Di Vincenzo Ruggieri
Articolo tratto da Tradizione Militare – organo mensile degli Ufficiali delle Forze Armate Provenienti dal Servizio Attivo – ANNO LVII N° 6 – giugno luglio 2024
Opzioni a confronto
Da più parti si sollecitano i lavoratori a basso reddito a farsi una pensione integrativa o complementare necessaria per integrare quella pubblica (che già verrebbe integrata automaticamente per il maggior periodo al lavoro a seguito degli aumentati limiti di età).
Esaminiamo come e quanto potrà rendere questa pensione integrativa o complementare. Preliminarmente dobbiamo stabilire quanto un lavoratore può destinare mensilmente al fondo. Considerando le attuali restrizioni, il lavoratore medio potrà destinare al massimo l’1% o il 2%. Oltre a quanto la previdenza obbligatoria sottrae alla retribuzione. Vale a dire al massimo 50,00 100,00 Euro. Oppure destinare allo scopo parte del TFR. Con il sistema silenzio assenso.
Mettere mano al TFR significa tuttavia creare disagi alle imprese che verrebbero costrette ad erogare somme che potrebbero essere destinate all’ammodernamento delle strutture. Senza considerare che il TFR viene destinato, dal lavoratore, con l’aggiunta del mutuo, all’acquisto della casa per cui c’è resistenza sia da parte delle imprese – che vedrebbero sottrarre dei capitali – sia da parte del lavoratore.
Quanto potrà essere la rendita? Molto bassa perché tale accantonamento subirebbe un vero e proprio salasso. Infine, una fetta andrebbe:
- Al Consiglio di Amministrazione del fondo e quindi al sindacato;
- Ai gestori del fondo;
- Alla compagnia di assicurazione;
- Alla banca.
Queste spese come sapete sono insopprimibili. Nessuno lavora gratis. Specie le compagnie di assicurazione e le banche. Al fondo pensione integrativa resterebbe ben poco.
A m personalissimo e modestissimo avviso sarebbe opportuno una sensibile o totale detassazione e trasformare la pensione integrativa in un vitalizio totalmente reversibile. E’ ovvio che se la pensione integrativa fa cumulo con quella ordinaria o comunque con altri redditi e viene tassata è assolutamente inutile farla. Il vantaggio verrebbe vanificato.
Questi sarebbero incentivi di rilievo che darebbero un vero e proprio impulso alla pensione integrativa. Tale proposta dovrebbe essere accolta dai sindacati ed insistere per la completa detassazione.