LA RESISTENZA NON FU SOLO LOTTA PARTIGIANA. IL RUOLO DECISIVO SVOLTO DAI MILITARI.

28 Aprile 2021
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Di Donato Carlucci – presidente ASSOARMA Parma

Articolo tratto dalla Gazzetta di Parma.

Domenica 25 aprile 2021

Parma assaporò la Liberazione il 26 Aprile, quando entrò in città un sacerdote, Paolo il Danese, alla testa dei suoi partigiani, d’ispirazione di indipendenza cattolica. Le formazioni partigiane non erano solo quelle di una parte politica! Giorgio Napolitano, più volte, ha voluto liberare la Resistenza da “esclusivismi faziosi”.

Arndt Lauritzen, il Danese, impedì che Parma fosse coinvolta in quelle faide-azioni di vendetta, che si verificarono altrove, e partecipò alle trattative con i tedeschi per lo scambio dei prigionieri. La Resistenza, dall’elevata valenza etico-politica, non ha prodotto vantaggi militari, né ha accelerato la disfatta tedesca: senza le Forze Armate Alleate ed Italiane non vi sarebbe stata Liberazione.

La Resistenza ha 3 diverse facce: «la partigiana», con cattolici-comunisti-monarchici-socialisti, «la popolare», con la gente comune, il Clero, gli Ebrei, gli operai, boicottando la produzione bellica, i ferrovieri, rallentando i treni per far saltare giù i deportati, i medici, firmando falsi certificati, gli imprenditori, impedendo la deportazione dei collaboratori, i contadini, e «la militare», spesso e volutamente, posta nel dimenticatoio.

Questa realtà storica viene alterata da organizzazioni ideologiche, tant’è che siamo l’unica Nazione occidentale ove la Resistenza la si vorrebbe imporre come sinonimo di «sinistra».

Napolitano, da Presidente della Repubblica, ha sempre invitato ad evitare «rappresentazioni mitiche della Resistenza e del movimento partigiano» dichiarando «rilevantissima è la componente dei militari per il moto di liberazione, la riconquista della libertà e dell’indipendenza».

La prima Resistenza avvenne a Cefalonia ed a Corfù «luoghi-simbolo di eroico senso dell’onore e del coraggio degli uomini con le stellette», ove la Divisione Acqui ed il I Battaglione della Guardia di Finanza, tutti militari, meritarono la medaglia d’oro al valor militare.

Parteciparono alla Resistenza sia reparti militari regolari, sia i nuovi reparti che costituirono il Corpo italiano di Liberazione, sia i numerosi ufficiali, sottufficiali e militari semplici che vestirono l’uniforme dei partigiani, divenendo essenziali per l’addestramento e l’organizzazione, non solo perché costituivano la maggioranza numerica nelle formazioni, ma anche, spesso, per la loro valenza tecnica e le doti personali intrinseche, e non poteva essere diversamente, in quanto in grado di esprimere capacità tattiche ed anche strategiche data la loro specifica preparazione.

Per restare a Parma, tutti conoscono il comandante Pablo, ovvero Giacomo di Crollalanza, ma pochi sanno che era militare e che da tenente dell’Esercito costituì nel nostro Appennino le prime unità partigiane, fino a divenire il comandante di tutte le formazioni Parmensi.

Questo a dimostrazione e conferma che la prima base alla Resistenza dopo l’8 settembre, così come avvenuto in tutta Italia, l’hanno posta i militari.

A Parma è vissuto anche il Generale di corpo d’armata, bersagliere, Giuseppe Scarani, che, pur insignito dal Comando germanico, per atti di valore da lui eseguiti, con la «Croce di Ferro di II Classe sul campo», fu tra i primi ad impegnarsi nella lotta partigiana con il Fronte clandestino della Resistenza, dapprima come “semplice” combattente, poi, come organizzatore della Banda Armata «Giustizia e Libertà» nel territorio bolognese ed, infine, per le eccelse qualità sempre mostrate, capo di stato maggiore del Comando unico dell’Emilia Romagna (CUMER).

Grande esempio di Resistenza la mostrarono gli oltre 600 mila Militari internati in Germania, che nei lager non si sottomisero ai Nazisti, neppure dopo aver assistito al barbaro martirio di quasi 90 mila loro commilitoni.

Moltissimi, come decisione personale, scelsero la Resistenza: eroicamente 2 militari, medaglie d’oro al valor militare, Salvo D’Acquisto, carabiniere, e Vincenzo Giudice, finanziere, si autoaccusarono di 2 diversi attentati, non commessi, sostituendo i concittadini per la fucilazione. Giudice vide morire con lui anche la moglie e la figlia.

Una intera Istituzione militare, invece, è considerata una importante componente partigiana: la Guardia di Finanza, come confermato ufficialmente, tra gli altri, da Ferruccio Parri, partigiano e primo presidente del Consiglio, da Riccardo Lombardi, partigiano Socialista, che scrisse «la Finanza collettivamente partecipò, sin da subito, alla Resistenza».

Leo Valiani, sapendola “partigiana” e che, addirittura, con attacchi finti ed incruenti, riforniva di armi i partigiani, incaricò la Finanza di occupare la Prefettura di Milano, città, quindi, liberata da truppe comandate dal colonnello Alfredo Malgeri, finanziere.

Anche il Tribunale di Guerra dichiarò che «la Finanza si era posta a disposizione della Resistenza». Il 25 Aprile è la Festa Nazionale della Liberazione, e non solo della Resistenza, per cui vanno ricordate e ringraziate tutte le componenti che permisero di sconfiggere il nazi-fascismo.

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