ANUPSA – GRUPPO DELL’AQUILA. Premio Medaglia al Valore Storiografico. Prima edizione.

21 Settembre 2021
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I temi della storiografia militare e dei valori di appartenenza, di identificazione con una funzione pubblica, oggi si pongono come un’ossatura unica dentro un paese in palese difficoltà, dove storiografia, cultura e compattezza sociale presentano enormi problemi di fondo.

La storiografia, forse eccessivamente sovvenzionata, è concepita non solo molto ideologicamente ma anche come un tribunale, con dei saggi che sempre di più somigliano a delle istruttorie.

La cultura evidenzia un distacco palese tra il ceto-corporazione che la imposta e la parte più estesa del nostro paese.

Non si tratta solo di un inasprirsi dei linguaggi, delle terminologie, dei concetti.

Inizia a venire meno la forza di attrazione dei punti di identificazione e di mediazione, con il rischio crescente di una perdita del monopolio della forza da parte dello stato.

Perché Elena Aga Rossi, la scrittrice di “Una nazione allo sbando”

Elena Aga Rossi è il frutto di una delle migliori scuole storiografiche europee, ovvero di quegli studi sul fascismo fondati e perseguiti da Renzo De Felice, il primo a mettere a frutto in modo sistematico l’avvenimentistica e la documentazione prodotte dal fascismo.

Dentro la “scuola” di De Felice, pur ricchissima di frutti, Elena Aga Rossi è forse la studiosa più coerente e di certo quella che maggiormente si occupa dell’aspetto militare.

Già questa scelta dimostra un carattere inconfondibile della nostra storica, pronta a prendere di petto il settore più drammatico e meno brillante della vicenda mussoliniana, quello in cui l’affresco defeliciano aveva più bisogno di rifiniture.

Con un approccio energico che le è caratteristico, Aga Rossi non cerca le fasi lusinghiere del fascismo e dell’esercito italiano.

Questo perché gli oggetti veri ultimi della sua opera non sono il “regime fascista” e l’esercito italiano ma l’Italia, quell’Italia cui la nostra storica dedica un libro che andrebbe oggi richiamato, “L’Italia tra le grandi potenze; dalla seconda guerra mondiale alla guerra fredda”. E forse verrebbe da dire con Garibaldi che il lavoro dell’esercito, ovvero la guerra, emerge come il momento rivelatore della vera natura dell’uomo.

Nel nostro caso come momento rivelatore della nazione.

Di quella nazione che tanto faticosamente si era costituita tra il XIX secolo e i primi decenni del XX secolo.

Ebbene, questa faticosa e spesso troppo enfatizzata costruzione crolla brutalmente l’8 settembre, data fatidica, scolpita per sempre dal titolo scelto dalla nostra studiosa: “Una nazione allo sbando”.

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