di Goffredo Palmerini
30 marzo 2025
MILANO – Due eventi significativi hanno visto protagonista Hafez Haidar, due incontri in terra lombarda, a Milano e Bregnano (Como), entrambi segnati da emozioni forti, come solo la straordinaria sensibilità ed empatia del grande poeta e scrittore d’origine libanese sa muovere. Ormai da decenni cittadino italiano, nominato recentemente Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Mattarella, docente emerito di Letteratura araba dell’Università di Pavia e insigne traduttore di testi arabi, candidato al Premio Nobel per la Pace e per la Letteratura, il prof. Haidar ha dedicato l’intera sua esistenza al dialogo interculturale e interreligioso tra Oriente ed Occidente, al tema della Pace, alla valorizzazione delle specificità culturali nel segno di un’umanità capace di custodire la ricchezza delle diversità, alla promozione della Cultura quale eccezionale medium per rafforzare la convivenza pacifica.
Ascoltare Hafez Haidar è un invito a comprendere come la storia dell’umanità – segnata da grandi conquiste della conoscenza e purtroppo anche da immani tragedie – ci consegna un’attualità ancora tragicamente martoriata da guerre, da violenze inaudite, da carestie e dalla fame, da spietate dittature, da poteri dispotici e da migrazioni epocali. Eppure, proprio in questo mondo così lacerato da sofferenze d’ogni sorta e conflitti, molti dei quali fuori dall’attenzione delle società del benessere, il richiamo all’esigenza del dialogo e della cooperazione operosa è un impegno ineludibile per ciascuna persona di buona volontà. Occorrono sempre più operatori di pace, testimoni del dialogo e seminatori di fraternità, in un mondo squassato che vive una “terza guerra mondiale a pezzi”, come la chiama papa Francesco.
Questo il contesto di fondo nel quale si sono situate le due importanti iniziative che hanno visto insigne relatore Hafez Haidar. La prima si è svolta a Milano, il 15 febbraio scorso, nella splendida Sala Stoppani dell’Istituto dei Ciechi. Promosso e organizzato dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Milano, con l’infaticabile sua presidente Erica Monteneri, insieme al Movimento Apostolico Ciechi e alla Fondazione Istituto dei Ciechi, l’evento ha abbracciato tutti gli aspetti presenti nell’evocativo titolo del convegno: “Guerra, pace, odio, amore, fuoco e scintille di speranza in Terrasanta”. Hanno partecipato all’incontro anche la Famiglia Artistica Milanese, l’Associazione Intercultura, l’Associazione Mediterranea e Amici per l’Africa.
“La cultura è il pane della vita, la pace è il sentiero degli uomini assetati di luce, giustizia, libertà, speranza e luce, l’Amore è il cuore dell’universo”, questo l’incipit poetico con il quale Hafez Haidar ha aperto l’incontro. È quindi seguita una puntuale trattazione della storia del popolo ebraico e del popolo musulmano, due popoli fratelli discendenti dallo stesso padre, il patriarca Abramo, che hanno origine dai figli di lui, Isacco capostipite degli ebrei e suo fratello Ismaele del popolo arabo, da cui discese Maometto. Una storia che ha percorso i secoli, con la diaspora del popolo ebraico, con i conflitti tra cristiani e islamici in Terrasanta e fino alla conquista araba, nell’VIII secolo, di parte della nostra Europa. E ancora le influenze delle due civiltà e la difficile convivenza tra le tre religioni monoteistiche.
Il prof. Haidar ha quindi fatto un excursus sul conflitto israelo-palestinese, con le motivazioni e le radici che risalgono a cavallo degli ultimi due secoli, Ottocento e Novecento, con la nascita del movimento sionista, che propugnava per gli ebrei della diaspora la nascita di uno Stato ebraico nella terra contesa fra israeliani e palestinesi, già teatro di tensioni e violenze fra arabi ed ebrei fin dai tempi del mandato britannico, che nel 1917 mise fine a 400 anni di dominio ottomano. Poi, finita la Seconda Guerra Mondiale, con lo sterminio di sei milioni di ebrei operato dal regime nazista, l’Assemblea generale dell’Onu approvò un piano di partizione della Palestina, con la costituzione di uno stato ebraico e di un altro palestinese. Fu subito guerra tra arabi e israeliani, la prima, scoppiata nel maggio 1947, con la vittoria di Israele contro gli eserciti di Egitto, Siria, Libano, Iraq e la Transgiordania. L’Onu stimò che 700.000 palestinesi, metà della popolazione araba della Palestina di allora, furono costretti a fuggire e ad emigrare. L’esilio fu “al-Nakba”, cioè Catastrofe. La risoluzione delle Nazioni Unite fece di Gerusalemme una città a statuto speciale sotto il controllo Onu.
Hafez Haidar ha quindi ripercorso la Guerra dei 6 giorni, iniziata il 10 giugno 1967, con la conquista israeliana della penisola del Sinai e della striscia di Gaza sottratte all’Egitto, della Cisgiordania e Gerusalemme Est alla Giordania e delle alture del Golan alla Siria. Quindi nell’ottobre 1973 la guerra del Kippur, terminata senza esiti risolutivi dal punto di vista militare, ma con un importante risultato politico e propagandistico per gli arabi e con pesanti conseguenze sulle economie di molti Paesi dell’Occidente per la decisione dei paesi arabi affiliati all’Opac di sostenere l’azione di Egitto e Siria tramite forti aumenti del prezzo del greggio. Atto che diede il via alla crisi petrolifera che provocò gravi ripercussioni economiche e sociali in quasi tutto il mondo.
C’è stato infine il 7 ottobre 2023, un giorno nero nella storia dell’umanità, nel quale l’attacco terroristico di Hamas ad Israele, con la brutale uccisione di 1400 israeliani, la gran parte civili, e la presa in ostaggio di 242 persone. Israele ha reagito colpendo Gaza, ma il conflitto ha assunto dimensioni drammatiche per le ingenti perdite umane, stimate in 45.000 vittime civili palestinesi, tra cui molti bambini, e con 1.900.000 sfollati a causa della pressoché totale distruzione di città e villaggi della Striscia. I dispersi sotto le macerie sarebbero più di 5000. Una crisi umanitaria terribile per la popolazione della Striscia di Gaza, per mancanza di medicine, di cibo, di acqua, di ospedali. Netanyahu, con un mandato di arresto della Corte Penale internazionale per crimini contro l’umanità, continua l’opera di distruzione di Gaza, mentre in Israele crescono le proteste nei suoi confronti, soprattutto da parte dei familiari degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.
La guerra, come dice papa Francesco, è una grande pazzia, è una grande sconfitta per l’umanità intera. Hafez Haidar, come sempre fa nei suoi incontri, “voce che grida nel deserto” invoca di fermare le fabbriche delle armi e la corsa agli armamenti. Chiama l’umanità a promuovere la Pace, attraverso il dialogo tra popoli e culture diverse, a fermare la rincorsa all’uso della violenza e delle armi. La sua poesia è un’invocazione costante alla fraternità umana e all’amore senza distinzione di culture, di convinzioni politiche e religiose. È un profondo ed incessante richiamo, il suo, al valore del dialogo. La sua narrativa – romanzi e saggi – si spende per illuminare le menti sull’esigenza di coltivare la pace, esercizio difficile e impegnativo, ma l’umanità non ha alternative per sopravvivere. Hafez Haidar ha quindi concluso la sua testimonianza declamando i versi di alcune sue liriche intense, generando emozioni e commozione. La Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano, che ha ospitato l’evento, è una delle più antiche istituzioni della città che opera a favore dei non vedenti e degli ipovedenti. Fondato nel 1840, l’Istituto è oggi un centro di eccellenza per la ricerca educativa e nei servizi dedicati all’inclusione scolastica, culturale e sociale, delle persone con disabilità visiva. L’Istituto, nella sua sede in via Vivaio 7, ospita anche la collezione “Museo Louis Braille”, unica in Italia nel suo genere: un ricco patrimonio costituito da centinaia di opere d’arte, dipinti e sculture, pervenute dell’Istituto tramite donazioni e lasciti di benefattori che nel tempo ne hanno sostenuto l’opera educativa e assistenziale.
Il secondo incontro si è tenuto il 13 marzo a Bregnano, nell’ambito del progetto “Uomini e Donne di buona volontà”, sotto il titolo “NON MURI MA PONTI”, promosso dalla Municipalità di Bregnano e tenutosi presso il Centro Polifunzionale. Dopo l’intervento introduttivo del Consigliere comunale Walter Monti, è stata Elena Daddi, sindaco di Bregnano, a presentare l’ospite d’onore, il poeta e scrittore Hafez Haidar, citandone il riconosciuto valore accademico, la grandezza del letterato, l’impegno etico e culturale nella promozione del dialogo e della pace. Poi il sindaco insieme al prof. Haidar ha scoperto la targa muraria che riporta la poesia “Sogno”, che il poeta stesso ha declamata nella suggestione di un composto silenzio da parte del numeroso pubblico.
SOGNO
Sogno di vivere in un mondo senza frontiere
e senza paure,
dove la guerra è il ricordo
di un vecchio passato.
Sogno di vivere in un mondo
dove non esistono né bombe né kamikaze,
dove una madre non versa lacrime amare
sul viso insanguinato di un neonato.
Sogno di vivere in un mondo
dove gialli, neri, bianchi e rossi
si tengono tutti per mano,
dove cristiani, musulmani ed ebrei
pregano nello stesso luogo,
illuminati dalla stessa luce
che irradia tutti i giorni
i cuori dei bambini.
Hafez Haidar
Nell’introduzione Walter Monti ha richiamato la difficile congiuntura che il mondo sta vivendo. “Il clima internazionale è preoccupante, richiama tempi oscuri del passato, europeo e italiano. Che i tempi che si prospettano siano peggiori o migliori – ha annotato il consigliere Monti – dipende però anche da noi, da ciascuno di noi. Il tema della Pace è infatti quanto mai attuale e riguarda tutti; al tempo stesso è controverso e condizionato da interessi di potere e consenso. Siamo nell’Era della post verità: c’è confusione tra vero e falso, tra giusto e ingiusto, tra aggredito e aggressore … e si perde di vista l’umanità che ci unisce tutti. Pace significa non solo rispetto dell’altro, ma Cura dell’altro: fare il bene è sempre possibile, lo è stato di fronte al male assoluto, come ci ha testimoniato giovedì 6 marzo 2025 lo spettacolo “IL MEMORIOSO” costruito sull’esempio dei Giusti tra le Nazioni. C’è una responsabilità sia individuale che collettiva che va educata, con buona volontà: va perseguito non solo il cessate il fuoco, ma una Pace giusta, una pace che riconosca il dolore dell’altro, le sue perdite, le sue ragioni, che sappia davvero perdonare. Altrimenti resta la rabbia, il rancore, l’odio, che, come la Storia ci insegna, generano altre guerre. Per questo l’Amministrazione ha organizzato questa serata-evento, affrontando il tema da una prospettiva laica e storico culturale”.
Nella seconda parte dell’incontro il consigliere Monti ha curato un’interessante intervista ad Hafez Haidar sulla situazione geopolitica mondiale, con particolare riferimento ai più gravi conflitti in corso, alle loro origini storiche – soprattutto di quello israelo-palestinese -, alle cause economiche, alla produzione di armi e a come possono i cittadini fare qualcosa per favorire la Pace. Hafez Haidar, con la semplicità e l’umiltà che lo contraddistinguono, da profondo conoscitore delle tre religioni monoteiste – riconosciuto tra i più insigni studiosi a livello internazionale -, ha illustrato con ampiezza di riferimenti le comuni origini di Cristianesimo, Islam ed Ebraismo, e ha saputo conciliare, appellandosi al senso di fratellanza innato in ogni persona, le vedute diverse che vengono ipocritamente poste alla base dei conflitti. Sono seguiti gli interventi anche di alcuni degli invitati speciali, innanzitutto di Marina Consonno, presidente provinciale ACLI, e Simona Barberio, presidente provinciale UCIIM. Hanno quindi hanno preso la parola Maria Grazia Sassi, membro dell’Osservatorio Nazionale per le Pari Opportunità, Gianstefano Buzzi, rappresentante del Comitato per l’80° anniversario della Liberazione, Angelo Orsenigo, Consigliere regionale della Lombardia, Don Giusto Della Valle, parroco di Como Rebbio, Emanuela Tagliabue, coordinatrice del Tavolo Interfedi Como, Roberto Caspani, presidente del Coordinamento Comasco per la Pace, Giuseppe Colantonio, presidente del gruppo “I Camminatori di S.Anna”.
All’incontro hanno partecipato anche due Associazioni di volontariato attive in scenari di guerra, le quali hanno portato le loro testimonianze e la loro esperienza di aiuto umanitario: sono l’Associazione Frontiere di Pace, con Sabrina Maldarelli, Angela Coccia e altre due volontarie, e l’Associazione IN VOLO di Bregnano, con Mauro Pagani e Nadia Luraschi. Erano inoltre presenti Don Eugenio e Don Stefano della Parrocchia di Bregnano, Gianni Galimberti di CUAMM – Medici per l’Africa, inoltre rappresentanti delle Associazioni, delle Parrocchie e del Consiglio comunale di Bregnano. A conclusione dell’evento sono state consegnate le pergamene di partecipazione agli invitati e una targa ad Hafez Haidar in segno di stima e riconoscente amicizia. Tutti gli intervenuti sono stati poi accolti nella sala del teatro dov’era imbandito un buffet multietnico. Consumare insieme il pasto è segno di apertura, di accoglienza e condivisione. Gli ospiti hanno potuto così fare piccoli assaggi di diverse pietanze semplici e gustose, comuni nella cultura mediterranea, mentre sugli schermi della sala scorrevano le immagini di quelle stesse pietanze con la descrizione del loro significato simbolico nelle tre religioni monoteistiche. La serata è stata davvero emozionante e preziosa, sul piano culturale e soprattutto come occasione di riflessione su valori universali, quali il dialogo e la pace, quanto mai necessari e attuali nel difficile tempo che ci è dato di vivere