L’Aquila, 27 aprile 2016 – L’articolato programma di restauro, recupero e valorizzazione della cinta delle Mura trecentesche, in via di conclusione da parte del MIBACT – Segretariato regionale per l’Abruzzo, è stato selezionato dalla sezione INU Abruzzo e Molise per rappresentare la ricostruzione del patrimonio culturale aquilano al XXIX Congresso nazionale INU – Istituto Nazionale di Urbanistica (Cagliari, 28-30 aprile 2016).
È un percorso di recupero che sta restituendo alla città un patrimonio unico dal grande valore simbolico e identitario e che procede in stretta sinergia con le attività di tutela curate dalla Soprintendenza Unica Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Aquila e cratere.
Una breve presentazione multimediale con grafici esplicativi del progetto corredati da fotografie delle parti recentemente concluse, arricchite dalla scenografica illuminazione notturna, illustra il risultato visibile di una delle riscoperte più sorprendenti della ricostruzione cittadina.
La cinta muraria aquilana, quasi 5 km di sviluppo lineare, è uno dei pochi esempi di fortificazione trecentesca quasi integralmente conservata. L’attento lavoro di recupero e catalogazione delle pietre crollate con il sisma (o recuperate dagli smontaggi controllati delle parti più compromesse), l’esame ravvicinato delle tecniche costruttive e delle lavorazioni superficiali, il confronto con le piante storiche e gli antichi documenti hanno consentito di individuare inedite configurazioni, a volte ipotizzate a volte del tutto inaspettate, delle mura e delle porte. Il lungo intervento di restauro, consolidamento e valorizzazione della cinta muraria è stato finanziato per 8 milioni di euro con fondi POR-FESR 2007-2013 Asse VI.2.1, assegnati alla Regione Abruzzo e quindi al Comune dell’Aquila, che ha stipulato una convenzione con la ex Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici d’Abruzzo per l’attuazione.
Così le Mura – ultimati i lavori di restauro nel tratto finale di via Tancredi da Pentima – diventeranno presto un tracciato quasi ininterrotto nello skyline dell’Aquila: alte e incombenti nel tratto settentrionale, in ripida discesa verso i settori orientale e occidentale, con antichi accessi alla città, seguendo poi l’andamento dell’altura, fino allo stretto passaggio sul fiume Aterno e alla Rivera, offrendo inediti scorci e suggestive visioni della loro struttura imponente, miracolosamente sopravvissuta a diversi terremoti, che torna ad essere un prezioso elemento costitutivo di una comunità, per la città di domani.