
Abbiamo assistito alla rappresentazione de “La Gioconda” di Amilcare Ponchielli alla Monnaie di Bruxelles dove resterà fino al 12 febbraio: una versione diretta benissimo, cantata in maniera professionale, calda e partecipata dagli artisti. I personaggi – tutti azzeccati sia nella voce che nella resa fisica – hanno permesso al pubblico di seguire le vicende della sfortunata cantante e del suo amore impossibile, di appassionarsi alla storia e di condividerne aspettative, svolgimento e finale.

Il Maestro Paolo Carignani è preso e coinvolto in prima persona, accompagna l’orchestra per l’intera durata senza cedimenti e rende al massimo la bellezza di certi passaggi. La famosa “Danza delle Ore” non delude: i ballerini sono bravissimi coerentemente all’esecuzione musicale. Un investimento artistico notevole: un doppio cast per tutti e quattro i ruoli principali in una Venezia nella scenografia di Pierre-André Weyts richiamata dall’acqua sul palco che, calpestata e agitata da attori e danzatori, comunica un movimento il cui rumore sembra far parte della musica, costante sottofondo della storia che si dipana.
La lettura machista ridà vita al libretto di Arrigo Boito e ben si sposa con l’ambientazione lagunare, ombrosa e sinistra che si è voluto dare all’insieme. Stefano La Colla è un meraviglioso Enzo Grimaldo, mentre l’insopportabile e odioso Barnaba è reso magnificamente da Franco Vassallo. I diversi duetti, assoli e i momenti del coro sono toccanti ed emozionanti. Una Gioconda da vivere e incontrare in prima persona.
Giovanni Zambito