Stralcio di un articolo dal nostro socio e amico Luigi Torres, andato avanti.
Le origini del “Tricolore” sono riconducibili al 7 gennaio 1797, allorché i Patrioti nella festa della “Federazione” l’adottarono come loro emblema e che divenne, da quel momento, Bandiera della Repubblica Cispadana, poi fusa in quella Cisalpina.
La proposta era stata avviata dal Deputato Giuseppe Compagnoni di Lugo (1754-1833) -. Quel primo Tricolore, dai colori disposti in tre strisce parallele l’una all’altra, orizzontali, portava dipinto nella fascia di mezzo bianca l’arma della Repubblica Cispadana, composta da un turcasso contenente quattro frecce, quante erano le città che la componevano, fiancheggiato dalle iniziali R(epubblica) C(ispadana) , contornato da fronde di alloro e di quercia. Tale vessillo sventola fino al 20 agosto 1802, data in cui viene modificata la disposizione dei colori: in un quadrato rosso viene inserita una losanga bianca contenente un altro quadrato a fondo verde.
Il Tricolore resterà tale come Bandiera del Regno d’Italia dal 1805 fino al 1818. Con la caduta di Napoleone, anche il Tricolore viene abolito, per poi risorgere durante i moti del 1821, in quelli del 1828 nel Cilento e nei successivi moti carbonari del 1831.
Nel 1832 esso ritorna a sventolare durante i moti di Napoli e, a seguire, in quelli siciliani del 1837. Lo stesso Tricolore viene adottato il 23 marzo 1848 da Carlo Alberto, il quale abbandonato la bandiera piemontese, consegna alle sue truppe quella nazionale, ordinando loro che essa venisse dispiegata in Lombardia. Nel suo Proclama del giorno successivo, egli poté finalmente esclamare: “…per meglio di mostrare con segni esteriori il sentimento dell’unione italiana, vogliamo che le nostre truppe, entrando nel territorio della Lombardia e del Veneto, portino lo scudo di savoia insieme al vessillo tricolore”.
Il Tricolore viene consegnato ai Corpi dell’Esercito da Re Vittorio Emanuele II, il “Padre della Patria”, il 2 giugno 1861 e decretato nel Regolamento di disciplina quale “ emblema d’onore consacrato dalla Religione,(che) ricorda i fasti dei Reggimenti e li stimola ad imitarli”. Dopo il Secondo Conflitto Mondiale, con la caduta della Monarchia, il Tricolore viene riconfermato quale Bandiera nazionale con la variante della cancellazione della Croce dei Savoia, espressamente sancito dall’art. 12 della vigente Costituzione Repubblicana.
I suoi colori, nonostante le diverse vicende storiche, politiche e sociali, non sempre favorevoli, sono rimasti gli stessi col significato delle “…nevi delle Alpi, l’aprile delle valli, le fiamme dei vulcani. Il bianco è la fede serena, il verde la perpetua fioritura della speranza, il rosso la passione e il sangue dei Martiri e degli Eroi” (Giosué Carducci).