L’Afghanistan è uno dei maggiori produttori di oppio a livello mondiale, coltura che costituisce la principale fonte di finanziamento degli insurgents e della criminalità locale. Le forze di ISAF hanno, sin dall’inizio, investito molte risorse per contrastare la coltivazione dell’oppio, riconvertendo le colture all’agricoltura.
In tale direzione è rivolto il progetto internazionale per lo sviluppo dell’agricoltura locale denominato Perennial Horticulture Development Project (PHDP) che ha lo scopo di preservare e selezionare le migliori colture autoctone e sperimentare vari tipi di concimi, fertilizzanti e tecniche di coltivazione. Il progetto, fortemente sostenuto dal Ministero dell’Agricoltura afghano e sovvenzionato con fondi dell’Unione Europea, vede anche il coinvolgimento di alcune aziende italiane, nonché delle Università di Firenze e Bologna.
Nella provincia di Herat, sotto il controllo del contingente italiano, nel villaggio di Urdu Khan è sorta un’azienda agricola modello la Urdi Khan Farm, uno dei sei centri attivi in Afghanistan, in cui si selezionano diverse culture da frutta, in particolare pesche ed una varietà d’uva di grande qualità. L’Ente è gestito dal Dipartimento dell’Agricoltura della Provincia di Herat.
Il contingente italiano ha sostenuto il progetto realizzando un sistema di irrigazione, un laboratorio chimico per l’analisi delle semenze e una struttura destinata ad alloggiare il personale di sorveglianza. L’ultimo intervento in ordine di tempo, inaugurato giorni scorsi, è costituito da un’area espositiva nell’ambito della Urdu Khan Farm che permetterà l’esposizione e la vendita di tutti i prodotti ortofrutticoli coltivati presso il centro.
Alla cerimonia di inaugurazione è intervenuto il Comandante del Provincial Reconstruction Team (PRT) – CIMIC Detachment – l’unità militare italiana dedicata alla realizzazione di progetti di sviluppo costituita da militari del 1° Reggimento artiglieria da montagna della Brigata “Taurinense” e del CIMIC Group South di Motta di Livenza.