di Danilo Rosone
Dopo la batosta patita nello scontro diretto casalingo con la Sambenedettese, L’Aquila era chiamata a dare un segnale.
Non tanto per presunte velleità di rimonta ai danni dei Marchigiani, quanto piuttosto per continuare a dare un senso ad una stagione che poteva prendere la piega di una lenta agonia fino al suo termine.
Ebbene, Banegas e soci sono riusciti nell’impresa di rialzare la testa nell’ostica trasferta di Fermo, al cospetto di una squadra letteralmente rigenerata (sette punti nelle ultime tre gare) dalla “cura” Brini.
Il merito degli uomini di De Feudis è da ricercare in particolar modo nell’approccio alla gara: nonostante le pesanti scorie dello 0-3 rimediato sette giorni prima contro l’antagonista alla vittoria finale del girone, infatti, L’Aquila ha messo sin da subito le cose in chiaro nella tana di una compagine assetata di punti salvezza.
Dapprima sbloccando il risultato grazie ad un rigore trasformato dal “Pocho” Banegas, ed in seguito trovando il raddoppio dopo un fortunoso rimpallo in area capitalizzato da Sereni.
Stordita dal terrificante uno-due ospite, la Fermana ha abbozzato una reazione solo ad inizio ripresa, quando prima la traversa di Valsecchi e poi una prodezza di De Silvestro (carnefice dei Rossoblù anche con la casacca dell’Avezzano nel 2-2 del “Dei Marsi”) hanno riaperto la contesa.
Solo sulla carta, però.
Già, perché da quel momento L’Aquila ha sciorinato una grande capacità gestionale del risicato vantaggio, concedendo poco o nulla agli avversari fino al triplice fischio.
Guardando la classifica, si potrebbe tranquillamente affermare che il risultato fosse ampiamente pronosticabile alla vigilia, ma una stagione calcistica – si sa – è fatta di momenti, e allo stato attuale i due sodalizi erano in una condizione mentale diametralmente opposta, oltre che in netta antitesi rispetto alle loro posizioni in graduatoria.
Motivo in più per ritenere di carattere e di spessore l’affermazione della truppa di De Feudis (la quarta lontano dalle mura amiche) in quel di Fermo.
Adesso l’obiettivo non potrà prescindere dalla convinta prosecuzione della strada intrapresa, perché il campionato sarà anche virtualmente chiuso (la Sambenedettese – pur impattando con il Fossombrone – ha comunque mantenuto un ragguardevole e rassicurante vantaggio di dieci lunghezze sull’Aquila), ma onorare l’annata sportiva sino alla fine dovrà costituire un dovere morale per una compagine che rappresenta un Capoluogo di Regione e che è dunque chiamata sin da subito a gettare solide basi (tecniche, e non solo) per la prossima stagione.