nostro impegno nelle missioni internazionali, già da tempo avviato in linea con i più stringenti vincoli di bilancio, si è convenuto che le Forze Armate italiane restino comunque pronte a fornire nuovi contributo ad interventi militari della Comunità Internazionale, qualora se ne evidenziasse la necessità.
Il Ministro della Difesa ha poi illustrato lo stato dei lavori parlamentari per l’approvazione del disegno di legge delega relativo alla riforma delle Forze Armate e gli sviluppi del progetto. Al riguardo, ha sottolineato la necessità di rendere operanti strumenti normativi idonei a ridurre gli organici nella misura e nei tempi previsti, garantendo ogni possibile tutela del personale interessato ma tenendo anche conto dell’irrinunciabile esigenza di continuare ad assicurare un regolare, seppur ricalibrato, flusso dei reclutamenti.
Una significativa riduzione dei costi della Difesa deriverà anche dal settore della gestione delle infrastrutture. A tal fine, è in atto una profonda revisione dell’articolazione delle Forze Armate nel Paese, ispirata a criteri di distribuzione bilanciata su tutto il territorio nazionale.
Il Consiglio ha ribadito il proprio apprezzamento per il lavoro svolto, auspicando che il progetto venga approvato dal Parlamento prima della fine della legislatura, in linea con i criteri di riequilibrio dei settori funzionali di spesa e gli obiettivi di qualificazione delle capacità posti a fondamento della sua attuazione, in modo che il Paese possa continuare a disporre di uno strumento militare efficiente e pienamente in grado di far fronte alle crescenti e sempre più complesse esigenze di sicurezza.