Articolo tratto dal periodico “La notizia – Londra” (*)
Anno XVII n. 3 maggio – giugno 2021
È partito il conto alla rovescia per la richiesta del settled status, il permesso di soggiorno post-Brexit che consente a tutti gli europei di continuare a vivere, lavorare e studiare in UK e parecchi italiani avanti con gli anni mancano ancora all’appello. Al 31 dicembre 2020, ultima rilevazione pubblicata dall’Home Office, 4.916.280 cittadini dell’Unione Europea residenti nel Regno Unito avevano presentato domanda e gli italiani che a quella data avevano ricevuto il permesso di soggiorno erano 472.300. C’è però una piccola ma importante percentuale che ancora non ha fatto richiesta, e la cosa sta destando notevole preoccupazione: gli over 65. Secondo i dati elaborati dall’Home Office solo il 2% del totale degli europei che hanno presentato domanda rientra in questa fascia d’età, complessivamente appena 111.130. Un numero troppo basso per poter essere certi che tutti coloro che ne hanno diritto abbiano fatto richiesta. Il rischio è che al termine dell’ultimo giorno utile per presentare domanda (il prossimo 30 giugno) decine di migliaia di persone anziane si ritrovino in una posizione non regolare agli occhi del governo britannico, nonostante molti di loro vivano qui da decenni.
A tal proposito il Comites di Londra, in tandem con il Consolato Generale d’Italia nella metropolis britannica, ha dato vita a una serie di attività di sensibilizzazione espressamente rivolte agli over 65 italiani residenti nel Regno Unito. Il problema infatti è puramente culturale: per molti di loro risulterebbe inappropriato dover chiedere un permesso di residenza in un Paese che già in passato gli aveva rilasciato l’indefinite leave to remain, certificato che, come ha più volte spiegato l’Home Office, non è valido ai fi ni del diritto alla permanenza nel periodo post Brexit. Altri ancora ritengono che essere sposati con un partner britannico possa bastare, anche questo irrilevante ai fi ni del rilascio del permesso se non si è ottenuta nel frattempo la doppia cittadinanza, italiana e britannica. Secondo i dati in possesso dal Consolato Generale d’Italia a Londra, sono più di 41mila gli over 65 italiani iscritti all’AIRE e ad essi è stata inviata a gennaio una lettera per sollecitarli a chiedere il Settled Status.
Nelle ultime settimane è stata avviata una campagna di informazione sul web e sui social per sensibilizzare i familiari più in confidenza con la tecnologia e invitarli ad attivarsi per conto dei loro parenti più anziani. Da mercoledì 21 aprile è stato riaperto lo sportello “Settled Status” al Consolato Generale di Londra: uno strumento che permette ai connazionali che hanno meno dimestichezza con il digitale di registrarsi gratuitamente si tratta di un’iniziativa resa possibile grazie alla disponibilità del Comites di Londra, dell’associazione “The New European” e di tutti i patronati presenti sul territorio (ACLI, INAS, INCA CGIL e ITAL UIL) che hanno dislocato personale specializzato nei locali del Consolato Generale presso Harp House 83-86 Farringdon Street, EC4A 4BL. Lo sportello è attivo settimanalmente (il mercoledì dalle ore 14 alle ore 17), ma può variare la cadenza sulla base delle necessità che emergeranno da parte della collettività. Per prenotarsi si può inviare una email a brexit@comiteslondra.info oppure si può cliccare qui http://www.comiteslondra.info/news/pre-e-settlement-statuscome-richiederli-e-che-documenti-presentare/
“Gli italiani hanno risposto molto positivamente all’invito del governo britannico a registrarsi al Settlement Scheme e la conferma giunge dagli oltre 470 mila connazionali che ad oggi hanno ottenuto il permesso – ha affermato il Console Generale Marco Villani – ma non dobbiamo lasciare indietro nessuno. Per tale motivo, insieme al Comites, abbiamo lanciato una serie di iniziative per sensibilizzare la popolazione più anziana, aiutandola in tutti i modi ad informarsi e ad effettuare la domanda. La scadenza è dietro l’angolo e queste ultime settimane sono fondamentali per non rischiare che molti connazionali si trovino in una situazione di irregolarità”. “E’ importante registrarsi al Settlement Scheme perché dobbiamo poter provare a tutte le Autorità del Paese che abbiamo il diritto a vivere qui” – ha dichiarato da parte sua Pietro Molle, Presidente del Comites Londra – “e tra i diritti che potremo continuare a far valere ci sono, ad esempio, l’iscrizione ad un GP, così come le cure mediche e medicinali gratuiti. Ma se non chiariamo la nostra posizione agli occhi del governo britannico, anche se viviamo qui da decine di anni, il rischio è che dopo il 30 giugno potremmo perdere questi e molti altri diritti. E’ fondamentale che ognuno faccia domanda, soprattutto se rientra nella categoria degli over 65 che, secondo i dati dell’Home Office, sembrerebbe quella che si è interessata meno a questo obbligo di legge”.
La Redazione
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