In seguito al terremoto del 6 aprile 2009, il Comune dell’Aquila, con denaro della Protezione Civile, ha indetto un concorso pubblico per ottantotto persone con l’obiettivo di rendere più celere la ricostruzione e per snellire l’enorme mole di pratiche
generatesi dopo il sisma.
Un altro anno volge al termine e con esso anche i contratti degli 88 precari.
La scadenza del rinnovo contrattuale è, questa volta, accompagnata da un’aurea di ottimismo in completa controtendenza rispetto alla crisi economica mondiale. Forse perché, in un’area così disastrata come quella dell’Aquila, appare assodato che, senza questi lavoratori, il processo di ricostruzione si arresterebbe. Ne è perfettamente consapevole sia l’Amministrazione Comunale sia la Protezione Civile che finanzia i contratti. Il Comune dell’Aquila, infatti, è da tempo sotto-organico e un’ulteriore mancanza di personale comporterebbe la chiusura di molti uffici con un conseguente e ulteriore disagio per la popolazione.
E’ auspicabile, inoltre, che i rinnovi contrattuali siano per un periodo di tempo maggiore rispetto ai soliti sei mesi: ciò darebbe la possibilità all’Amministrazione Comunale di fare una programmazione a lungo termine sul processo di ricostruzione, sia l’opportunità ai giovani precari di lavorare con più serenità.
Ripartire dai precari del Comune significherebbe assicurare non solo la continuità nel processo di ricostruzione, ma dare anche un segnale forte sul tema del lavoro che in una città terremotata come quella dell’Aquila è ancora più sentito che altrove.
Fabio Venanzi