“EPPUR SI MUOVE”
IL PENSIERO IMMANENTE DI GALILEO GALILEI

20 Febbraio 2025
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di Franca Colozzo *

“EPPUR SI MUOVE!”, la celeberrima frase attribuita al fisico pisano Galileo Galilei (1564–1642) rappresenta l’antesignana di una diatriba che ha contraddistinto la nascita del nuovo pensiero scientifico che caratterizzò il XVII secolo, in opposizione al pensiero dogmatico controriformista dell’epoca in cui visse ed operò il grande scienziato italiano.

Ma il dibattito tra il dogmatismo del periodo storico in cui Galileo visse ̶ contrassegnato dalla Controriforma dopo lo scisma di Martin Lutero (nel gennaio 1521 Lutero venne scomunicato da papa Leone X) tra bigottismo di facciata e di maniera che ancora perdura in sacche retrive di un convenzionalismo tuttora in auge in alcune sfaccettature sociali ̶ trova nella suddetta frase tutto il dirompente pensiero scientifico moderno.

Infatti, la frase dello scienziato racchiude in sé, in senso figurato, il dibattito tra Controriforma e libertà, scevra da dogmatismi, del nascente pensiero scientifico. La sua forza espressiva non è certo diminuita nel tempo, in quanto continua ad essere citata ancor oggi nel voler dimostrare oggettivamente una tesi in opposizione a dogmatismo e convenzionalismo. Da Galileo promanano la vitalità dirompente della sperimentazione, l’importanza della ricerca e l’affermazione che nulla è dato come assioma assoluto, ma che tutto va ricercato alla luce di prove, esperimenti, dati oggettivi per verificare l’ipotesi iniziale.

Nell’opera di Galileo s’intravede un salto quantico rispetto alla teorizzazione di Niccolò Copernico (1473–1543), nella ricusazione a priori dei dogmi indimostrabili per cui sono richieste prove fondate ed asserzioni certe dettate dalla sperimentazione per ogni tesi avanzata. Ne “Il Saggiatore” del 1623 troviamo i pilastri di questa nuova prospettiva galileiana, che ha gettato le basi del pensiero moderno fino ai nostri giorni. Persino in ambito artistico riscontriamo l’influenza del pensiero galileiano, e addirittura in ambito musicale (ad es., la band tedesca degli Haggard in “The Observer” e “Eppur Si Muove”).

“Per Aspera Ad Astra”, poi, esemplifica perfettamente quest’intento, quasi a riprodurre mentalmente in chi ascolta l’atmosfera dello studio dove il fisico pisano era solito condurre, durante il suo soggiorno a Padova, ricerche sui corpi celesti e sulle loro orbite.

Per concludere questa breve trattazione in suo onore, cito lo scrittore tedesco Bertolt Brecht (1898–1956) che, nella sua opera teatrale “Leben des Galilei”, ha sottolineato l’ingiustizia della punizione inflitta allo scienziato pisano da parte dell’Inquisizione..
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Bundesarchiv_Bild_183-W0409-300,_Bertolt_Brecht.jpg

L’incubo della teoria copernicana, che s’inverò in Galileo, ha tenuto in fibrillazione il clero di allora e, in particolare, l’Inquisizione che vedeva nella sua trattazione una contraddizione con il dettato biblico e il pensiero dominante dell’epoca.

Come anticipato, invece, la sensazione di una spada di Damocle sempre pendente sul capo di Galileo è al contrario un leitmotiv fondamentale non solo dell’album della band di cui sopra, ma di quanti hanno ravvisato in essa l’inizio di una deriva pericolosa per lo scibile umano, laddove sia asservito ad un pedissequo e meschino dogmatismo.

Ciò ci dovrebbe illuminare, proprio in questi tempi di rinnovata barbarie tecnologica, come essere asserviti ai social all’insegna di un’immagine di facciata sia assolutamente la riproposizione di un’incapacità ad usare il libero pensiero, ossia il libero arbitrio di discernimento per compiacere il gioco conformista del sistema.

I quattro Cavalieri dell’Apocalisse, spesso da me citati in articoli e poesie, sembrano aver avuto gioco facile oggigiorno quando, pur di compiacere ai più, si sceglie la strada dell’Aurea Mediocritas a fronte dell’impegno etico e civile. Eresia, quindi, non solo in termini ecclesiastici, ma eresia delle idee. “All’inizio è La Morte”, come recita un brano intitolato dalla band tedesca a Galileo. Ma cos’è la morte vera, quella dell’anima?

L’assenza di pensiero che si sostanzia nell’azione etica e solo in essa ravvisa la giusta via che porta alla ragion pura, non solo in senso Kantiano. Inquisizione antica e moderna, dunque, questo io ravviso nel pensiero galileiano che si sostanzia nell’azione e nella promozione di un pensiero identitario, vero, puro, etico, non commisurabile con questi tempi di prevalente barbarie tecnologica.

Per concludere, nell’opera di Galileo era inoltre presente qualcosa di ancora più destabilizzante della specifica teoria di Niccolò Copernico: e cioè il metodo sperimentale generale, che rifiuta automaticamente i dogmi indimostrabili e, di conseguenza, richiede prove fondate per ogni tesi. I punti cardine di questa nuova visione, delineati dal fisico nel suo trattato del 1623 “Il Saggiatore”, trovano oggi eco in due canzoni degli Haggard: “The Observer” ed “Eppur Si Muove”, e costituiscono infatti un altro tema portante essenziale per l’album della band tedesca.

Commovente è pensare agli ultimi anni del suo esilio ad Arcetri: le stelle e il promanare della loro luce attraverso gli abissi siderali furono di sicuro conforto per l’uomo pisano che aveva dedicato la sua vita alla scienza. Il dramma della cecità di Galileo contrasta visibilmente con lo sguardo fisso al cielo con cui fu rappresentato magistralmente dall’artista fiammingo Justus Sustermans (1597 – 1681), che l’ha raffigurato proprio con lo sguardo assorto nella contemplazione di uno spazio metafisico, ultraterreno, che esula dalle piccolezze del mondo conformista e piccolo borghese.

Ecco la lezione che dovremmo cogliere oggi dal pensiero galileiano per una maggiore consapevolezza del destino umano, proteso al bene comune in un’autentica sinergia di idee e non in una lotta di supremazia, che spesso si traduce in pochezza culturale ed effimero apparire sui social media. Fiat lux. Per Aspera Ad Astra.

*Dr. Arch. Franca Colozzo, (membro CIESART: ES202577112277) scrittrice, poetessa, autrice di oltre 21 libri in multilingue, Ambasciatore di pace e CEO di RRM3 – RINASCIMENTO RENAISSANCE – Millennium III, fondata e presieduta dal prof. George Onsy (Cairo, Egitto).

Franca Colozzo


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