di Salvo Consoli – 20.6.2019
Alla fine tutti d’accordo. Il Ministro propone,
il Governo fa quadrato e il Quirinale approva.
Sono appena passati dieci giorni dalla festa della Marina Militare del 10 giugno che ha ricordato le epiche azioni dei MAS contro la flotta nemica, compiute al comando del Capitano di Corvetta Luigi Rizzo che per la sua eroicità e competenza è giunto al grado di ammiraglio. Oggi la Marina festeggia il nuovo Capo di Stato Maggiore a coronamento della sua carriera rigorosa e costellata di brillanti meriti, mettendo in risalto quelle doti di competenza e di brillantezza che l’hanno contraddistinta.
E’ l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone a essere stato nominato dal consiglio dei ministri su proposta della ministra della Difesa Elisabetta Trenta. L’Ammiraglio a tre stelle viene dal Comando operativo di vertice interforze, organismo del capo di stato maggiore della difesa delle forze armate italiane, che esercita la pianificazione, la coordinazione e la direzione delle Operazioni militari, sulle esercitazioni interforze e multinazionali e tutte le attività ad esse collegate.
Il Comando Operativo di vertice Interforze (COI) nasce come effetto della legge n. 25 del 18 febbraio 1997 di ristrutturazione dei vertici delle Forze Armate che pone il Capo di Stato Maggiore della Difesa in posizione sovraordinata rispetto ai Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate, alle dirette dipendenze del Ministro della Difesa. Un incarico che L’Ammiraglio ha assolto con grande determinazione e con successi, riscuotendo parecchi consensi tra il personale interforze, sia per le sue doti umane che militari e professionali. Assertore dell’importanza del Mediterraneo nell’attuale scacchiere geopolitico sempre più strategico tra le potenze militari, l’Ammiraglio è noto anche come colui che nel rigore sa apprezzare le competenze, affrontare i problemi e trovare le soluzioni.
Un operativo con la O maiuscola che ha comandato il mitico comando degli incursori Comsubin, l’allora ammiraglia portaerei Garibaldi e l’Accademia Navale. Se quindi carriera e meritocrazia sono gli elementi scelti dal Ministero della Difesa, è chiaro che poi le decisioni non possono avere un target diverso. Infatti salvaguardando le legittime aspettative del personale, la Difesa sta innovando il sistema meritocratico nella gerarchia militare, perché da questo dipende la possibilità di individuare gli elementi più meritevoli che effettivamente sono idonei alla promozione per ricoprire incarichi superiori. Si tratta di approntare per altro un metodo basato sulla meritocrazia che non può non passare dal continuo aggiornamento del processo di riordino dei ruoli e delle carriere del personale militare in un contesto di unitarietà del comparto Difesa e Sicurezza.
Oggi la difficile scelta per la Marina è stata operata tra il ventaglio dei candidati d’eccellenza, tra cui l’ammiraglio Paolo Treu, attuale sottocapo di Stato Maggiore e l’ammiraglio Carlo Massagli, consigliere del presidente del Consiglio Giuseppe Conte . Qualche testata aveva incluso tra i candidati anche l’ammiraglio Dario Giacomin attuale Vice Segretario Generale della Difesa/Vice Direttore Nazionale degli Armamenti già distintosi per aver assolto contemporaneamente numerosi incarichi con successo come Capo del 5° Reparto Sommergibili, Capo del 4° Reparto Infrastrutture e Logistica dello Stato Maggiore della Marina, Capo Ufficio Programma Sommergibili della Direzione degli Armamenti Navali.
La nomina all’ultimo minuto sull’Ammiraglio Cavo Dragone sembra però essere destinata a durare nel tempo stante il largo consenso del Quirinale, potrà approdare tra qualche anno verso il vertice dello Stato Maggiore della Difesa potendo cosi guidare la trasformazione interforze del mondo militare tanto ambita dal Dicastero e dal personale.