organizzato dall’associazione culturale VERBUMLANDIART
cenacolo internazionale per la creatività espressiva e il dialogo in collaborazione con il
Comune di Galatone
Comune di Gallipoli
Movimento Culturale “Valori e Rinnovamento”
e con il patrocinio della Provincia di Lecce e della Regione Puglia
LECCE – In occasione delle celebrazioni del 500° Anniversario della morte del grande umanista Antonio de Ferrariis (Galatone, 1444 – Lecce, 1517), detto il Galateo, l’Associazione Culturale VerbumlandiArt, in collaborazione con l’Associazione Culturale “Valori e Rinnovamento”, indice la V Edizione del Premio internazionale di Poesia e Prosa “Città del Galateo”, insignito con Medaglia del Presidente della Repubblica, che si inserisce nel Progetto “La Catena della Pace”. La manifestazione ha il patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Lecce, e dei Comuni di Galatone e Gallipoli. Dopo Giovanni Pontano, è forse il Galateo, come scrisse nel ‘50 Giuseppe Saitta (Il pensiero italiano dell’Umanesimo e del Rinascimento), la personalità più ricca e più complessa dell’Umanesimo meridionale, non senza fremiti prerinascimentali; per la versatilità dei suoi interessi e studi, scientifici, letterari, geografici, storici, filosofici. La scadenza per la presentazione delle opere in concorso è fissata al 30 giugno 2017, come da Regolamento del Premio pubblicato sul sito di VerbumlandiArt, il cui link è qui di seguito indicato, mentre la consegna dei Premi ai vincitori è programmata per il 29 settembre 2017. I dettagli dell’evento saranno comunicati successivamente.
http://verbumlandiart.com/premio-internazionale-di-poesia-e-prosa-citta-del-galateo-v-edizione-2017-3/
Antonio de Ferraris nacque a Galatone (Lecce), donde trasse il nome accademico di Galateo, verso la metà del secolo XV dal notaio Pietro e da Giovanna d’Alessandro. Non si conosce con sicurezza l’anno della nascita, anche se una consolidata tradizione critica, ha costantemente indicato il 1444. Rimasto orfano di padre, ricevette i primi rudimenti del sapere dai frati basiliani di Galatone, completando successivamente gli studi nelle scuole umanistiche di Nardò, in quegli anni il maggiore centro culturale del Salento. Studiò con particolare interesse la letteratura greca e latina, la filosofia antica, la geografia e la medicina. Intorno al 1465 si recò a Napoli, dove approfondì gli studi umanistici e si impratichì nell’arte medica alternando, negli anni successivi, frequenti dimore in Puglia a numerosi viaggi nella capitale partenopea, dove le sue arti mediche erano molto apprezzate alla corte aragonese di Ferdinando I. Nel 1494 muore Ferdinando e dopo breve regno di Alfonso II, tornò nella provincia salentina. A Lecce, insieme con pochi amici, istituì l’Accademia Lupiense. Due anni dopo venne richiamato a Napoli da Federico d’Aragona e vi rimase fino al 1501, quando l’infuriare delle guerre franco-spagnole lo costrinse a tornare in Puglia definitivamente. Nel 1503 si spostò a Bari, ospite della contessa Isabella d’Aragona. Insediatisi stabilmente gli Spagnoli nel Regno di Napoli, tentò di riavvicinarsi agli ambienti reali, divenendo anche assertore del potere temporale dei papi. Tornato nel Salento, rimasto vedovo e avviato ormai verso una serena e laboriosa vecchiaia, portò a compimento gli ultimi scritti. Morì a Lecce il 22 novembre del 1517. (Tratto da Treccani.it – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 33 (1987) – Angelo Romano).