Piero Martino
L’arte ha un significato ampio in cui ciascun individuo trasmette le proprie capacità, le proprie emozioni, le tecniche e molto altro attraverso un linguaggio personale. Nel corso dei secoli passati, i nobili ed i mecenati hanno voluto lasciare una testimonianza del loro potere attraverso la richiesta di opere d’arte che generalmente sfociavano in dipinti, statue, monumenti, templi e sontuose costruzioni abitative.
A testimonianza di ciò, basti pensare alle maestose opere artistiche sia egizie, greche, dell’antica Roma o nelle Americhe – con le civiltà Maya, Inca e Azteca – o alla grande muraglia cinese, a Petra, famosa città giordana, al Taj Mahal in India e tanti altri capolavori. Poi, In un contesto storico particolare, qual è stato il Rinascimento italiano, basti pensare alla nascita quasi contemporanea di diversi geni, come ad esempio Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti, che hanno dato vita a capolavori entrati nello scenario mondiale come unici ed irripetibili.
Al primo viene attribuito il quadro più famoso e prestigioso al mondo, “La Gioconda”; al secondo, oltre al capolavoro del “Giudizio Universale” nella Cappella Sistina, due grandi capolavori scultorei, il “Mosè”, custodito presso la chiesa di San Pietro in Vincoli a Roma, e “La Pietà”, situata nella basilica di San Pietro nella città del Vaticano.
Adesso, ritornando nell’era attuale, credo che bisognerebbe fare un distinguo tra un’opera che possa essere qualificata come d’arte o come un’operazione commerciale o mediatica. Secondo il mio parere, la banana attaccata al muro con un nastro adesivo di Maurizio Cattelan e venduta per 6,2 milioni di dollari è stata solo una grande operazione mediatica, essendo un’opera “viva”, quindi deperibile, è evidente che non possa considerarsi un’opera d’arte.
Molto probabilmente l’opera, pur veicolando un messaggio molto profondo tale da far riflettere su alcuni concetti, non può essere definita assolutamente opera d’arte e non mi trova d’accordo. Quest’ultima potrebbe essere ricordata per qualche anno solo per la cifra folle spesa per acquistarla, ma le meraviglie da me sopra menzionate sono destinate ad essere ammirate per l’eternità e non hanno prezzo perché patrimonio dell’umanità.