Annotazioni sugli Oscar 2025: premi alle Major e i Grandi Dimenticati.

3 Marzo 2025
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“L’arte è l’unico modo per sfuggire alla vita senza uscirne.”
Samuel Beckett

Carlo Di Stanislao

Carlo Di Stanislao

La 97ª edizione degli Academy Awards, svoltasi il 2 marzo 2025 al Dolby Theatre di Los Angeles, ha visto il trionfo delle grandi case di produzione e il consolidamento di tendenze già previste dai pronostici. Nessuna sorpresa clamorosa, nessuna rivoluzione: Hollywood ha premiato i suoi beniamini, lasciando nell’ombra opere e attori che avrebbero meritato riconoscimento.

Il vincitore assoluto della serata è stato “Anora” di Sean Baker, che ha conquistato ben cinque premi, tra cui Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Attrice per Mikey Madison. Il film, che racconta la storia di una spogliarellista russa che si sposa con un erede miliardario di Brooklyn, ha colpito l’Academy con la sua narrazione cruda e autentica, ma non ha rappresentato una scelta particolarmente rischiosa. Sean Baker è ormai un nome consolidato, e il suo cinema indipendente “accettabile” è diventato il volto del nuovo cinema d’autore americano, capace di rimanere politicamente e stilisticamente digeribile per Hollywood.

Un altro favorito della vigilia, “The Brutalist” di Brady Corbet, ha visto trionfare solo Adrien Brody come Miglior Attore, segnando un ritorno in grande stile per l’interprete premio Oscar per “Il Pianista”. Anche “Emilia Pérez” di Jacques Audiard ha portato a casa solo due statuette, nonostante le sue 13 nomination, tra cui quella per Zoe Saldaña come Miglior Attrice Non Protagonista. La performance di Karla Sofía Gascón, prima attrice transgender a ottenere una nomination agli Oscar, è stata celebrata ma non premiata, segno che Hollywood è ancora restia a compiere il passo decisivo verso un reale cambiamento.

I Grandi Dimenticati

Se da una parte i premi sono andati in gran parte a film e attori già previsti, dall’altra molte opere e interpreti di alto livello sono state inspiegabilmente escluse o sottovalutate. Uno dei più grandi snobbati della serata è stato “Conclave” di Edward Berger, un thriller politico ambientato in Vaticano con una regia magistrale e una sceneggiatura impeccabile. Nonostante l’ottima accoglienza della critica, il film è stato completamente ignorato, probabilmente troppo raffinato e complesso per la logica hollywoodiana, sempre più orientata verso produzioni d’impatto immediato. Anche “Sing Sing” di Greg Kwedar, con una straordinaria interpretazione di Colman Domingo, è stato sorprendentemente escluso dalle principali categorie, nonostante fosse stato indicato come uno dei film più potenti dell’anno.

Tra gli attori dimenticati, Andrew Scott per “All of Us Strangers” meritava ampiamente una nomination e forse una vittoria, grazie a una performance delicata e struggente che ha emozionato il pubblico di tutto il mondo. La sua esclusione dimostra quanto l’Academy tenda ancora a sottovalutare le storie intime e personali a favore di film con un impatto più tradizionale. Stessa sorte per Sandra Hüller, straordinaria protagonista di “Anatomy of a Fall”, che nonostante il plauso unanime della critica, ha visto il suo talento oscurato da scelte più mainstream. La sua interpretazione meritava più di una semplice nomination, ma il cinema europeo rimane ancora un ospite marginale nei premi dell’industria americana.

Anche Bradley Cooper, regista e attore protagonista di “Maestro”, è rimasto a mani vuote, nonostante la sua dedizione assoluta al progetto e il plauso ricevuto per la sua trasformazione in Leonard Bernstein. L’Academy ha preferito premiare performance nuove e meno legate ai grandi nomi di Hollywood, ma la sua esclusione resta comunque sorprendente. Sul fronte dei film, “The Zone of Interest” di Jonathan Glazer, che ha offerto una delle narrazioni più disturbanti e innovative dell’anno, è stato penalizzato nelle categorie principali, segno che l’Academy continua a premiare storie ben confezionate ma mai realmente sconvolgenti. Infine, “Challengers” di Luca Guadagnino, con Zendaya protagonista, è stato completamente ignorato, nonostante fosse uno dei film più discussi e attesi dell’anno. Il suo mix di erotismo, sport e tensione emotiva non è riuscito a conquistare l’Academy, forse troppo audace rispetto ai canoni tradizionali dei premi.

Gli Oscar e la paura del rischio

L’edizione 2025 degli Oscar ha confermato un trend ormai consolidato: premiare film e attori che rappresentano un compromesso tra qualità artistica e sicurezza commerciale. Sebbene alcune scelte siano state giuste e meritocratiche, la mancanza di riconoscimento per opere più audaci e fuori dagli schemi dimostra quanto l’industria hollywoodiana sia ancora restia a premiare il vero rischio artistico. Forse il cambiamento arriverà nei prossimi anni, ma per il momento gli Oscar rimangono il riflesso di un cinema che, pur evolvendosi, non riesce ancora a liberarsi dalle sue dinamiche conservative.

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