Le aquile sulle strade del Montenegro. Il Battaglione di Polizia motociclisti

15 Ottobre 2021
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del Commissario Giulio Quintavalli,

Ispettore Massimo Gay e Ispettore Fabio Ruffini

Articolo tratto dalla Rivista ufficiale dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato. Anno XLVIII – n 2 maggio luglio 2021

Il Battaglione motociclisti vestiva la piccola uniforme grigioverde con stivale in cuoio, casco da motociclista con occhiale o elmo metallico, eventuale giubbotto in pelle e maglione a collo alto, guantoni da motociclista. La bandoliera montava il fregio del Corpo in metallo; un secondo fregio, privo dello Scudo di Savoia, era unito a quest’ultimo da due catenelle. Ciascun agente era dotato di un Moschetto Automatico Beretta 9 mm., un moschetto ’91 T.S. e bombe a mano.

Ottant’anni fa il Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza è chiamato ad assolvere un nuovo e gravoso compito: contrastare la reazione contro le Forze italiane in Montenegro e nei territori ex jugoslavi messa in atto con attentati, sabotaggi, azioni armate e di guerriglia. L’idea di forze mobili di Polizia si deve alla lungimiranza dell’allora Capo della Polizia, il Prefetto Carmine Senise. Giurista e giornalista, già capo dell’Ufficio stampa del Ministero dell’Interno in età giolittiana, voluto dal Ministro dell’Interno Buffarini Guidi alla guida della Polizia, si distingue per la capacità di interpretare e comprendere le piazze e di dare in tempi rapidi un nuovo assetto all’organizzazione della Polizia.

LA MODERNIZZAZIONE DEL CORPO

Al suo spirito riformatore si deve una visione più strutturata e complessa della pubblica sicurezza, della quale assume la direzione al decesso di Arturo Bocchini, nel novembre 1940, dopo esserne stato suo vice per alcuni anni. Avendo riscontrato l’organizzazione e l’organico del Corpo degli Agenti di P.S. inadeguati alle mutate esigenze dettate dal conflitto mondiale, diventa promotore di importanti iniziative per modernizzare il Corpo. L’organico al 1938, composto di circa 17.800 unità, e successivamente incrementato da Bocchini nel giugno 1940 di 1.000 agenti e 45 funzionari (per le funzioni di comando di Corpo), nel settembre successivo aumenta ulteriormente di 3.740 unità. Nel febbraio del 1941, il Capo della Polizia Senise integra la forza di 3.500 unità, e nel ’42 dota il Corpo di propri ufficiali, posti al comando di oltre 26.000 uomini, tra sottufficiali e guardie. Con il nuovo organico Senise rafforza le questure esistenti e impianta quelle province, nate dalla ridefinizione dei territori dell’ex Jugoslavia.

UNA NUOVA FORZA MOBILE

Ѐ in questo contesto geopolitico che si sviluppa una forza mobile, ben addestrata ed equipaggiata, composta da giovani reclute, per dotare il Ministero dell’Interno di un nuovo strumento duttile, tecnico ed efficace, capace di fronteggiare agitazioni, disordini, tumulti, sovvertimenti dell’ordine pubblico, ammutinamenti e, non ultimo, contribuire alla resistenza armata contro eserciti stranieri, eventualmente occupanti. Con la sua autorevolezza e capacità di relazione, Senise attua un rafforzamento della Polizia anche in un momento in cui lo sforzo bellico, che volgeva verso incerti esiti, assorbe tutte le energie del Paese. Rapporti diretti e di piena fiducia con la Corona – ricordiamoci che Senise era tra i protagonisti della caduta del Fascismo (25 luglio 1943) e dell’arresto di Benito Mussolini – e di stima con i Comandanti Generali delle altre Forze Armate e di Polizia, gli permettono di rinsaldare una stretta collaborazione tra le stesse e la Polizia fino a farne condividere, come vedremo, funzioni, destini e sacrifici del proprio personale.

I BATTAGLIONI MOBILI E IL BATTAGLIONE Dl POLIZIA MOTOCICLISTI

Su questa spinta motivazionale, a partire dal 1940, sono istituiti i Battaglioni Mobili di Polizia (Roma, Milano, Torino…) e le Compagnie Mobili, dislocate in importanti città del Regno o in quelle più vicine alle zone di operazioni o di confine (Genova, Napoli, Trieste, Bari, Catania, Bologna). Con dotazioni tipiche delle Forze Armate e con il necessario addestramento, questa Forza risulta capace di coniugare i compiti di polizia con i gravosi cicli operativi bellici in atto nell’area balcanica. In tal senso, un Battaglione Agenti di Polizia Motociclisti, mobilitato dallo Stato Maggiore del Regio Esercito dal 18 aprile 1941 al 24 febbraio 1942, posto alle dipendenze della XVII Corpo d’Armata del Comando Superiore FF.AA. insieme alla Divisione Messina, viene inviato in Montenegro e Albania. A tali motivazioni tecnico-operative, che elevavano il Corpo di P.S. al rango di Corpo in Armi dello Stato con pari prestigio, se ne aggiungono altre, prettamente politiche, volte a fugare dubbi sulla piena fedeltà della Polizia allo Statuto e alla Corona. Testimonianza di ciò, ne sono la narrazione postuma dei dialoghi di Senise col Ministro dell’Interno Buffarini Guidi al quale, forte della sua lunghissima carriera, palesava la sua immedesimazione con I ‘Amministrazione dello Stato e non con i governi.

Il reparto disponeva di 24 motocarrozzette armate con scudo; 6 mototricicli armati c. s.,
12 motociclette armate c. s.; 150 motociclette sciolte; 9 autocarri leggeri, autoambulanze, carri attrezzi e officina autovetture

UN NUOVO SENSO Dl APPARTENENZA

Le Forze Mobili di Senise esprimono un sotteso disegno politico per creare una forza potenzialmente antagonista alle organizzazioni di polizia marcatamente politica o ausiliarie al Corpo di P.S., dipendenti dal Partito Nazionale Fascista (Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, Milizie Speciali…) direttamente subordinate al Capo del Governo e che, in caso di conflitto istituzionale tra Re e Governo, avrebbe potuto sostenere quest’ultimo. Senise rafforza la disciplina e il senso di appartenenza del Corpo degli Agenti di P.S., accentuando i caratteri militari e di disciplina, e affida al colonnello Fernando Soleti le funzioni ispettive per il Corpo.

LA DIVISIONE SPECIALE Dl LUBIANA

Le Autorità Militari apprezzano l’azione del Prefetto, tanto che dal 1941 nelle nuove provincie dovute alla ridefinizione territoriale del Regno per la campagna di Jugoslavia (Lubiana, Spalato e Cattaro) i Comandi Militari affidano alla Polizia il contrasto alla reazione slava, messa in atto con attentati, sabotaggi, azioni armate e di guerriglia contro le Forze italiane. In questo clima guerreggiato nel gennaio del 1942 viene istituita la Divisione Speciale di Polizia di Lubiana con dipendente una Compagnia Mobile per i servizi di ordine pubblico, rastrellamento, scorta convogli (ferroviari e stradali) e controguerriglia. Anche Zara e Spalato vantano una Compagnia Mobile, con agenti tratti dalle maggiori Questure del Regno, dalle Scuole di Polizia di Caserta e Roma e da alcuni Battaglioni Mobili.

Le Moto Guzzi GTW e GTV risultavano particolarmente robuste, affidabili e versatili, del tutto rispondenti alle esigenze di servizio

IL BATTAGLIONE “FIUME”

La diretta partecipazione della Forza Mobile di P.S., nei primi due anni di guerra, e l’incalzare dei patrioti jugoslavi dopo la disfatta militare dell’asse italo-tedesco sul fronte russo, spinge l’invio di un Battaglione Mobile in zona di operazioni: il Battaglione Speciale di Polizia “Fiume”, ovvero il Battaglione Mobile Roma, rinforzato il 21 giugno del 1943 con le nuove reclute della Regia Scuola di Polizia di Caserta. I suoi oltre 500 agenti prendono parte a numerosi rastrellamenti antiguerriglia, alla vigilanza delle linee ferroviarie, telegrafiche e telefoniche, alla difesa di obiettivi strategici (ponti, centrali elettriche …) con un importante contributo di sangue. Il battaglione viene frettolosamente fatto rientrare a Roma l’8 settembre 1943.

IL BATTAGLIONE AGENTI Dl POLIZIA MOTOCICLISTI

Il 13 aprile 1941, la Direzione Generale della Pubblica Sicurezza costituisce il “Battaglione Agenti di polizia motociclisti”, mobilitato il 18 aprile con atto dello Stato Maggiore Regio Esercito verso l’area di conflitto dell’Albania-Montenegro e posto alle dipendenze del Comando Superiore FF.AA., e successivamente del Comando Truppe Montenegro. L’armamento di reparto prevedeva, tra l’altro, motoveicoli Moto Guzzi dotati di armamento pesante – come le mitragliatrici Isotta Fraschini – moto Gilera e fucili mitragliatori Breda 30 montati su motociclette. La casa motociclistica di Mandello del Lario, che sin dai primi passi aveva intrapreso un percorso comune con la Polizia, continua a condividerne le sorti dell’Istituzione dimostrandosi affidabilissima compagna di azione. Desideriamo ricordare le intuizioni di allora in occasione del Centenario della Moto Guzzi; una storia di stretta collaborazione tra Poliziotti in divisa e Moto in livrea, sintetizzata da quel lontano volo intrecciato dalle rispettive aquile sui cieli montenegrini e albanesi. Il battaglione Motociclisti assolve, come detto, con grande efficacia ai compiti di pattugliamento, scorta e viabilità al trasporto militare, rastrellamento e interventi di controguerriglia, distinguendosi per disciplina, coraggio e ardimento. Cessa di operare il 22 febbraio 1942, al termine del servizio in mobilitazione.

NUOVI MODELLI ORGANIZZATIVI

L’azione delle Forze Mobili di Pubblica Sicurezza nei diversi cicli operativi nelle zone balcaniche è ciò che caratterizza queste unità, la cui eterogeneità di impiego permette all’Istituzione capacità offensiva e difensiva armata in scenari operativi tragicamente incerti, come il successivo coinvolgimento diretto contro le unità militari tedesche a Roma e la gestione dell’ordine pubblico, in un Paese sconvolto dalla guerra civile tra il ’43 e il ’45. Dolorosi banchi di prova che disegnavano inediti modelli organizzativi e operativi della Polizia che, non disgiunti da altri tradizionalmente attinenti all’attività di polizia giudiziaria, di sicurezza e di soccorso pubblico, conferiscono al Corpo un’inedita specificità (nei servizi, nella logistica, nella selezione e preparazione degli appartenenti) rispetto ad altre Forze Armate dello Stato, di cui diviene parte integrante dal luglio 1943. Con l’inizio del periodo repubblicano, il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, si pone come garante delle libertà costituzionali, votandosi fino ai nostri giorni nell’attuale Polizia di Stato. La Forza Mobile diventa, con quella Territoriale e Speciale, uno dei tre criteri di radicale riorganizzazione del Corpo nel Secondo dopoguerra e sulla quale grava, in via principale, l’esecuzione dei vari servizi e settori di impiego.

LA MEDAGLIA Dl BRONZO AL BATTAGLIONE MOTOCICLISTI

Il Battaglione Motociclisti è insignito di Medaglia di Bronzo al Valor Militare (alla bandiera del Corpo) e del seguente Encomio solenne: Reparto bene addestrato, disciplinato, di spiccato spirito guerriero. In cameratesca viva collaborazione con le altre Forze Armate, ha preso parte alle operazioni di grande polizia in Montenegro, dando generoso contributo di sangue e di valore. Ha assolto i propri delicati servizi di istituto con sagacia, con fervida attività e con ottimi risultati. Cettigne, 15 febbraio 1942″.

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