“Spesso noi ebrei siamo accusati di parlare solo della Shoah, ma lo facciamo perche’ temiamo che l’uomo non sia così intelligente da redimersi”.
Il giornalista e scrittore Alan David Baumann è stato insignito del Premio Ambiente e Societa’per l’impegno profuso nel trasmettere cio’ che e’ stata la Shoah attraverso le opere dei suoi genitori, la pittrice Eva Fischer e l’artista Alberto Baumann. La manifestazione organizzata dalla casa editrice A&A si è svolta sabato 20 novembre a Priolo Gargallo. (SR).
Sul palco del teatro comunale di Priolo il giornalista romano ha raccontato attraverso un video le sue radici e la sua storia. Figlio della pittrice Eva Fischer e del poliedrico giornalista e artista Alberto Baumann, ha respirato fin dalla sua prima infanzia l’amore per la cultura e per l’informazione. Oggi Alan Baumann, scrittore e direttore de “L’ideale. L’informazione oltre le consuetudini”, e custode dell’archivio Abef intitolato ai suoi genitori, porta la testimonianza di ciò che è stata la Shoah nelle scuole di ogni ordine e grado, e lo fa attraverso alcune tele di “Diario segreto”, i dipinti creati da Eva Fischer e tenuti nascosti per oltre 40 anni dall’artista persino ai suoi familiari. Sono opere che testimoniano l’orrore, una narrazione dolorosa e toccante di diritti umani violati, di vite spezzate dalla violenza e dall’odio. In occasione della giornata della memoria Alan con passione trasmette ai ragazzi ciò che è stata la Shoah con la forza dei colori e il potere dell’Arte. Per far sì che anche le nuove generazioni conoscano il vero senso della storia e attraverso la memoria di ciò che è stato non accada mai più.
“Spesso noi ebrei siamo accusati di parlare solo della Shoah, ma lo facciamo perché temiamo che l’uomo non sia così intelligente da redimersi” ha spiegato Baumann a Priolo. “Sarebbe importante non fermarsi a parlare della Shoah solo il 27 gennaio ma trasmettere quelle storie tragiche come antidoto contro l’ignoranza, che è un male della nostra era” ha proseguito Baumann, riferendosi in particolare alle recenti manifestazioni della violenza di piazza, al senso di intolleranza sempre più diffuso, al dilagare delle discriminazioni e dell’odio, anche alimentati dai social.
“Purtroppo, ha proseguito Baumann, certe manifestazioni stanno continuando ancora oggi. Speriamo che tutto cambi per la sopravvivenza di ognuno di noi, perché siamo noi a decidere in quale Società e in quale Ambiente vogliamo vivere”. Il giornalista ha spiegato con una metafora il senso delle sue parole: “pensiamo al famoso ballo della mattonella, quando ci si sforzava, in quel minimo spazio, di non calpestare i piedi della ragazza alla quale ci stringevamo. Proviamo ad immaginare che al posto della nostra partner vi sia la società: Se ognuno di noi tentasse di non calpestarla forse riusciremmo a risolvere qualche problema che ci assilla”. Baumann ha presentato inoltre il suo ultimo libro: “La guerra dei 6 giorni non terminò con mio padre” una raccolta di articoli, diari, riflessioni scritti dal padre Alberto. Di lui Alan dice: “Alberto era certamente laico, talvolta addirittura ateo, ma rimaneva profondamente ebreo.”
L’intervento di Baumann è stato il più emozionante della serata. Fra gli altri premiati molti esponenti di primo piano del mondo culturale, artistico, sociale. Tra questi la giornalista Rai Lucia Basso, lo scrittore Giuseppe Risica, l’attore Massimo Wertmuller, il giornalista Maurizio Martinelli, la pianista Maria Grazia Di Giorgio, il musicista Salvatore Terlizzi, il chitarrista classico Giran Listes, il geologo Marcello Farina, Giorgia Gaibani della Lipu, la filosofa Heather Reid, il Direttore d’orchestra Carmelo Caruso, il pianista Nicola Colabianchi, il chirurgo Piervalerio Manfroni, il pugile Salvatore Cavallaro. Un premio speciale alla memoria è stato conferito al musicista Corrado Galzio, recentemente scomparso, fondatore del Festival internazionale Noto Musica e del Conservatorio italiano di Musica a Caracas.