Oscar 2025: l’Apoteosi dell’Autoreferenzialità Hollywoodiana.

13 Marzo 2025
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“La creatività richiede il coraggio di abbandonare le certezze.”
Erich Fromm

Carlo Di Stanislao
La 97ª edizione degli Academy Awards si è conclusa con un prevedibile trionfo di scelte che riflettono una Hollywood sempre più ripiegata su se stessa, incapace di abbracciare la diversità artistica e culturale che il cinema mondiale offre. Le vittorie di Anora e della sua protagonista, Mikey Madison, hanno oscurato performance e opere di grande valore, sollevando interrogativi sulla direzione intrapresa dall’industria cinematografica americana.


Demi Moore e Isabella Rossellini: Talento ignorato
Demi Moore, dopo aver conquistato il Golden Globe e il SAG Award per la sua interpretazione in The Substance, era la favorita per l’Oscar come Miglior Attrice. Tuttavia, l’Academy ha preferito premiare Mikey Madison per Anora, lasciando Moore a mani vuote. Nonostante la delusione, Moore ha mostrato classe congratulandosi pubblicamente con la collega, ma resta l’amaro in bocca per un riconoscimento mancato a una carriera straordinaria.
Isabella Rossellini, alla sua prima candidatura come Miglior Attrice Non Protagonista per il ruolo di Suor Agnes in Conclave, ha visto sfumare la possibilità di portare a casa la statuetta. La sua interpretazione intensa e misurata meritava maggiore attenzione, ma l’Academy ha scelto di premiare altre performance, confermando una tendenza a ignorare talenti che non rientrano nei canoni hollywoodiani.


L’Esclusione di Giurato numero 2: un affronto al Cinema di qualità
L’ultimo lavoro di Clint Eastwood, Giurato numero 2, è stato clamorosamente escluso dalle principali categorie degli Oscar. Il film, lodato per la sua tensione narrativa e per un montaggio impeccabile, rappresenta una critica sottile al sistema giudiziario americano. La sua esclusione solleva dubbi sulla capacità dell’Academy di riconoscere e valorizzare opere che affrontano tematiche scomode con maestria cinematografica.
Non è la prima volta che Eastwood, una leggenda vivente, viene snobbato dall’Academy, segno che il nuovo establishment hollywoodiano sembra voler prendere le distanze dal cinema classico e dal suo linguaggio. Questo atteggiamento non solo danneggia la qualità complessiva delle premiazioni, ma tradisce anche un chiaro pregiudizio nei confronti di un certo tipo di cinema, considerato ormai “superato” dalle nuove correnti ideologiche dominanti.


Luca Guadagnino: un Talento sistematicamente ignorato
L’Italia aveva riposto grandi speranze in Luca Guadagnino, regista di talento riconosciuto a livello internazionale. Tuttavia, sia Queer che Challengers sono stati completamente ignorati dall’Academy. In particolare, Challengers, che aveva ottenuto il Golden Globe per la colonna sonora, non ha ricevuto nemmeno una nomination.
L’esclusione di Guadagnino non è un caso isolato: Hollywood, che ama vantarsi della sua apertura culturale, spesso penalizza i registi europei non anglofoni o coloro che non si conformano ai suoi modelli narrativi e tematici. Se non sei parte della cerchia giusta o non racconti le storie che Hollywood vuole promuovere, le tue possibilità di successo si riducono drasticamente.


La chiusura culturale di Hollywood: un Problema sistemico
Negli ultimi cinque anni, Hollywood sembra essersi chiusa in una bolla autoreferenziale, premiando prevalentemente storie e performance che rientrano in una narrazione prestabilita. Sebbene sia fondamentale rappresentare e celebrare la diversità, l’insistenza su una sola prospettiva rischia di escludere altre voci e visioni artistiche.
L’industria cinematografica americana si è trasformata in un sistema autoregolato, dove conta più l’appartenenza a determinate élite culturali che il merito artistico. Ogni anno, le nomination e i premi dimostrano una crescente ossessione per il politically correct, a scapito della varietà di stili, generi e tematiche. Non si premia più il miglior film o la migliore interpretazione, ma ciò che risponde meglio a un’agenda già scritta.
L’Academy sembra aver smesso di rischiare. I film che vengono premiati sono spesso adattamenti di storie vere, drammi storici o biopic che trattano tematiche socialmente accettabili. Questo atteggiamento sta soffocando il cinema d’autore e relegando le opere più innovative ai margini del sistema. La creatività viene sacrificata sull’altare della correttezza politica e della ripetizione di formule già collaudate.
Hollywood non è più il faro del cinema mondiale, ma un’industria in crisi di idee, che preferisce celebrare sé stessa anziché guardare al futuro. Mentre le sale si svuotano e il pubblico si sposta sempre più verso lo streaming o il cinema indipendente, l’Academy continua a premiare film che non appassionano più nessuno, dimostrando un distacco crescente dalla realtà.


Conclusione: un futuro incerto per il Cinema
Gli Oscar 2025 hanno messo in luce le contraddizioni di un’industria che fatica a rinnovarsi e ad accogliere la diversità delle espressioni artistiche. La speranza è che Hollywood ritrovi il coraggio di abbandonare le certezze e di aprirsi a nuove idee, storie e talenti, riscoprendo la vera essenza della creatività cinematografica. Ma per farlo, servirebbe una rivoluzione culturale interna che, al momento, appare lontana.
Il cinema è un’arte che vive di libertà e innovazione. Se Hollywood continuerà a chiudersi nel suo circolo autoreferenziale, finirà per perdere ciò che l’ha resa grande: la capacità di raccontare storie universali che parlano a tutti, senza preconcetti o ideologie imposte dall’alto.

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