Allarme preoccupazione per l’aumento di atti violenti commessi da minori
Articolo della redazione “Fiamme d’Oro”
Rivista ufficiale dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato
Bari, sabato 22 ottobre: baby gang in azione, due ragazzini pestati per strada. Roma, sabato 29 ottobre: senzatetto aggredito a calci in faccia. Milano, mercoledì 1novembre: baby gang tenta di irrompere nella cabina di guida del treno. E ancora, nella stessa giornata: blitz contro la baby gang a Torino, 5 minorenni perquisiti a casa e denunciati per rapina. Questi sono soltanto alcuni titoli di fatti avvenuti in pochissimo tempo nel nostro Paese. Hanno tutti gli stessi protagonisti: i minorenni. Quello delle baby gang è un fenomeno criminale che è cresciuto nel periodo post pandemia, e che rischia di diventare un allarme sociale vero e proprio.
UN’ANALISI STRUTTURATA
Da chi sono composte, dove sono e cosa fanno le gang giovanili in Italia? Il centro di ricerca Transcrime dell’Università cattolica, il Dipartimento della pubblica sicurezza e il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità hanno svolto uno studio sul fenomeno nel nostro Paese.
Con il rapporto esplorativo Le Gang Giovanili in Italia è stato svolto un lavoro per fornire una classificazione e una mappatura della presenza di queste bande giovanili. Il rapporto è stato realizzato da Transcrime, il centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale dell’Università cattolica del Sacro Cuore, Almamater studio rum università di Bologna e Università degli studi di Perugia, in collaborazione con il Servizio analisi criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno e il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del ministero della Giustizia.
Le informazioni alla base di questo studio sono state raccolte sia attraverso gli Uffici della Polizia di Stato e dell’Arma dei carabinieri, sia attraverso gli Uffici di servizio sociale per minorenni (Ussm). Questi dati sono stati ulteriormente integrati tramite la raccolta e l’analisi di notizie apparse su giornali na zonali e locali o agenzie di stampa.
DOVESONO E COSA FANNO
Il risultato ha evidenziato che le gang giovanili sono attive nella maggior parte delle regioni italiane, con una leggera prevalenza del Centro-Nord rispetto al Sud del Paese e sono principalmente composte da meno di 10 individui, in prevalenza maschi e con un’età compresa fra i 15ei 17 anni.
I crimini realizzanti con più frequenza sono reati violenti come risse, percosse e lesioni, atti di bullismo, disturbo della quiete pubblica e atti vandalici. Meno frequenti e di solito commessi da gruppi più strutturati, sono lo spaccio di stupefacenti o i furti e le rapine. Le vittime sono per la maggior parte loro coetanei.
QUATTROTIPIDIGANG
Dall’analisi emerge inoltre come vi siano quattro tipi principali di gang con caratteristiche differenti e una diversa distribuzione sul territorio. Le più diffuse sono quelle prive di una struttura definita e per questo si rendono responsabili di attività violente occasionali. Al secondo gruppo appartengono le gang che si ispirano o hanno legami con organizzazioni criminali italiane e sono presenti specialmente nel Sud del Paese, d ove le loro azioni sono spesso legate alla volontà di accrescere il proprio status criminale, con l’auspicio di entrare a far parte dei clan mafiosi. Una terza classificazione riguarda quelle bande che si ispirano a organizzazioni criminali o gang estere; sono presenti prevalentemente in aree urbane del Nord e del Centro del Paese e sono composte in prevalenza da stranieri di prima o seconda generazione. L’ultimo gruppo riguarda quello delle gang con una struttura definita ma senza riferimenti ad altre organizzazioni, le quali sono presenti in tutte le macro aree del Paese e composte in prevalenza da italiani. Compiono spesso reati come furti o rapine, ma anche reati violenti. Non sono solitamente dotate di simbologie particolari, né hanno interesse a pubblicizzare le proprie azioni.
PERCHÉ SI ENTRA NELLE GANG
Tra i fattori che spingono i giova ni ad aderire a una gang giovanile sono particolarmente rilevanti: rapporti problematici con le famiglie, con i pari o con il sistema scolastico, difficoltà relazionali o di inclusione nel tessuto sociale e un contesto di disagio sociale o economico.
Influente è anche l’uso dei social network come strumento per rafforzare le identità di guppo e generare processi di emulazione o autoassolvimento. Diversi studi hanno evidenziato come la recente pandemia da Covid-19 abbia avuto un forte impatto sulla quotidianità dei ragazzi, causando un peggioramento delle condizioni oggettive e soggettive di benessere personale. Questa situazione si è innestata in un conte sto già particolarmente critico che vede da diversi anni il nostro paese caratterizzato da difficoltà strutturali per i più giovani. Ne sono un esempio i significativi livelli di abbandono scolastico e le difficoltà nell’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Questi fattori hanno contribuito a esasperare situazioni di marginalità, disagio psicologico o esclusione sociale di giovani e giovanissimi che sono spesso alla base di comportamenti devianti o criminali.
UNFENOMENOINAUMENTO
Negli ultimi anni, sta avendo un particolare rilievo nel dibattito pubblico italiano il tema delle gang giovanili. Sempre più spesso i media locali e nazionali riportano, infatti, azioni criminali o devianti compiute da gruppi di giovani o giovanissimi. Ad esempio, in Italia da gennaio ad aprile 2022 sono stati pubblicati 1.909 articoli contenenti riferimenti a “gang giovanili” o “baby gang” su giornali o agenzie stampa nazionali e locali. Questo numero da solo supera il numero totale di articoli simili pubblicati intuttoil2021 (1.249) ed è più di due volte il numero di articoli del 2020 (741).
COSASISTAFACENDO E COSASIPUÒANCORAFARE
Tra le attuali misure adottate per il contrasto delle gang giovanili emerge come raramente sia stato ipotizzato, contestato o accertato il reato di associazione per delinque re (exart.416 c.p.). Questo denota in parte anche l’assenza di un riferimento legislativo per inquadrare il fenomeno in maniera precisa. Riguardo il percorso di riabilitazione e reinserimento sociale dei membri delle gang giovanili che hanno commesso dei reati, la sospensione del procedimento connessa alla prova è lo strumento privilegiato, mentre la detenzione avviene solo in casi isolati. È opinione diffusa che un’attività di contrasto fondata unicamente sulla repressione sia inefficace. Al contrario, viene sottolineatala necessità di azioni e interventi sinergici fra le diverse istituzioni, comprese scuole e famiglie, mirati allo sviluppo di percorsi di educazione alla legalità, alla partecipazione attiva nella società civile e a risolvere o attenuare le problematiche specifiche di particolari contesti socio economici.
COSAFALAPOLIZIA
La Polizia di Stato è da sempre vicina ai giovani, con iniziative di legalità portate avanti soprattutto nelle scuole e nei territori più esposti alla criminalità, con le sezioni giovanili delle Fiamme Oro, i gruppi sportivi della Polizia di Stato, che tolgono dalla strada molti giovani. Per le vittime e per chi è testimone di violenza, la Polizia ha realizzato l’app Youpol, dove è possibile denunciare in modo anonimo atti di bullismo e di violenza.
Da molti anni gli specialisti della Polizia Postale incontrano inoltre genitori, insegnanti e studenti con il progetto itinerante Una vita da social, una campagna di sensibilizzazione sui rischi e i pericoli in Rete e sull’uso scorretto dei social network.
Inoltre, dedicato agli studenti delle primarie, nelle scuole viene distribuito “Il mio diario” l’agenda scolastica ricca di suggerimenti e consigli rivolti allo sviluppo di una cultura della legalità.
(per approfondimenti: Savona Ernesto U., Dugato Marco e Villa Edoardo (2022), Le Gang Giovanili in Italia. Milano: Transcrime–Università Cattolica del Sacro Cuore)