Interpretando forza, austerità, bellezza e cultura criteri che non ha potuto dimenticare della città fortezza che è La Valletta, resa maestosa ed imponente dai Cavalieri del Sovrano Militare Ordine di Malta. Nel gruppo RPBW riunito dall’architetto, la ditta CFF Filiberti di Bedonia (Parma) ha fatto l’estrazione dei prodotti lapidei usata da secoli che rende Malta così bella e armoniosa, dalle cave dell’isola di Gozo, i quali trasportati in Italia sono stati lavorati e poi collocati nella parte esterna e negli interiori del nuovo Parlamento.
“L’uso di energia e considerazioni ambientali sono stati componenti importanti nella progettazione dell’edificio. Da un lato, la pietra venne utilizzata sulla facciata dell’edificio per ridurre il guadagno di calore solare e per consentire la ventilazione naturale. La pietra è anche efficace come parte dello scambio termico geotermico dell’edificio, con 40 pozzi geotermici scavati in una roccia profonda 140 metri, a 100 metri sotto il livello del mare.” come si legge dal loro resoconto.
Renzo Piano e la sua equipe si aggiungono a tutta una serie di maestranze delle strutture architettoniche, delle mura, manieri, castelli e palazzi che hanno fatto nell’antichità Malta una fortezza inespugnabile.
Dal passato abbiamo molte eredità ed insegnamenti, per quanto riguarda i Cavalieri di san Giovanni che dopo la prima crociata divennero un Ordine religioso cavalleresco cristiano dotato di un proprio statuto, secondo il costume del tempo. Nel 1113 Papa Pasquale II lo rese autonomo e sovrano incorporandolo in un certo senso al Vaticano, con il protettorato della Santa Sede come Sovrano Ordine Militare stabilendosi a Cipro nel 1291, a Rodi nel 1309 e a Malta nel 1530, dopo la loro espulsione da parte delle truppe francesi nel 1798 e molte peripezie finirono con una sede a Roma in Via Condotti, e con la protezione papale, che vale tutt’ora ebbero un riconoscimento ufficiale in tutte le nazioni dove lo Stato del Vaticano è accreditato, quindi sono uno Stato sovrano, con un principe e rappresentanze diplomatiche.
Per dove passarono iniziarono tutta una serie di fortificazioni impiegando maestri muratori, architetti e ingegneri per difendersi e poter attaccare il potere turco-ottomano, Anche oggi a Rodi si possono ammirare i potenti bastioni della Porta di santa Caterina con i rilievi della Vergine, san Giovanni e san Pietro, oltre ai blasoni del re di Francia, dell’Ordine e del Gran Maestro.
Ma fu nella “Fortezza Malta” dove la loro opera più si può ammirare, già nel 1540 l’architetto ed ingegnere militare Antonio Ferramolino da Bergamo fece il progetto per il Forte Sant’Angelo in Birgu e per i due bastioni delle fortificazioni di Mdina e propose la costruzione di un Forte nel Monte Sciberras.
L’ingegnere militare e architetto Francesco Laparelli nato a Cortona, dopo il grande assedio e l’espulsione dal tentativo dei turchi di assoggettare l’isola, nel 1565 a servizio del Gran Maestro Jean Parisot de La Vallette progettò la costruzione della nuova città a forma di graticola e del Forte sant’Elmo. Dopo la sua morte a Creta ad opera della peste, gli succedette il suo assistente Girolamo Cassar.
Nel 1603 il Gran maestro Alof de Wignacourt chiamò l’ingegnere Bontadino dei Botnadini per risolvere il problema dell’acqua in La Valletta che altri non erano riusciti a soluzionare, portò l’acqua fino alla Piazza del Palazzo fatto che fu commemorato come un grande evento. Wignacourt fu colui che invitò Michelangelo Merisi detto il Caravaggio a Malta.
L’ingegnere Pietro Paolo Floriani da Macerata già al servizio del re di Spagna Filippo III fu chiamato nel 1635 dal Gran Maestro Fra Antoine de Paule per la supervisione e il disegno di nuove fortificazioni in La Valletta e per l’occupazione della penisola di Sciberras, le cui nuove fortificazioni divennero la città di Floriana, il suo nome rimase nella memoria della città che gli dedicò anche un monumento.
I cavalieri attraverso i 268 anni che rimasero a Malta si dedicarono a costruire le loro sedi gli “Auberge” delle varie nazionalità che componevano il loro Ordine, palazzi, chiese, strade e fortificazioni fecero e fanno dell’isola un’opera immane di bellezza e stupore. Abbiamo descritto solo un preambolo della presenza di professionisti italici che attraverso i secoli passarono per Malta, ma il flusso ancora non è finito e continuerà per molto tempo.
In quanto alla cultura linguistica in Malta, come un dipartimento del Regno delle due Sicilie sotto la Spagna, si usava una parlata semitica volgare e la lingua di Dante; all’epoca dei cavalieri si parlavano perlomeno 8 lingue nell’isola, che corrispondevano agli “Auberge”, sotto la dominazione inglese. La loro lingua divenne ufficiale, perlomeno nell’amministrazione, ma l’italico – un dialetto proveniente dal latino – restò pur sempre l’anima culturale della popolazione. Bisogna chiarire il termine italico da italiano che è la lingua ufficiale dell’Italia dopo l’unificazione del 1861, prima si parlava l’italico, ogni Stato aveva il suo dialetto/lingua molti con origini dei tempi delle invasioni barbariche e l’italico come lingua comune. Così possiamo dire che tutti i milioni di discendenti di italiani nel mondo che non hanno richiesto od ottenuto la cittadinanza sono italici.
Venceslao Soligo
OdG/ASIB