Alan Davìd Baumann
Provate ad immaginare la vostra città sotto un allarme costante. I bimbi che piangono, i vostri animali impauriti, le persone che in fretta prendono poche cose da portare velocemente nel rifugio. Lì aspettate il fragore dell’apparato Iron Dome che intercetta il micidiale missile del nemico. Poi altri boati ancora, nella speranza che uno di essi non venga mancato dal sistema difensivo e distrugga la vostra o un’altra abitazione civile, non entri in un autobus – come accaduto ieri -, non colpisca un ospedale. Ad allarme finito rientrate nella vostra abitazione ed in procinto di ricollocarvi tra le braccia di Morfeo, risuona l’allarme. Nel frattempo in alcune città, tra le quali Lot, c’è la ribellione degli arabi israeliani, con la distruzione di alcune sinagoghe ed altri attentati.
Ed il mondo cosa fa? Il famigerato presidente turco Erdogan telefona al capo di Hamas ed a quello dei territori palestinesi (ma che Wikipedia definisce Presidente della Palestina), Abu Mazen – in scadenza dopo 13 anni ininterrotti -, per dare loro man forte minacciando di volere l’unione di tutti i mussulmani contro lo Stato sionista terrorista (con il quale però la Turchia ha relazioni diplomatiche); Nella petrolsuddita ipocrita Europa ed in particolare nel nostro paese, di primo impatto tacciono tutti, ma ad onor del vero il primo a schierarsi apertamente a favore di Israele è stato il leader della Lega Salvini, e dopo i primi 1000 razzi anche altre parte politiche hanno espresso la volontà di un cessate il fuoco. Intanto si organizzano manifestazioni in molte parti del paese per commemorare la “Nakba” palestinese (tradotto da alcuni come “esodo” o “catastrofe”), ossia il giorno della nascita di Israele, paese accusato di pulizia etnica e come tale va incentivata per il 15 maggio ogni manifestazione antisraeliana-antisionista-antisemita. Manifestazioni autorizzate (?)
Non tacciano neanche i giornali. Io non mi vanto di sapere, al di fuori di argomenti di cui ho approfondito la Storia e vado a consultarmi prima di voler scrivere un articolo, cercando delle basi reali, non modificabili. Per questo il titolo di questo articolo è “airotS le scatole”: airotS è il contrario di Storia ed inscenare articoli pregiudizievoli contro quel che è stato è al di fuori dalle basi del giornalismo, rasentando spesso la falsità e si alimenta il razzismo, approfittando di grandi titoli che abbiamo imparato a conoscere nel tempo. Non dico che sia vietato essere propensi ad una parte del conflitto, ma non è necessario essere contro l’altra parte, specialmente quando si opera nei media. Troppo spesso queste vicende mettono a nudo i reali sentori antiebraici, spesso derivanti da antiche credenze che molti popoli ignoranti si sono visti inculcare. Si tratta di un giornalismo ciarlatano e mistificatore che approfitta del lettore-ascoltatore-spettatore che non solo trova un articolo che per lui ha poca importanza per il semplice fatto che “capita all’altro” e non a lui, ma legge un titolo del tipo “Sventrato a Gaza palazzo di 12 piani” e si pone delle domande. Sarebbe bastato leggere l’occhiello per rendersi conto della realtà delle cose: “Per ritorsione ad oltre 1000 missili inviati da Hamas, Israele bombarda la sede dei servizi logistici e di informazione terroristica, dopo aver avvisato la popolazione con lancio di volantini un paio di ore prima dell’attacco”. Una testata giornalistica ha anche detto ripetutamente che i missili sono stati lanciati dalla frangia estremista di Hamas. Mi chiedo quale sia il lato non radicale: quello che risarcisce la famiglia dei martiri?
La Jihad e Hamas, come gli Hezbollah, sono riconosciuti anche dall’Unione Europea come organizzazioni terroristiche o gruppi che hanno svolto attività terroristiche. Basti ricordare che i loro padri si allenavano con le Brigate Rosse nostrane e le Baader-Meinhof tedesche (note anche come Rote Armee Fraktion), provocando molti attentati ad aerei ed il dramma della nave da crociera Achille Lauro, per non dimenticare la strage alle Olimpiadi di Monaco, nel 1972. In diversi casi vi fu il consenso assenso di alcune politiche europee.
Pochi colleghi si sono preoccupati di come viva la gente di Israele e di cosa ha realmente scatenato questa guerra. Credete sia bastato lo sfratto di alcune famiglie da Gerusalemme Est o forse si attendeva un pretesto e la fine del Ramadan mussulmano per dimostrare la potenza di fuoco made in Iran accumulato in pochi anni dopo l’ultima escalation. Forse si tratta di un gioco delle parti prima di eventuali elezioni per la Cisgiordania e la Striscia di Gaza, con le scelte della Jihad e di Hamas di collocarsi al vertice. Forse si è invece trattato di un’abile mossa per incrinare i nascenti accordi di Abramo tra Israele ed alcuni Stati Arabi. Resta il fatto che la politica mondiale pensa che un migliaio e più missili siano bombe alla crema. Ancora una volta Israele sembra non dover reagire, ma giustamente vengono analizzati degli obiettivi mirati e questo è fra i motivi della non nascita fino ad ora di uno Stato arabo. Fermo restando che tra la Striscia e la Cisgiordania c’è e ci sarà sempre Israele e nonostante un canale televisivo nostrano parli di un “Ministero della Salute di Gaza”, come se ci fossero due Stati oltre ad Israele, il problema essenziale è che finché, nonostante la frontiera fra la Striscia e lo “Stato Ebraico”, Gaza non farà parte di un altro stato, Israele potrà avvisare la popolazione residente di un imminente attacco contro Hamas: nel caso di due stati riconosciuti, se uno attacca l’altro, il secondo non credo avviserà di una probabile ritorsione, benché mirata.
Quando inviano missili si chiamano Hamas, quando muoiono sono “poveri palestinesi”, quando hanno il passaporto israeliano sono cittadini arabi, ma alla fine cosa sono? Il popolo arabo non ha voluto/potuto seguire quello ebraico nell’effettuazione della dichiarazione Balfour e la successiva ratifica durante la conferenza di Sanremo che ha compiuto un secolo pochi giorni fa. Dopo la cessione da parte della Francia dei territori dell’antica Palestina romana poi ottomana e la formazione di Libano e Siria, il resto della Palestina è stato diviso tra Giordania e Israele. Coloro che hanno accettato di essere partecipi allo stato di “cugini” semiti, è diventato cittadino israeliano. Gli arabi di Israele fanno parte della popolazione, sono presenti nella politica, nelle università, nella sanità, nell’esercito e nelle istituzioni. Gli altri si sono voluti chiamare “palestinesi” e rammento sempre come la Brigata Palestinese che negli eserciti degli alleati ha liberato l’Italia dal nazifascismo, era composta esclusivamente da ebrei; mentre tale Arturo Toscanini creò a Tel Aviv nel 1936, la Orchestra Filarmonica di Palestina come sfida aperta al nazi-fascismo ed emblema degli autentici valori dell’umanesimo europeo nell’ora in cui la notte stava per calare sull’intera Europa.
Israele tenterà sempre di non colpire i civili. Esempi ve ne sono stati all’esempio di una ragazza di Gaza che è stata curata a Tel Aviv e dove i suoi genitori l’hanno potuta assistere: il padre era un dirigente di Hamas.
Nella “Guerra civile” che sta scoppiando in alcune città israeliane a forte presenza araba, sono state distrutte delle sinagoghe. Segno ancora una volta di quel che si chiama “antisemitismo”, collegabile come già scritto ed uniformandosi all’antisraelianismo ed antisionismo. Per questo manifestazioni come quelle di sabato 15 dovrebbero essere vietate e gli organizzatori accusati, come prescrive la legge italiana, di antisemitismo.
Gerusalemme e gli ebrei (ovunque essi siano) hanno il diritto di difendersi!