La NATO (North Atlantic Treaty Organization), organizzazione intergovernativa, nasce ufficialmente il 24 agosto 1949 a seguito della firma del trattato, avvenuta a Washington, il 4 aprile 1949 e della successiva ratifica tra i seguenti Stati: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Gran Bretagna, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo e Stati Uniti (ai quali si aggiunsero per adesione la Grecia e la Turchia nel 1952 e la Rep. Fed. di Germania nel 1955) con lo scopo di assicurare la sicurezza internazionale e il benessere dei rispettivi Paesi. Nel 1982 è stata ammessa la Spagna e, dopo la dissoluzione dei regimi dell’Est europeo sono entrati a far parte della N.A.T.O. Polonia (1999), Repubblica Ceca e l’Ungheria.
Ai suoi esordi la NATO si contrapponeva militarmente al Patto di Varsavia per contrastare la minaccia di un’eventuale invasione dell’Unione Sovietica a danno dei Paesi dell’Europa Occidentale.
Nel preambolo del trattato i 12 Paesi firmatari “riaffermano la loro fede negli scopi e nei principi dello Statuto delle Nazioni Unite e il loro desiderio di vivere in pace con tutti i popoli e con tutti i governi. Si dicono determinati a salvaguardare la libertà dei loro popoli, il loro comune retaggio e la loro civiltà, fondati sui principi della democrazia, sulle libertà individuali e sulla preminenza del diritto. Aspirano a promuovere il benessere e la stabilità nella regione dell’Atlantico settentrionale. Sono decisi a unire i loro sforzi in una difesa collettiva e per la salvaguardia della pace e della sicurezza.”
L’ipotesi di intervento militare era chiaramente espressa nell’articolo 5 del trattato: le Parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse, in Europa o nell’America settentrionale, costituirà un attacco verso tutte, e di conseguenza convengono che se tale attacco dovesse verificarsi, ognuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa individuale o collettiva riconosciuto dall’art.51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate, intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’impiego della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale.
Qualsiasi attacco armato siffatto, e tutte le misure prese in conseguenza di esso, verrà immediatamente segnalato al Consiglio di Sicurezza. Tali misure dovranno essere sospese non appena il Consiglio di Sicurezza avrà adottato le disposizioni necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali.
La N.A.T.O., con il dissolversi del Patto di Varsavia e il continuo mutare del contesto geo-politico internazionale, non è più la stessa, essa ha saputo adeguare struttura e compiti alle nuove sfide e da organizzazione difensiva è divenuta “costruttrice di sicurezza euro-atlantica” capace di proiettare stabilità e sicurezza ovunque ne ricorrano le esigenze, anche attraverso l’uso della forza.
Ma l’Articolo 5 del Trattato di Washington ha continuato a rappresentare il tessuto connettivo dell’Alleanza e, curiosamente, l’applicazione concreta di tale articolo, mai avveratasi durante la Guerra Fredda contro minacce tradizionali, si è materializzata all’inizio del XXI secolo per fronteggiare la minaccia terroristica.
La N.A.T.O. ha rappresentato e lo è ancora il principale riferimento della nostra Difesa Nazionale. In ambito militare, l’Italia ha fornito contributi importanti alle maggiori operazioni della NATO, da quelle in corso da diversi anni in Afghanistan, Kosovo e nel Mediterraneo, passando per quelle concluse – in Bosnia e di contrasto alla pirateria – fino ad arrivare a quelle recenti di lotta al terrorismo internazionale e di Air Policing, assumendo sempre ruoli chiave nelle strutture di comando e militare dell’organizzazione.
Il processo evolutivo non è concluso, le sfide sono continue e le modalità operative sono ben assimilate; la N.A.T.O. è la sola organizzazione internazionale capace di assicurare Pace, Sicurezza e Stabilità.