ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI
INFORMASAGGI N 2
EDITORIALE DEL MAGNIFICO RETTORE “GIUSEPPE RICHERO”
La Newsletter dell’Università dei saggi di “Franco Romano”
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Generale e, purtroppo non infondata, è la considerazione che noi italiani siamo bravi solo in dietrologia. Eppure, per sfatare la brutta nomea, sarebbe sufficiente ricordare un po’ più spesso la regola delle 4 “P” (Prevedere, Prevenire, Predisporre e Perfezionare) che a me, giovane cadetto, insegnarono in Accademia e consolidarono nel successivo corso di applicazione.
E’ un cruccio che turba spesso la mia mente, atteso – ad esempio – quanto giornalmente emerge dalle indagini connesse alla valanga che ha sommerso in Abruzzo l’hotel Rigopiano, provocando ben 29 morti. Un albergo di 4 stelle, costruito e nel tempo ampliato, in zona contrassegnata da residui di altre storiche slavine. Come non ricordare allora un pertinente commento del giusnaturalista Fontanella secondo cui “su tutto ciò che riguarda la condotta degli uomini, la ragione ha decisioni molto sicure: il guaio é che non si consulta.”
In effetti gli errori previsionali commessi da qualificati Governanti nei secoli sono stati infiniti, e non di poco conto. Paolo Mieli (In guerra con il passato – Le falsificazioni della storia) ricorda, fra tanti altri:
- l’assenza di un progetto per il dopo uccisione di Giulio Cesare (44 a.C.), che permetterà al giovane Ottaviano Augusto (31 a.C.) di sconfiggere i congiurati;
- l’illusione di Hitler sulle Ardenne di poter vincere ancora la seconda guerra mondiale dopo qualche localizzato successo nel dicembre 1944, che si trasformerà in disastrosa sconfitta finale nei mesi successivi.
In tempi a noi più vicini, come dimenticare poi gli scriteriati interventi contro Saddam Hussein (giustiziato a Baghdad dagli Usa il 30.12.2006 ) e Mu’ammar Gheddafi (ucciso a Sirte in Libia dai franco-americani), che resero ingovernabili due importanti aree strategiche di interesse NATO?
Meno appariscenti in genere ma non meno deleterie le omissioni riguardanti la prevenzione, il predisporre ed il perfezionare. Le risorse finanziarie sono sempre limitate, e difficile è decidere sull’ordine di priorità da seguire. Ecco allora le turbine per sgombero neve, inefficienti in luoghi e tempi di pur prevedibile impegno (ultima nevicata in Abruzzo); le truppe combattenti inviate in Etiopia (guerre coloniali) od in Russia (2° conflitto mondiale) con uniformi inadeguate, e via elencando.
In siffatta situazione, universale è la condanna di ogni forma d’inerzia e ancor più di corruzione, ma giunto è anche il tempo di passare dalle parole ai fatti, di prendere atto che il problema, prima che di polizia e di magistratura, riguarda l’intera popolazione civile; che occorre formare le nuove generazioni in una diversa cultura etica e politica.
In totale crisi è la morale tradizionale: laica e religiosa. Ne è classico esempio l’omicidio volontario del giovane di Vasto che ha colpevolmente investito ed ucciso una giovane sposa. Non era però ubriaco né drogato, non è fuggito. Perché allora una civile comunità ne chiese con insistenza la condanna (eseguita dal marito della vittima) prima di un giusto processo?
Come più volte ho avuto occasione di scrivere anche sul nostro modesto periodico la moderna società è radicalizzata ed in essa imperano vuoi l’egualitarismo vuoi il liberalismo, che creano un proclamato e coltivato individualismo, favorito ed esaltato dai nuovi settori aperti e sfruttati dell’ecologia e della biotecnologia.
Tutti rivendichiamo pari diritti e la facilità di pubblicazione e divulgazione diffonde espressioni comuni di inciviltà, che esteriorizzano mostri psicologici nascosti nelle coscienze di singoli soggetti, sino alla conseguita vittoria della forza sulla legge.
Senza dimenticare in proposito i cristiani falcidiati come birilli, dai fedeli dell’ISIS. Distrutti come si sono voluti distruggere i Buddha di Bamiyan (Afghanistan) o i reperti plurimillenari di Palmira (Siria).
Noi Carabinieri abbiamo sempre avuto buona memoria e, in ogni circostanza, privilegiato il fare al dire. Ricordiamoci però anche di continuare ad essere fra la gente e per la gente, di sforzarsi a prevedere il suo possibile benessere futuro, ad operare per raggiungerlo, mantenerlo e migliorarlo,
Il Magnifico Rettore
Giuseppe Richero