Carissimi,
Invio il report di sabato, sul controllo degli acquatici del mese di febbraio 2017, nella Riserva del Lago di Campotosto.
Purtroppo dopo aver visto le condizioni dell’abitato di Campotosto (anche il paese di Mascioni non è messo meglio), l’entusiasmo e la scelta di mandare una mail a carattere ornitologico diventa marginale e forse discutibile!
Il paese ha subito moltissimi danni e gli amici incontrati sul posto, molti residenti nei MAP (moduli abitativi provvisori costruiti dopo il precedente sisma del 2009), sono profondamente feriti per lo stato delle cose a fronte anche dello spopolamento e delle conseguenze che tutto questo arrecherà a questo luogo.
La prospettiva futura attualmente non è incoraggiante, ma tuttavia emerge una profonda tenacia e volontà di ricostruire riappropriandosi della propria vita al più presto.
Credo che il modo migliore per aiutare e sostenere questi amici, sia tornare in questi luoghi, continuando a praticare le attività per quanto ci riguarda in ambito “naturalistico”, come abbiamo sempre fatto.
Continueremo a proporre attività di divulgazione e sensibilizzazione sul campo, al fine di sostenere per quello che possiamo l’affluenza turistica, che è parte rilevante dell’economia locale.
Un incoraggiamento agli amici di Campotosto e Mascioni, che sapranno sicuramente rialzarsi!
Per il resto:
Il lago è completamente gelato e coperto di neve tranne piccolissime zone.
Dei quasi 9000 uccelli acquatici censiti nei primi giorni del mese di gennaio, sono stati contati 26 Germani reali e 2 folaghe.
Nel bacino sottostante di Provvidenza: 5 Cormorani e 18 Germani reali.
Di contorno estremamente interessante la presenza a Campotosto, di 32 Corvi imperiali.
Da quello che sono riuscito a valutare, il gruppo era formato per la maggior parte da animali giovani (I inverno).
Ho selezionato alcune foto (ma ce ne sono altre), dove si riesce, per le caratteristiche dello stato di abrasione del piumaggio, ad isolare il singolo animale.
I Corvi si sono concentrati su un crinale tra il bosco non facile da raggiungere senza attrezzatura da neve, credo per la presenza di una carcassa di un animale facilmente deceduto a causa delle temperature e delle abbondanti nevicate.
Per la localizzazione dell’area d’osservazione e caratteristiche del gruppo, è da considerare con buona probabilità che possano appartenere alla catena del Gran Sasso.
Quanto questo gruppo rappresenti in percentuale la componente della “popolazione Gran Sasso”, non credo sia facile da stabilire……., soprattutto con una stagione invernale particolare, che potrebbe aver accentuato una concentrazione cosi alta di animali.
Sicuramente un’indicazione la possiamo avvicinare, sul fatto che questa specie sia probabilmente “sotto stimata” e “incremento”.
Eliseo Strinella
