Il 12 marzo 1918 moriva il Tenente di Vascello Andrea Bafile mentre svolgeva una missione, alla testa dei suoi uomini, nel territorio oltre il Piave occupato dagli austroungarici dopo il doloroso ripiegamento conseguente alla rottura del fronte a Caporetto. Per il suo attaccamento alla Patria e il comportamento tenuto in quella circostanza fu insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Nella proposta di conferimento della medaglia (avanzata il 12 marzo 1918 dal comandante Dentice di Fasso), si legge: «E là, nella oscurità della notte, compì il rito sacro. Senza dire parola, si inginocchiò, raccolse un pugno della nostra terra violata, la portò alle labbra, la riconsacrò alla Patria col suo bacio fervido di figlio dolente dicendo: “E terra nostra, che bisogna riconquistare. E’ santa”».
Dopo la morte il comandante Bafile trovò inizialmente sepoltura nel cimitero di Ca’ Gamba; la salma riesumata il 15 settembre 1923 per volontà della Medaglia d’Oro Raffaele Paolucci fu trasportata a L’Aquila dove giunse la sera del 18 settembre per permettere alla città di rendere omaggio all’eroe nella basilica di Collemaggio. Il mattino successivo la salma fu trasportata in località Bocca di Valle nel chietino e risposta in una grotta scavata nella roccia ad imperituro esempio per i posteri.
Questa la motivazione della Medaglia d’Oro:
“Comandante di un Battaglione di Marinai, mentre preparavasi una operazione sull’estrema bassura del Piave, volle personalmente osare un’arrischiata ricognizione tra i canneti e i pantani della sponda sinistra perché, dallo strappato segreto delle difese nemiche, traesse maggiore sicurezza la sua gente. Tutto vide e frugò, e sventato l’allarme, già trovava riparo, quando notò la mancanza di uno dei suoi Arditi. Rifece allora da solo la via perigliosa per ricercarlo e, scoperto poi dal nemico mentre ripassava il fiume, e fatto segno a vivo fuoco, veniva mortalmente ferito. Guadagnata la sponda destra in gravissime condizioni, conscio della fine imminente, con mirabile forza d’animo e completa lucidità di mente, riferiva anzitutto quanto aveva osservato nella sua ricognizione, e dirigendo ai suoi infiammate parole, atteggiato il volto a lieve sorriso che gli era abituale, si diceva lieto che il suo sacrificio non sarebbe stato vano. E passò sereno qual visse, fulgido esempio delle più elette virtù militari, coronando con gloriosa morte una vita intessuta di luminoso coraggio, di fredda, consapevole e fruttuosa audacia, del più puro eroismo.
Basso Piave, 12 marzo 1918”
Per il centenario della morte di A. Bafile a Monticchio (paese natale) si è costituito un comitato per organizzare una serie di eventi commemorativi.
Celebrazioni previste anche al liceo scientifico dell’Aquila intitolato all’eroe:
Programma liceo scientifico