di Giovanni Zambito
Il Festival itinerante “Kaos” edizione 2016 sta per partire e presto si saprà dove si svolgerà quest’anno. In tre giornate avranno luogo incontri, interviste e ovviamente premiazione delle diverse categorie (narrativa, poesia e racconti). Decisa la rosa dei cinque romanzi finalisti: Zahara di Cetta Brancato (David and Matthaus editore), Isola Emozione di Marilena Monti (Angelo Mazzotta editore), Una pietra dall’aria di Licia Cardillo Di Prima (Dario Flaccovio editore), La figlia imperfetta di Simona Tavella (Carlo Saladino editore) e La stanza dei ricordi di Lia Lo Bue (Algra editore). Abbiamo intervistato la scrittrice e drammaturga Cetta Brancato, autrice di “Zahara” (pagg. 184, € 15,90).
Com’è stata concepito “Zahara”? quante fasi ne hanno caratterizzato la gestazione?
Una gestazione che scivola sulla memoria, porto caro alla cultura siciliana che io rivisito nella convinzione che la memoria spesso occulta il tradimento. Una Sicilia degli anni ’60, l’unica che posso ricordare anche attraverso il racconto di mia nonna a cui ho dedicato il libro e qualche stralcio di ricordo personale. Ho indagato il topos dell’anima più nascosto della mia anima, quello non contamitato dove il sogno e il tradimento albergano nella stessa sede.
Che Sicilia e siciliani vi ritroviamo dentro?
In Zahara c’è la Sicilia che tradisce i figli con la sua capacità di memoria. Personaggi che raccontano del femminile. Un romanzo sulla morte e sul sogno.
A quali immagini, miti, stereotipi ha più o meno coscientemente fatto ricorso?
Il mito del tradimento, della morte e del sogno, tutti temi cari alla cultura siciliana.
Lei è impegnata culturalmente su più fronti: c’è un settore che la rispecchia maggiormente?
La mia ossessione poetica mi spinge sempre a cercare nuove forme espressive. Credo di averle già tutte sperimentate. La drammaturgia, la narrativa, la scrittura cinematografica, la poesia.
Palermo, oggi, a che punto è dal punto di vista culturale e sociale?
Palermo è puttana e dama: bisogna stabilire dove si trova la nostra anima.
Cetta Brancato
Cetta Brancato, scrittrice e drammaturga, vive e lavora a Palermo. È autrice di numerose opere teatrali, rappresentate in molti teatri italiani, ha lavorato con Andrea Camilleri, Antonio Raffaele Addamo, Luciano Melchionna e altri registi, firmando la sceneggiatura di Con gli occhi di un altro, film tratto dalla sua opera dal titolo 19 luglio 1992 (editrice Kalòs di Palermo, prefazione di Andrea Camilleri), data della strage di Via D’Amelio. Nel 2010 il film ha ricevuto una menzione speciale all’I’ve Seen Films per l’originalità della lingua. Ha fondato la rivista trimestrale Suddovest e ha collaborato a diverse riviste e progetti culturali. È socia della Società Siciliana per la Storia Patria. Nel settembre del 2013 è andato in scena al Teatro Massimo di Palermo il suo lavoro L’amore all’inferno. Nel settembre del 2014, in collaborazione con i Cantieri culturali alla Zisa di Palermo, ha curato la mostra fotografica “Pasolini – Matera” sul Vangelo secondo Matteo.