di Antonio Bini
L’AQUILA – Alla presenza di un ampio e qualificato pubblico è stato presentato nell’Aula magna del Gran Sasso Science Institute dell’Aquila il nuovo libro di Goffredo Palmerini “L’Italia nel cuore – Sensazioni, emozioni, racconti di viaggio”, pubblicato da One Group Edizioni (351 pagine, accompagnate da un rilevante corredo fotografico). Dopo il saluto del rettore, prof. Eugenio Coccia, sono intervenuti Luisa Prayer, docente del Conservatorio “A. Casella” e direttore artistico dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese; Carlo Fonzi, presidente dell’Istituto Abruzzese di Storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea; Carla Rosati, già docente all’Università per Stranieri di Perugia; Francesca Pompa, presidente della casa editrice One Group. L’incontro è stato moderato dal giornalista Angelo De Nicola. Franco Ricci, docente di Arte e Letterature moderne all’Università di Ottawa (Canada), impossibilitato ad intervenire per motivi di salute, ha inviato un interessante contributo scritto in cui ha spiegato la condizione di italo-americano.
Infine ha preso la parola l’autore che, non senza emozione, ha raccontato il suo lungo viaggio intorno al mondo, avviato una decina di anni fa. Un viaggio, ha spiegato, che ha “per radice profonda un valore identitario e comunitario che lega l’Abruzzo dentro a quello fuori i confini, l’Italia verso l’altra Italia nel mondo, a quegli 80 milioni di italiani che amano il nostro Paese più di noi che ci abitiamo”. Si tratta di viaggi reali e rapporti diretti con varie comunità di emigrati italiani che Palmerini ha sviluppato nel corso degli anni fino a costruire una crescente rete di rapporti, divenendo interfaccia e snodo tra numerose comunità, associazioni, gruppi, testate giornalistiche e siti di informazione, nei quali è stato avvertito il comune desiderio di superare, per quanto possibile, le separatezze createsi nel tempo. Un terreno fertile che sembra corrispondere alla visione del grande sociologo Zygmunt Bauman, recentemente scomparso, che in un convegno tenutosi qualche anno fa a Vicenza disse: “Io credo che voi italiani, a differenza di quanto avviene altrove in Europa, non abbiate distrutto le vostre comunità”, riferendosi non solo alle comunità nazionali (cfr. Z. Bauman, Lo spirto e il clic, ed. San Paolo, 2013, p. 29).
Quella portata avanti è da considerare un’opera immensa al servizio delle comunità, iniziata dopo aver acquisito la consapevolezza dello scarso spazio dedicato alle tematiche dell’emigrazione. Oggi è pienamente condivisibile quanto sostenuto dalla prof. Carla Rosati nella Prefazione del libro, quando scrive che sono “ormai tantissime persone che identifica l’Abruzzo proprio con lui (Goffredo Palmerini, ndr). E grazie a lui hanno recuperato memorie, riscoperto luoghi, rincontrato persone”. Un concetto, ribadito anche nel corso della presentazione, che fa riflettere, tenuto conto che al suo gravoso e appassionato impegno fa da parallelo la sostanziale assenza di attività e relazioni sistematiche da parte delle istituzioni regionali, che difficilmente vanno oltre l’episodicità e frammentarietà degli interventi, mentre la conoscenza del fenomeno emigrazione – in costante aggiornamento anche nei flussi in uscita – rimane sempre molto superficiale e incompleta.
“Missione” ha definito l’impegno di Palmerini il prof. Ricci nella conclusione del suo contributo scritto. “La missione di Goffredo Palmerini è centrale e maestra. Dando voce a chi non l’aveva, fa capire a chi non ci ha mai pensato o a chi ha facilmente dimenticato, che esiste un fitto arazzo di personaggi e situazioni, di comunità ed eventi che varcano i confini di quell’Italia brava gente che è rimasta a giocare in casa. Questo suo giornalismo ricco di curiosità e desiderio di conoscenza varca frontiere invisibili, creando un mondo virtuale pulsante di chiarezza e nettezza, al di là del solito reportage colonialistico di osservatore colto, per diventare invece un tramite di colloqui vivaci e di reciproco rispetto. E per questo, da italo-americano con l’Italia nel cuore, non posso che ringraziarlo”. Anche per questi motivi il volume, il settimo della serie, rappresenta un’opera di importante valore sociale e culturale al servizio delle comunità. Che il viaggio continui.