Il 2016 è stato l’anno record degli sbarchi dei migranti in Italia con oltre 180 mila arrivi, il 20% in più rispetto al 2015, il dato è certificato dall’ agenzia europea FRONTEX.
Per fortuna il governo ne ha preso atto ed il nuovo ministro dell’Interno, Marco Minniti, sembra deciso ad affrontare il problema dei flussi migratori con una nuova politica che oltre a facilitare le espulsioni di chi non ha titolo per l’accoglienza con nuove regole più snelle dovrebbe anche costituire un deterrente per quanti ancora intendano emigrare in cerca di fortuna.
Tra le proposte del Ministro Minniti, le più significative sono:
– l’apertura di un Centro di Identificazione ed Espulsione (CIE) in ogni regione (finora ne sono attivi solo cinque: Roma, Caltanissetta, Trapani, Bari e Torino), più piccoli e più snelli. I CIE sono intasati e non riescono a svolgere il compito loro assegnato di identificare e rimpatriare i non aventi diritto all’accoglienza;
– la sottoscrizione di accordi bilaterali con le nazioni di origine dei profughi e con la Libia in particolare da dove partono le imbarcazioni cariche di disperati;
– la modifica della legislazione in vigore arrivando ad abolire il secondo grado di giudizio (che si svolge sempre a spese dei contribuenti italiani e porta a lungaggini nell’iter burocratico) per snellire i procedimenti di espulsione.
Tuttavia, se non si mette fine alle operazioni automatiche di soccorso in mare (Mare Nostrum poi sostituita dalla Triton Frontex) non si otterranno sensibili risultati. L’operazione Mare Nostrum fu decisa dal governo Letta dopo il naufragio di un’imbarcazione a poche miglia dal porto di Lampedusa che provocò la morte di 366 migranti, essa anziché portare ad una riduzione dei morti in mare ne ha aumentato il numero a causa del moltiplicarsi delle partenze La certezza dell’arrivo di soccorsi ha spinto ad utilizzare imbarcazioni sempre meno sicure. È opinione diffusa che basta mettersi su un gommone in partenza dalla Libia e dopo poche centinaia di metri lanciare un SOS per avere la certezza che arriveranno le navi da guerra italiane, che costano miliardi, a portare aiuto.
Quello che conta è dare un segnale che non tutti possono essere accolti, a tutto c’è un limite ne va di mezzo il nostro vivere sociale. Tale consapevolezza è finora mancata o, se conosciuta, non ha visto concrete misure per contrastarla.
Tra le ultime dichiarazioni il Ministro della Difesa Senatrice Roberta Pinotti si è resa disponibile ad impiegare le FF. AA. per il controllo dei CIE.
Non resta che sperare che alle buone intenzioni seguano i fatti.