Seconda parte
Di Luciano FORLANI Generale di Corpo d’Armata (ris.) già Comandante del 3° Corpo d’Armata e della FMP
Articolo tratto da Tradizione Militare . Anno LXVI n.1 – gennaio 2023.
Organo mensile degli Ufficiali delle Forze Armate Provenienti dal Servizio Permanente.
Le predisposizioni operative attuate nella circostanza hanno riguardato essenzialmente la riarticolazione del dispositivo e i collegamenti per il C2 (comando e controllo) con il criterio di assegnare precisi settori di competenza e responsabilità ai singoli reggimenti, al fine di garantire con immediatezza la sicurezza e il sostegno a ogni “team” del gruppo che si muoveva in ciascun settore.
Per l’immediato e continuo controllo della situazione il COMANFOR ha, inoltre, preteso e stabilito un affiancamento fisico nell’ambito delle sale operative, del Comando FMP e dei singoli reggimenti, di funzionari OSCE con relativo operatore radio in modo da far convivere H+24 le due linee funzionali per i l Comando e Controllo, quella della Forza e quella dell’OSCE, assicurando così il raddoppio dei collegamenti, l’immediato e contemporaneo inoltro delle comunicazioni e informazioni a FMP e OSCE, la pronta e sicura diramazione delle decisioni adottate dal COMANFOR che aveva alle dirette dipendenze tutti gli assetti operativi schierati. Il provvedimento si è rilevato determinante per intervenire tempestivamente e con efficacia nelle situazioni critiche ad alto rischio verificatesi in alcuni distretti elettorali dove l’intervento delle pattuglie ha evitato sopraffazioni e in alcuni casi attacchi di armati ai seggi.
Il corretto esito delle votazioni è stato convalidato dal rapporto finale della Commissione Internazionale (Troika) composta dal coordinatore speciale Catherine Lalu miere (già Segretario Generale del Consiglio d’Europa), dal Presidente del Consiglio d’Europa Sir Russel Jhonston, dal Presidente dell’Assemblea OSCE Javier Rupérez. Prima di lasciare l’Albania, Madame Lalumiere ha voluto fare visita di ringraziamento al Comandante della FMP per “esprimerle tutta la mia ammirazione, Generale, per un aspetto particolare del vostro lavoro. Non è affatto facile riuscire a esercitare in modo costante e incisivo una presenza come la vostra, restando al tempo stesso rispettosi della popolazione civile e del contesto in cui vi dovevate muovere. Lei e i suoi uomini siete stati perfetti anche sotto questo punto di vista”. Con la costituzione del Parlamento emerso dai risultati elettorali, si procede alla elezione del Presidente della Repubblica Reczet Mejdani (24 luglio), del Primo Ministro Fatos Nano (28 luglio) e viene proclamata la fine dello stato di emergenza.
La FMP ha terminato il compito assegnatole avendo conseguito un risultato completo, insperato, lusinghiero, di valore sostanziale e morale oltre ogni legittima aspettativa.
Volendo esprimere con una indicazione numerica di sintesi l’impegno profuso dalla FMP nei quattro mesi di sviluppo delle operazioni-tuttavia non sufficiente ad esprimere il sacrificio l’abnegazione e il valore di tutti gli uomini della Forza si possonoconsiderare:151 missioni di rpicognizione/esplorazione delterritorio;69attivitàdiricognizioneemessainsicurezzaditrattidiitinerari,1.350.000KMperattivitàoperative;1.150.000KMperattivitàlogistiche; 705oredivolodel490 gr. sqd. Elicotteri (AB-205eA-129);1.137missioni di scorta ai”teams”OSCE;260scorteaconvoglidiaiutiumanitari;27dispositivi temporanei di sicurezza perladistribuzionedegliaiuti;5.800tonnellatediaiutiumanitaridistribuiti;organizzazioneesicurezzaper15.000vaccinazionirelativeapatologie pediatriche; 51 evacuazioni sanitarie via aereo/elicottero sul territorio nazionale (MEDEVAC) per 30 civili e 21 militari (di cui 11 feriti da pallottole); 37 interventi dei Nucleo Bonifica Ordigni Esplosivi (BOE); 17 inter venti del Nucleo Rilevatori NBC, espressamente richiesto dal COMANFOR allo Stato Maggiore Difesa, per accertare l’eventuale tossicità e pericolo di contaminazione di militari e popolazione civile nelle aree di depositi chimici e fabbriche abbandonate, distrutti e o saccheggiate.
Il12agosto 1997, l’Operazione “ALBA” ha avuto termine con l’ultimo rientro in Patria, quello del Comandante della FMP. Il 14 agosto successivo il Consiglio di Sicurezza dell’ONU approvava la Dichiarazione Presidenziale di Encomio per la Forza Multinazionale di Protezione.
CONCLUSIONE
L’esito della Missione “ALBA” è stato un successo per la pace nei Balcani. Tutt’altro che semplice e facile da portare a compimento, come a volte si è portati a credere quando le cose finiscono bene e si osservano standone lontani. Alcune considerazioni. La organizzazione del Comando, in particolare dello Stato Maggiore su base multinazionale, con incarichi chiave assegnati a ufficiali provenienti da altri eserciti, mai incontrati prima, giunti a Tirana alla spicciolata ad operazione già iniziata – è stata del tutto inusuale anzi inconcepibile per qualsiasi struttura organizzativa, decisamente delicata considerato che il comando e controllo andava esercitato su unità combattenti immesse in un ambiente potenzialmente ostile. Ma le decisioni politiche hanno due caratteristiche “endemiche”: lente e complicate nel maturare poi, giunta la decisione si, c’è la pretesa che i suoi effetti si producano immediatamente, senza obiezioni. Così, l’operatività del Comando è stata assicurata dalla componente italiana: ufficiali e sottufficiali hanno dimostrato qualità individuali e collettive di altissima professionalità, incondizionata dedizione al servizio, spiccato senso del dovere, esemplare contegno, consci che il mondo stava guardando l’Italia e le sue Forze Armate.
L’allineamento tra il mandato politico, la missione militare e le regole d’ingaggio non è stato nel suo insieme soddisfacente, con l’esigenza di dover affrontare numerose situazioni non riconducibili al compito assegnato. La limitazione imposta al Comandante nell’impiego dei contingenti di altre nazionalità ha creato situazioni che hanno imposto difficili, pericolose soluzioni e reso molto oneroso l’impiego dei reparti nazionali, unici di cui il COMANFOR deteneva il comando pieno. Questo è stato un grosso problema. Per un comandante di forza multinazionale in zona di operazioni è un punto debole: meglio, il punto debole delle forze multinazionali. Ciascun comandante di contingente nazionale ha disposizioni ben precise per quanto riguarda dove muovere e nell’ambito di quale area operare. Per cui in caso di operazioni che assumono un coinvolgimento intenso di tutta la Forza, il co mandante deve avere la sua libertà di azione per disporre di tutte le unità che sono state assegnate per svolgere quel compito. Il compito è assegnato all’intero contingente ed è al di fuori dell’etica e della dottrina militare imporre al coman dante limitazioni nell’impiego di forze di altri contingenti. E’ comprensibile che le esigenze della politica, degli accordi e di tutto quello che ne consegue possa suggerire una imposizione del genere, però è necessario che i responsabili politici e militari-prima di imporre delle limitazioni – comprendano le difficoltà di un comandante quando si trova ad affrontare situazioni che nella pianificazione non sono state previste, perché non era possibile prevederlo, evento più frequente, non era conveniente considerare.
Per finire, la prima e fino ad ora unica operazione militare multinazionale con responsabilità di comando assegnata all’Italia ha ottenuto, per i risultati conseguiti, numerosi riconoscimenti internazionali di grande prestigio. Tra di questi si riporta-per la sua sostanziale valenza politica la dichiarazione resa da William Jefferson Clinton, Presidente degli Stati Uniti d’America: “Nei Balcani l’Italia sta esercitando una leadership straordinaria e in Albania sta compiendo uno sforzo senza precedenti. La mia previsione è che nel futuro guarderemo allo sforzo italiano in Albania come a una eccezionale svolta storica nella capacità delle Nazioni europee di promuovere la pace”. Tra gli eventi successivi i n ambito internazionale si possono ricordare: il conferimento a rappresentanti italiani di incarichi superiori a quelli fino ad allora ricoperti in organismi internazionali e in operazioni militari (Presidenza Commissione Europea, Presidenza del Comitato Militare Nato, Comando delle Forze ONU/NATO schierate in Bosina, Kosovo e Macedonia); il riconoscimento di “Nato Rapid Deployable Corps”( NRDC) al Comando del 3°Corpod’Armata.
In ambito nazionale, per iniziativa del Comandante del 3° Corpo d’Armata, sono stati sviluppati i seguenti provvedimenti: revisione e potenziamento degli organici del 9°rgt.par.ass.”ColMoschin”, 1°rgt.t., 33°rgt. log.; ammodernamento radicale dell’uniforme da combattimento e delle buffetterie di vario tipo del combattente. In definitiva, è corretto ritenere che la vittoria militare sul campo è stata determinante per una lusinghiera affermazione dell’Italia nel consesso internazionale.
La cerimonia per la conclusione della missione “ALBA”
si è svolta a Milano, sede del Comando del 3° Corpo d’Armata alla presenza del Capo dello Stato che ha decorato le Bandiere delle tre Forze Armate con l’Ordine Militare d’Italia.
Unità operative e di supporto
1. Nazionali
- 1° reggimento CC paracadutisti “Tusca nia”
- 9° reggimento paracadutisti assalto “Col Moschin”
- 151°reggimentofanteria”Sassari”
- lA/ 2°reggimento bersaglieri
- 8 “reggimento bersaglieri
- 18″reggimentobersaglieri con squadrone di cavalleria “Guide”
- 187°reggimentoparacadutisti”Folgore”consquadronedicavalleria”Savoia”
- 1° reggimento trasmissioni
- 33° “reggimento logistico “Ambrosiano”
- Reggimento di supporto Comando Gruppo unità specialistiche {genio, EOO, EW)49″
- Gruppo Squadroni elicotteri(A-129,AB-205)
- Battaglione fanteria di marina “San Marco”(Marina Militare)
- Assetti operativi della Marina Militare e della Aeronautica Militare
2. Altre nazioni
- Austria: compagnia di fanteria
- Danimarca: squadrone di cavalleria
- Grecia: reggimento di fanteria
- Francia: reggimento di fanteria di marma
- Romania: battaglione di fanteria
- Spagna: IOABandera delta Legione
- Turchia: reggimento di fanteria di marina
- Belgio: sezione di sanità
- Slovenia: sezione di sanità