Intervento del gen. C.A. Mario Buscemi.
Quando, come accade ormai da molti anni mi è stato comunicato che avrei avuto ancora una volta l’onore di formulare gli auguri natalizi a Lei signor Ministro e a tutta l’assemblea dei presenti,
mi sono chiesto il perché di questa ormai consolidata tradizione.
Le Associazioni d’Arma sono indubbiamente una realtà diffusa e radicata nella nostra società, anche se il correre del tempo rischia di attenuare la loro incisività per il mutare delle condizioni generali che le avevano originate.
E come anche l’inevitabile minor attenzione ad esse dedicata dalle autorità interessate lascia chiaramente intendere.
È d’altra parte chiaro che, fra coloro che sono oggi qui convenuti, non pochi hanno incarichi e responsabilità con un peso funzionale ben maggiore di quello rappresentato dalla nostra presenza.
La complessa problematica che impegna la responsabilità delle Autorità di vertice nei vari settori di competenza potrebbe aver suggerito infatti di dare voce ad altri in questa annuale ricorrenza.
Perché allora siamo chiamati noi a questo intervento?
Esso non può e non deve essere considerato come un’espressione solo simbolica, e nel contempo non può avere quel concreto contenuto programmatico altrimenti auspicabile.
La risposta che mi sono dato è che le Associazioni d’Arma sono quello che, mi si scusi l’approssimazione erudita, può esser considerato il noumeno della nostra realtà militare, oggi cosi espressamente e visibilmente rappresentata da quanti sono presenti in questa occasione.
Al di là, o meglio, al fondo di quello che si manifesta esplicitamente nell’impegno di ogni giorno nelle molteplici attività del mondo della Difesa, nella frastagliata varietà di funzioni in cui ciascuno dei presenti si riconosce
c’è qualcosa che non può essere materializzato in termini di programmi, disposizioni o attuazioni, ma che anima profondamente ed in modo intuitivo il cuore di ogni comportamento, di ogni gesto dell’operare quotidiano, dai vertici all’ultimo gregario, e che ne è l’essenza stessa.
Alla base di tutto il sistema, invisibili, materialmente non esprimibili, ci sono i Valori.
Valori quali l’amor patrio, la dedizione al servizio, l’anteporre i doveri ai diritti – che distinguono un soldato da qualsiasi altro cittadino, per probo e meritevole che possa essere.
Quei Valori che hanno fatto nella storia la grandezza dell’essere soldati, con il sacrificio che questo comporta, sacrificio che fin dal primo giorno della vita militare ci si impegna ad affrontare con consapevole fede e serena determinazione e col quale ci si continua a confrontare non solo in servizio ma nel tempo che segue.
Ebbene, di questi Valori, di questa realtà impalpabile ma intimamente presente nel nostro stesso essere o essere stati soldati, al di là degli eventi di cui si ha quotidiana conoscenza, le Associazioni d’Arma sono indubbiamente espressione genuina e significativa.
E’ proprio questa espressione genuina, questo carattere essenziale ci danno titolo ad essere qui presenti e ad esser chiamati a pronunciare nostro intervento, in un’atmosfera di festività che per qualche momento ci fa dimenticare le incombenze di tutti i giorni per dare spazio ai sentimenti.
Con questo spirito e con l’orgoglio di rappresentare appunto i Valori più alti che ci accomunano e che ci contraddistinguono, le Associazioni d’Arma si sentono onorate di formulare il loro ringraziamento per l’opera svolta nell’anno che si chiude e l’augurio più fervido per il futuro a Lei signor Ministro, – unitamente alle felicitazioni per il rinnovo del Suo alto mandato – nonché alle Autorità presenti e per esse alle Forze Armate tutte.