Contratto USPI – CISAL: una svolta rivoluzionaria per la ripresa del mondo giornalistico- editoriale

29 Ottobre 2022
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di Antonella La Mantia – Trieste

Roma, 19 ottobre 2022 – La stipula del contratto del 15 ottobre 2020 tra l’Unione Stampa Periodica Italiana USPI (organismo nazionale di maggiore rappresentatività del comparto Editoria) e la Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori CISAL, è da considerarsi certamente una rivoluzione nel mondo della comunicazione. Un accordo che permette di lasciarci alle spalle un annoso declino settoriale privato di strumenti contrattuali che potessero soddisfare le esigenze dei giornalisti garantendo loro un livello occupazionale presente e un futuro lavorativo dignitoso.

Le prospettive, dopo due anni dalla sigla del contratto USPI-CISAL, sono estremamente promettenti. L’avvocato Francesco Saverio Vetere, Segretario Generale di Unione Stampa Periodica Italiana, firmatario dell’accordo, alla luce dei risultati raggiunti, lo ritiene uno straordinario successo per il comparto editoriale espressione delle testate online e cartacee.

A darne attuazione fin da subito al contratto, sono stati i grandi editori associati USPI, dando rilievo ad uno strumento contrattuale sostenibilmente adeguato alla contrazione dello stato di precarietà di migliaia di giornalisti.
Unitamente alla grande editoria ad USPI-CISAL hanno rivolto particolare attenzione i piccoli e medi editori, coinvolti massicciamente da due anni nell’attuazione del contratto.

Francesco Saverio Vetere

Francesco Saverio Vetere nella funzione di Segretario Generale di USPI, impegnato in prima linea da oltre un ventennio sul fronte del settore Editoria-Giornalismo, periodo cruciale di trasformazioni endemiche del comparto, attraversato da dinamiche tecnologiche affiancate purtroppo da una recessione economica profondamente compromissoria della stabilità delle aziende, moltissime cancellate per sempre dal 2007 dal panorama editoriale , ha svolto un’azione documentata e funzionalmente penetrante a garanzia della ripresa delle imprese editoriali italiane. Anni di assoluta incertezza occupazionale che ha prodotto miseria per un popolo intero di giornalisti e le loro famiglie. Una fase duramente acuta, durante la quale mentre la sigla sindacale formalmente rappresentativa dei giornalisti si muoveva disfunzionalmente creando un danno irreversibile per la categoria, l’USPI rappresentata dall’avvocato Vetere, negli stessi anni ha rappresentato e prosegue a sostenere con atti di sostanziale efficacia e rilevanza giuridica la ripresa economica dell’intero settore editoriale e della informazione.

Vista l’essenzialità dell’ambito trattato, per maggiori chiarimenti da fornire ai nostri lettori, abbiamo ritenuto dover interpellare il Segretario Generale USPI, Francesco Saverio Vetere, protagonista della epocale svolta contrattuale, per una spiegazione esauriente in ordine alla produttiva funzionalità dell’azione di Unione Stampa Periodica Italiana, in questi lunghi anni di complesso disagio occupazionale del settore.

Avvocato Vetere, quali processi hanno preceduto e condotto alla stipula del contratto tra Unione Stampa Periodica Italiana e la Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori?
Vetere: “Il sodalizio USPI-CISAL e la conseguente nascita della FIGEC (Federazione Italiana Giornalismo Editoria e Comunicazione, aderente alla CISAL) sono decisamente attuali, risalgono infatti a quest’anno. In passato il sindacato era unico e si palesava completamente inadatto per comprendere e regolamentare il settore giornalistico. Per anni si è cercato di sviluppare la sua sensibilità riguardo le tematiche dell’editoria trovando, purtroppo però, sempre un muro. Indipendentemente dagli sforzi, un sindacato unico porta a un abuso di potere, ponendolo involontariamente in una posizione dominante. Per tale motivo è diventato fondamentale crearne almeno un altro, obbligando tutti i soggetti coinvolti ad avere una visione generale del settore. Da qui l’esigenza di creare qualcosa che aiutasse, guidasse e proteggesse chi faceva capolino nel mondo dell’editoria e del giornalismo.
La necessità che questo contratto esistesse era tanta: la stampa è, purtroppo, un settore poco tutelato che sta perdendo migliaia di posti di lavoro. Inoltre, i precedenti contratti collettivi nazionali della FNSI si sono poi rivelati anche inapplicabili in quanto estremisti: o troppo costosi, perchè rivolti ai grandi editori o troppo esclusivi, perché dedicati a una nicchia estrema.
Il contratto CISAL, al contrario, è tagliato su misura apposta per le dimensioni dell’editoria attuale e questo ne spiega il successo. Non ha limitazioni: si applica a tutti i soggetti producenti informazione e comunicazione senza nessun tipo di discriminazione. Condizioni non da poco, anzi più che dignitose per i giornalisti e decisamente sostenibili per le imprese editoriali, soprattutto date le fake news diffuse secondo cui le agevolazioni per le assunzioni dei giornalisti previste dal Fondo straordinario per l’editoria siano applicabili solo ai giornalisti assunti con contratto storico FIEG-FNSI.

Lo scopo più importante di questo contratto giornalistico è proteggere i giornalisti e i dipendenti, dando loro tutte le garanzie previste dalle leggi. Un obbiettivo da non sottovalutare, soprattutto in un periodo storico in cui il giornalismo si sta fronteggiano con una grande crisi.
Come ogni cosa buona la stipulazione del contratto non è stata facile. Non ha trovato sempre terreno fertile, in parte a causa delle lesioni subite dal mondo giornalistico che tendevano a preservare il dominio del sindacato unico. Fortunatamente ora, con il passaggio all’INPS, tutto questo è finito.
Chi usa il contratto CISAL può pagare la previdenza sui propri costi di contratto, rendendo le prospettive del contratto estremamente positive e promettenti. Nei prossimi mesi il contratto sarà rinnovato, diventando la rappresentazione nazionale di un lavoro collettivo, compiendo così un ulteriore upgrade per gli editori e i giornalisti. Non è più sufficiente parlare di editori, di cartaceo o radio e televisioni. Bisogna rivolgersi a tutto il mondo della produzione di contenuti sia offline che online”.

Un’altra domanda che mi è venuta naturale porre all’avvocato Vetere è stata quali fossero i cambiamenti maggiormente impattanti avvenuti sia per i giornalisti che per il mondo della comunicazione.
Vetere: “Il giornalismo sta vivendo un periodo di completa evoluzione cambiando totalmente. Quello tradizionale faceva affidamento ad elementi specifici: la carta e la periodicità della testata. Di conseguenza l’idea dello spazio, il numero delle battute e le tempistiche hanno costruito e caratterizzato la professione giornalistica negli ultimi 200 anni, soprattutto in Italia. Adesso con l’avvento di Internet tutto è cambiato: il concetto di spazio è diverso, così il modo di redigere gli articoli. Il giornalismo e i suoi attori si sono dovuti adeguare a un mondo più veloce, utilizzando modi e stili di trasmissione delle notizie più veloci e immediati. Non ci si deve però far ingannare dall’apparente apertura di internet: non si può scrivere tutto ciò che si vuole. Un articolo deve essere penetrante, una calamita per l’attenzione che ispiri i lettori e li faccia dire “voglio sapere di più”.
Il mondo del giornalismo sta formando un altro tipo di professionalità, diversa da quella di 200 anni fa, il cui scopo è rendere gli articoli più penetranti nel mondo del web. Una concezione nuova e fresca, sulla quale l’attenzione delle istituzioni del mondo giornalistico si è sviluppata molto tardi rispetto ai Paesi occidentali.
Per riassumere, ciò che è fondamentale sapere è che tutto è cambiato e bisogna adeguarsi ai nuovi tempi per non solo restare al passo, ma anche per farsi notare avanzando e migliorando sempre più”.

(Fonte paeseitaliapress.it)

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