FURIA ANTI-IMMIGRAZIONE IN UK: ANCHE GLI ITALIANI NE FANNO LE SPESE

12 Gennaio 2024
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di Marco Varvello (corrispondente Rai a Londra) (*)

Articolo tratto da SM La Notizia Londra. (*) XIX N° 1 gennaio – febbraio 2024

È il destino degli anni elettorali: mettere in scena uno spettacolo di fuochi d’artificio di annunci e promesse, che quasi sempre sono validi solo per la propaganda dei rispettivi partiti. Tanto più quando la maggioranza di governo – come quella Tory- da mesi si sente come il tacchino a Natale, pronta a essere fatta arrosto. Per evitare la sconfitta i Conservatori di Rishi Sunak devono premere sull’acceleratore soprattutto su temi di bandiera come l’immigrazione. Come gli Europei, noi Italiani compresi, sanno bene questo è stato uno dei punti chiave della Brexit: “get back control” alle frontiere, per ridurre il flusso di immigrati dal Continente, visto come inarrestabile a causa delle norme sulla libera circolazione delle persone. Anche su questo fronte però il bilancio è desolante, sia sul versante dell’immigrazione legale sia di quella clandestina. Ancora una decina di anni fa David Cameron da Premier prometteva di ridurre sotto i centomila i nuovi residenti all’anno. L’anno scorso gli arrivi stabili dall’estero sono invece balzati addirittura a 745 mila. Immigrati legali ovviamente. Meno Europei, causa la reintroduzione dei visti di lavoro e di studio. Più – molti di più – extracomunitari. Un ritmo insostenibile che alimenta la retorica anti immigrati, anche se negli ultimi tempi le cifre sono state gonfiate dai generosi visti di ingresso per cittadini di Afghanistan, Ucraina e Hong Kong. Eventi dunque eccezionali. La cifra “monstre” di oltre 700 mila dovrebbe insomma essere spiegata meglio. Invece è usata in chiave elettorale per alimentare la mentalità ideologicamente anti-migranti di cui è vittima il partito di governo e soprattutto la sua ala destra. Nonostante questa retorica il quadro è fallimentare anche sull’altro versante, quello degli arrivi clandestini sulla Manica, che la ex Ministra degli Interni Suella Braverman non esitò a descrivere come “invasione, frutto di un sistema fuori controllo”. Nel 2022 si è toccato infatti il picco di 45 mila persone sbarcate illegalmente e poi richiedenti asilo. Mai successo prima. Nel 2023 gli arrivi sono calati di un buon terzo, grazie ad accordi bilaterali con Paesi come l’Albania e maggiori controlli congiunti sulla costa francese ma al posto di rivendicare questo successo e continuare sulla stessa strada, il governo si è incagliato sul progetto Ruanda.

Corte suprema e le dimissioni della Braverman e del sottosegretario Jenrick, responsabile dell’immigrazione, che avrebbero voluto far partire gli aerei in barba alle sentenze, hanno fatto riesplodere la faida all’interno del partito conservatore. L’immigrazione, come già era avvenuto con la Brexit, spacca il partito e indebolisce ancora di più Sunak. La sua reazione è giocata tutta in chiave elettorale: “stop the boat”. Così per mostrare i muscoli il neo Ministro degli Interni Cleverly ha subito annunciato una legislazione d’emergenza. Il Ruanda è stato dichiarato “Paese sicuro” dal governo e dal Parlamento, aprendo un altro potenziale conflitto con la magistratura. Le nuove norme sono state approvate in prima lettura solo con un compromesso: l’astensione di chi vorrebbe misure più drastiche. La battaglia in aula si ripeterà nei prossimi passaggi legislativi. Gli aderenti all’ERG (European Research Group), gli stessi che furono promotori della “Hard Brexit”, e la nuova corrente dei “New Conservatives” avrebbero voluto infatti l’uscita dalla Convenzione europea dei diritti umani per evitare che la Corte di Strasburgo (che non ha nulla a che fare con l’Unione europea) possa di nuovo mettere i bastoni tra le ruote. I moderati del partito (il gruppo “One Nation”) invece paventano una deriva a destra che danneggi il ruolo internazionale del Paese. Insomma sembra di essere tornati ai lunghi coltelli dell’era di Theresa May, Boris Johnson e Liz Truss. Forti dei sondaggi a loro favore i laburisti non muovono un dito. Starmer siede sulla riva del Tamigi aspettando soltanto di vedere galleggiare il cadavere politico di questo Premier conservatore. E mentre nella maggioranza tutti si accapigliano sulla prospettiva di mandare in Africa poche centinaia, massimo qualche migliaio di clandestini, il governo mostra i muscoli anche sul fronte immigrazione legale. Dolori in vista anche per i nostri giovani. Cleverly ha proposto una riforma dei criteri per i visti di lavoro che renderà ancora più difficile per moltissimi stranieri, anche Italiani, costruirsi esperienza professionale e magari un futuro Oltremanica. Dalla prossima primavera infatti sarà alzato dalle attuali 26.200 a 38.700 sterline anno (lorde, circa 45 mila euro) la soglia di salario minimo per i lavoratori qualificati (skilled worker). Se si considera che è una cifra di ben 4 mila sterline superiore alla media dei salari di tante categorie, si capisce quanto inciderà sugli arrivi. Solo gli addetti alla sanità e ai servizi sociali, dove manca drammaticamente personale locale, saranno ammessi con stipendi più bassi. Ma potranno essere accompagnati da familiari, compresi moglie e figli, solo se rispetteranno i minimi salariali generali. Su questo rimane molta confusione perché per i familiari prima è stata annunciata la soglia di 38.700 sterline, poi il Premier ha detto in una intervista che sarà ridotta a 29.000. Va aggiunto il raddoppio dei contributi sanitari per i neoresidenti, che pagheranno oltre mille sterline l’anno per accedere al Servizio sanitario pubblico. Paletti con cui il governo pensa di dimezzare di colpo gli arrivi: 300 mila immigrati legali in meno. Di questi 140 mila proprio per la norma sui familiari, quasi altrettanti per il nuovo divieto ad arrivare come “dependents” al seguito di studenti. Promesse non realistiche, dicono in molti, ma utili guarda caso in chiave elettorale. I nuovi minimi salariali taglieranno fuori evidentemente gran parte della tradizionale immigrazione italiana verso il Regno. Camerieri o cuochi al ristorante, commessi nei negozi: nei locali rimarranno solo coloro che hanno già il Settled status. Gli altri saranno sostituiti da Inglesi, con la perdita di qualità che già si vede in molti servizi. Oppure sarà alimentato il lavoro nero, difficile nelle grandi catene ma frequente nei pub o piccoli locali indipendenti. Più regole capestro si mettono più aumenta l’economia sommersa, la regola vale anche Oltremanica. Insomma, appena ammirato il consueto favoloso spettacolo pirotecnico di fine anno sul Tamigi prepariamoci a molti altri fuochi d’artificio di annunci elettorali e restrizioni reali sul fronte caldo dell’immigrazione. Gli Europei sono in prima linea, la Manica diventa sempre piu’ larga per chi vuole mandare figli e nipoti a lavorare o studiare da queste parti. Moltissime famiglie in Italia cominciano a rendersene conto.

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