Giuseppe Arnò, Direttore La Gazzetta italo brasiliana – http://rivistalagazzettaonline.info/ Editoriale dicembre 2022.
Chi la dura la vince.
Una locuzione latina recita: «Vincit qui patitur», ossia vince chi persevera. Ebbene, il partito Fratelli d’Italia ha perseverato, ha vinto. Ora esso e i sodali di centro destra dovranno adempiere alle promesse elettorali: amministrare correttamente la «cosa pubblica» e, dal momento che l’Italia fa parte del consesso sororale delle nazioni fondatrici dell’UE, contribuire a riformulare alcuni mal concepiti trattati, che costituiscono le «Tavole della legge» dell’Unione e che stanno creando problemi di non poco conto.
Solo che l’Europa, da parte sua, invece di occuparsi della soluzione dei tanti problemi che l’assillano, non fa altro che litigare sulla lana delle capre (rixatur de lana saepe caprina). Epperciò, così come si suol dire, mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata!
Tropicalizziamoci!
Citiamo a caso, estraendola dal mucchio, la «performance» della svedese Evin Incir per farci un’idea di come vanno le cose in quel di Bruxelles. Ella, al Parlamento Europeo, batte e ribatte con una proposta di risoluzione, di cui è relatrice, sulla non discriminazione e sulla giustizia razziale. Trattasi di un’iniziativa che, seppur lodevole, non è di certo prioritaria con tanti guai da risolvere all’Europarlamento. E non è finita: nella stessa risoluzione si invitano gli Stati membri a voler aggiornare e attrezzare i propri presidii ospedalieri, con particolare riguardo alle problematiche sanitarie che potrebbero colpire le persone di origine africana, medio-orientale, latino-americana e asiatica, anche tramite le formazioni necessarie e il conseguente aggiornamento dei programmi di studio in medicina. Beh, con tutto il rispetto per gli ‘ospiti’ extracomunitari, ci sembra di essere giunti alle ultime battute, anzi – dati gli argomenti trattati – alle comiche finali: la nostra sgangherata sanità già non è in grado di sopperire alle ordinarie necessità dei propri pazienti (4.000 medici di famiglia in meno negli ultimi 5 anni e 56.000 medici mancanti nel sistema sanitario nazionale, tanto per citare qualche dato) e dovrebbe specializzarsi, utilizzando risorse umane e finanziarie, nelle terapie delle malattie “tropicali”, a cominciare dalle università e finendo agli ospedali. Ahinoi, probabilmente i dignitari che legiferano al 50º parallelo nord non hanno ancora capito che le priorità sanitarie, un gradino più a sud, sono decisamente ben altre!
Acchiappafantasmi cercansi
Comunque, ad essere sinceri, anche a casa nostra la vita non è poi così facile! Finalmente abbiamo un governo eletto dal popolo, un governo politico alla cui guida ci sta una «fuoriclasse», così definita Giorgia Meloni da esperti opinionisti di varie fedi politiche e addirittura da Concita De Gregorio, in un suo editoriale su Repubblica, eppure i professionisti del bastiancontrarismo, ad oltre un mese dalle elezioni, non sembrano aver metabolizzato la botta del primo premier donna targato centrodestra e, conseguentemente, non si danno pace: non trovano di meglio da fare che battibeccare qua e là su argomenti vuoti, futili, e pretestuosi. In sostanza, costoro omettendo di esercitare un’opposizione costruttiva e cioè, quando possibile, essere attori di proposte concrete, valide e alternative a quelle della maggioranza stessa, privano il regime democratico di uno degli “ingredienti” essenziali: tanto è far male una cosa che non farla affatto! Assistiamo dunque a una miserevole “stagione dei veleni”; a una continua polemica sul nulla. Oltre a ciò, per i detrattori, che di scandali e fallimenti politici ne sanno più di qualcosa, ogni occasione è buona per rievocare tormentosamente i fantasmi del passato: in rticolare, fascismo e dittatura. Forse sarebbe il caso di assoldare una squadra di allegri acchiappafantasmi (Ghost Busters), magari gli stessi del film di Ivan Reitman, per così porre fine a questa ormai noiosa tiritera che, di recente, ha messo sotto accusa persino il comico Enrico Montesano e la di lui maglietta ‘galeotta’, oibò, griffata X MAS! Tanto chiasso per nulla: chissà poi che, trattandosi di un comico, la dicitura incriminata non sia stata una battuta di spirito prenatalizia, a doppio senso e mal interpretata? Il termine Xmas o X-Mas è notoriamente un’abbreviazione, di uso colloquiale o commerciale, della parola inglese Christmas (Natale)! Ciò posto, che arduo compito quello del governo Meloni di mettere ordine in casa e possibilmente nella «filanda» Europa, ove invece di seta e cotone si fila lana caprina! Ma ce ne capitano per davvero di tutti i colori e, vogliate credere, non siamo noi ad andarcele e cercare!
«Con l’Italia si è rotta la fiducia»
È quanto ha dichiarato la segretaria di Stato francese agli Affari Ue Laurence Bonne a France Info., a causa del bastimento di SOS Méditerranée carico di migranti che, guarda un po’, ha fatto rotta per Tolone, anziché per un porto italiano.
«E l’Italia s’è rotta… qualcos’altro»
Questa avrebbe dovuto essere la risposta a madame la secrétaire, ma diplomacy oblige, per cui il presidente Sergio Mattarella, da buon padre di famiglia, ha pensato di buttare acqua sul fuoco con una telefonata al suo omologo francese, anche se, rammentiamo, la politica estera non rientra tra le prerogative del Capo dello Stato. Ma, date le circostanze, bene così!
Fate quel che dico non quel che faccio!
Subito dopo, guarda caso, ci è giunta la notizia che Gérald Darmanin, ministro dell’Interno francese, starebbe preparando, a guisa del più intransigente Salvini, una durissima legge sull’immigrazione e che 123 dei 234 migranti sbarcati a Tolone dall’Ocean Viking sarebbero stati espulsi dalla Francia. Al diavolo, dunque, la filosofia libertaria ed egualitaria: essa è, a quanto sembra, un concetto studiato… per l’esportazione, tant’è che tra Italia e Francia di stracci, sulla questione migranti, ne volano sempre tanti, anche se, parbleu!, conti alla mano, 40mila risultano essere le persone accolte dall’Italia rispetto ai 38 ricollocamenti effettuati dalla Francia. Affé, si direbbe dunque che bene abbia agito il governo italiano in occasione delle recenti ondate migratorie. Infatti, il «braccio di ferro» con la Francia ha avuto, tra le altre, un’importante funzione: svegliare Bruxelles dal profondo sopore dell’indifferenza e indurre la competente Commissione europea a definire, una volta per tutte, una linea responsabile, perentoria e partecipativa nell’affrontare la piaga dell’immigrazione ‘selvaggia’. Un fenomeno, l´ immigratorio, che dev’essere rivisto alla luce delle attuali sfide e, principalmente, arrestato alla fonte, mediante l’impiego di forti investimenti per lo sviluppo economico e sociale dei paesi ad alto tasso di emigrazione. Oggi siamo in crisi per qualche decina di migliaia di immigrati, ma domani potremmo essere sommersi da 2.3 miliardi di persone (tale è la stima dell’esplosione demografica africana per il 2050), se non si provvederà ad arginare per tempo il flusso migratorio, attraverso politiche europee atte a rendere vivibile, principalmente, il continente nero. Forse in Europa i difensori del multiculturalismo, divenuto ormai un assioma culturale del pensiero unico moderno, speravano che esso potesse produrre l’Eden in terra, ma non v’è chi non veda come la fantasticheria progressista-multiculturale di integrazione e inclusione di migliaia di immigrati si sia trasformata in un clamoroso fallimento; in utopia; e talvolta in vero incubo. Per non citare i molteplici casi precedenti, ci soffermiamo sui recenti atti vandalici perpetrati ai danni di strutture pubbliche da parte di uno stuolo di tifosi marocchini, che ha messo a soqquadro la capitale belga dopo la vittoria del Marocco sul Belgio nei Mondiali in Qatar.
Coincidenza o segno celeste!
Chissà che l´aver messo a ferro e fuoco Bruxelles non possa servire da monito agli inquilini dei palazzi del potere europeo? In fondo, secondo Einstein, la coincidenza è il modo di Dio di restare anonimo.
La piaga biblica
Continuando sul sacro, vale la pena riportarci alla Bibbia e ricordare che Dio punì gli Egizi con l’invasione delle cavallette per non aver liberato gli Ebrei dalla schiavitù. Noi, in verità, non siamo granché superstiziosi, ma non si sa mai… ecco… forse sarebbe opportuno che l’Europa, a parte ogni altra considerazione, provasse un certo timor di Dio, inteso agostinianamente come principio di sapienza, e aiutasse le nazioni africane a liberarsi dalla schiavitù economica, per evitare, magari, una novella invasione… di locuste. Dio ce ne scampi e liberi! Già quelle che Bruxelles sponsorizza nel nuovo menu europeo (locuste migratorie essiccate) ci bastano, eccome!
La decarbonizzazione: aspetta e spera…
Da ultimo, ma non per importanza, si rende necessario uno sguardo al tanto questionato problema climatico. Una cosa che nessuno fino ad ora aveva osato adottare nelle precedenti edizioni, finite sempre come bolle di sapone, ovvero in «chiacchiere e tabaccheri di ligno» per dirla nel linguaggio del Camilleri-Montalbano, è la chiarezza del discorso. Ecco che, invece, ciò è avvenuto con la puntuale e ferma denuncia del presidente Meloni nel concludere il proprio pensiero al G20, con riguardo alla climate diplomacy. In sostanza, ella arguisce in chiari termini che nella lotta ai cambiamenti climatici non tutti i Paesi si stanno impegnando e che quelli che di più lo fanno stanno pagando un prezzo molto alto, avvantaggiando coloro che si rendono i maggiori responsabili delle emissioni di CO2 sul pianeta. Se non si correggeranno questi squilibri, conclude, gli eventi come l’attuale saranno soltanto tempo perduto. Antifona per la Cina, che produce e consuma quasi la metà del carbone mondiale; per la Russia, primo fornitore di petrolio in Asia; e per la popolosa India, che ha spostato, si badi bene, al 2070 il proprio obiettivo di decarbonizzazione. Purtroppo con questo scenario le cose vanno di male in peggio: in Europa ci si azzuffa per ridurre le emissioni di CO2 e altrove «avanti tutta» col carbone! Non ci siamo resi conto di quanto l’umanità sia in serio pericolo e di quanto sia necessario agire subito; prima che sia troppo tardi. Perdindirindina, che non si trovi una forma di coalizzarci per salvare il mondo da guerre, inquinamento e bestialità umana?
Ci sentiamo veramente smarriti e impotenti. Che fare? Beh, per mettere ordine nel mondo non abbiamo invero a disposizione gli Universal Soldiers, gli invincibili soldati bionici del film interpretato da Jean-Claude Van Damme, ma ci rimane ancora l’arma della musica. Tentare non nuoce! La musica, secondo Bob Marley, può aiutare a lanciare un messaggio di pace e fratellanza ai popoli di tutto il mondo. Punteremmo, dunque, su What a wonderful world, canzone pubblicata nel 1967 ed eseguita magistralmente dal compianto Louis Armstrong. Essa è stata scritta per ricordare ai popoli che il mondo è ancora meraviglioso, nonostante tutto. Forse varrebbe la pena riproporre detto motivo a coloro che il mondo lo stanno selvaggiamente sconquassando. Ma servirà allo scopo? Animo!, in fondo in fondo pur sempre ci sorregge l´imponderabile: «Le cose in cui non speri accadono più spesso delle cose in cui speri» – Plauto.