IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PARLA DI PRECARIETA’AL QUIRINALE DURANTE LA CERIMONIA DI  CONFERIMENTO DELLE STELLE AL MERITO DEL LAVORO. NESSUN ACCENNO AI LAVORATORI MILITARI PRECARI DEL COMPARTO DIFESA E SICUREZZA.

21 Ottobre 2024
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Di Valerio Arditi

17.10.2024

Cagliari – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con alla Giornata delle Forze Armate, 4 settembre 2023. (Foto di Paolo Giandotti – Ufficio Stampa per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)


Giusto denunciare le condizioni di lavoro precarie e usuranti che violano i diritti dell’uomo e la Costituzione, ma sembra un paradosso che il monito venga dal Presidente della Repubblica, quando il cattivo esempio inizia proprio dallo Stato che impiega in tutti settori della Difesa, Ufficiali e militari volontari a tempo determinato per poi abbandonarli al loro destino, senza garantire gli stessi diritti degli altri lavoratori della Pubblica amministrazione.
Il discorso di oggi del Presidente Mattarella infatti apre i cuori e infiamma gli animi dei lavoratori fragili e in particolare desta alta l’attenzione delle migliaia di lavoratori militari a tempo determinato precari del Ministero della Difesa.

I cittadini in divisa che hanno servito lo Stato con forme di lavoro del tutto precarie, rimangono esclusi da ogni sorta di ringraziamento o di iniziativa. Sempre intervallati da promesse di risoluzione e di interventi per stabilizzare questi lavoratori, quando è arrivato il decreto Madia che stabilizzava i lavoratori della pubblica amministrazione con almeno 36 mesi di lavoro, subito dopo una circolare della funzione pubblica stabilì che da questi benefici i militari ne restano fuori.

“Il lavoro è fondamento della Repubblica “dice Mattarella, ma il comparto Difesa della Repubblica Italiana non lo applica a tutti i suoi soldati da tanto tempo. “La vita vale immensamente più di ogni profitto interesse, vantaggio produttivo”. Così  afferma il Presidente Mattarella, alla consegna delle Stelle al Merito del lavoro ma cosi non è per la Vita di un militare precario che non vale nemmeno un centesimo della spesa pubblica nel capitolo stabilizzazioni.
 “Il lavoro è un caposaldo della dignità della persona” e “fondamento della Repubblica”, prosegue Mattarella precisando che  la Precarietà e salari insufficienti “lacerano la coesione sociale” e spesso “c’è uno sfruttamento spietato di immigrati”, sovente esposti a uno sfruttamento spietato, inconciliabile con la nostra civiltà”.  Non si parla invece dello sfruttamento dei militari volontari e delle forze di completamento che rimangono indietro a tutti gli altri lavoratori della Pubblica amministrazione e mentre si ricordano le condizioni degli immigrati i militari volontari restano di fatto “Cittadini senza diritti”.  Se la statistica  rileva che la crescita dei dati dell’occupazione è un dato confortante mentre  il  precariato lacera la coesione sociale, quello militare nemmeno viene nominato.
La verità però viaggia su altre linee di dimenticanza e rinvio fino a quando la vita di questi lavoratori va verso condizioni di non ritorno, senza futuro e senza speranza.
Una bella iniziativa che in qualche modo ha voluto considerare alcuni aspetti del precariato militare è stata avviata con gli emendamenti presentati dalle senatrici Rauti e Petrenga, ma si tratta solo di sana politica che alla fine non è diventata legge lasciando tutti i potenziali beneficiari a digiuno. (Vds. :
https://www.isabellarauti.it/4a-commissione-permanente-difesa-resoconto-sommario-n-149/)

I cittadini italiani che hanno giurato fedeltà alla Repubblica e si sono sacrificati per il nostro Paese, per i nostri valori, portando alta la bandiera italiana si vedono ledere i loro diritti fondamentali, si vedono negare il lavoro, si vedono essere discriminati e emarginati rispetto a tutti gli altri lavoratori pubblici ed anche rispetto agli altri colleghi di ruolo con cui fianco a fianco  hanno lavorato, talvolta dimostrando particolari qualità di merito e professionali, doti che in barba al buon andamento della Pubblica amministrazione, nessuno valorizza in alcun modo quando dovrebbero essere al centro dell’organizzazione pubblica e quindi anche di quella militare, al di la delle gelosie provinciali che ancora ” classificano il personale militare in base al ruolo di provenienza”. 
Signor Presidente della Repubblica per favore intervenga per colmare questo indecoroso vuoto che penalizza migliaia di cittadini che per lo Stato hanno dato tanto e che ora sono rimasti troppo indietro. La politica se non risolve il problema prima che questo degeneri irrimedibilmente, si vedrà distanziarsi dal Paese reale con lo stesso disinteresse con cui guarda questi cittadini senza diritti.

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