di Antonio Bini
PESCARA – Anche in Abruzzo il mondo del volontariato e più in generale del cosiddetto Terzo Settore – nelle sue variegate espressioni e molteplicità dei settori di intervento – rappresenta una risorsa fondamentale per la regione, ma anche una realtà spesso non riconosciuta per il suo peso sociale, culturale e pure economico, che potrebbe dare ancora molto per qualificare i servizi, migliorare la qualità della vita e favorire lo sviluppo locale. Un mondo operativo che ha i suoi valori e che spesso va avanti lo stesso, anche quando mancano riconoscimenti o una semplice pacca sulle spalle, e che spesso coinvolge pure singoli cittadini attivi non necessariamente all’interno di associazioni.
Una qualificata e numerosa partecipazione ha seguito l’incontro-dibattito sul tema “SHARING ABRUZZO: appunti e proposte per la sussidiarietà territoriale per una nuova gestione del patrimonio culturale e il rilancio del turismo in Abruzzo”, che si è tenuto il 6 febbraio 2016, presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi d’Annunzio di Pescara. Ha introdotto i lavori il dott. Oriano Notarandrea, responsabile dell’Agenzia Promozione Culturale di Pescara, che ha ospitato vari incontri preparatori di rappresentanti di associazioni culturali e di esperti che autonomamente hanno avvertito l’esigenza di confrontarsi. Nel suo intervento Notarandrea ha riconosciuto come fino agli anni si fosse nel tempo costruito un costante dialogo con il mondo associativo, pervenendo anche a percorsi diretti a favorire la comprensione del fenomeno, fornendo alle istituzioni scolastiche e al territorio strumenti di orientamento verso la complessa rete di associazioni. Negli ultimi anni questo approccio è venuto meno, mentre l’impiego delle risorse pubbliche per la cultura è diventato maggiormente discrezionale rispetto al passato.
L’on. Edoardo Patriarca, presidente del Centro Nazionale del Volontariato, ha parlato del “Paese buono”, un paese poco raccontato e poco ascoltato dalla politica, pur contando circa cinque milioni di cittadini-volontari – secondo l’indagine ISTAT. Un fenomeno, quello del terzo settore, che non si ferma di fronte alla crisi che ha investito l’Italia negli ultimi anni. Nel ricordare le sue origini abruzzesi, Patriarca ha sottolineato anche l’esistenza di un “Abruzzo buono”, con i migliori indici rispetto alle regioni del sud e in qualche caso anche di regioni del nord. Una realtà cresciuta anche dopo il terremoto che ha colpito la regione nel 2009. Lo stesso convegno dimostra la vitalità del settore. Deve cambiare l’atteggiamento dello Stato e degli enti locali, in quanto occorre costruire con l’associazionismo un rapporto di collaborazione, secondo i principi di sussidiarietà. “Non ci si può rivolgere al volontariato solo quando c’è un’emergenza”, sottolinea Patriarca. Ma anche il volontariato deve cambiare, operando in rete e migliorando la propria organizzazione. Passando alla legge quadro in discussione in Parlamento, Patriarca ha precisato che le sue finalità sono intanto quelle di definire il terzo settore, per poi individuare meccanismi diretti a semplificare la burocrazia delle associazioni nei suoi rapporti con la pubblica amministrazione e quindi a favorire un regime fiscale agevolato. Sui tempi di approvazione della legge è difficile fare previsioni.
Il prof. Everardo Minardi, docente di sociologia presso l’Università di Teramo, ha sostenuto come anche in Abruzzo esista un enorme “capitale sociale” che però non è sufficientemente riconosciuto. Il docente, autorevole studioso delle dinamiche legate allo sviluppo locale, ha evidenziato le problematiche delle spopolate aree interne e montane dell’Abruzzo, che pure presentano importanti risorse culturali e turistiche che attendono di essere valorizzate. Lo studioso ha sottolineato che soprattutto per la gestione dei c.d. beni comuni: “Stato, regione ed enti locali non ce la potranno mai fare da soli”. In effetti riesce difficile parlare di sviluppo locale, che rimane un obiettivo problematico per quelle località dove non si riescono nemmeno a tenere aperte chiese e palazzi storici segnalati da guide italiane e straniere, dove manca la manutenzione dei sentieri più interessanti, ecc.
Il prof. Pietro Rovigatti, docente di Urbanistica presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi Gabriele d’Annunzio, nel richiamare il concetto di cittadini “custodi dei beni comuni”, ha illustrato il progetto OCA (Osservatorio della Partecipazione e della Cittadinanza Attiva del comune di Pescara), ideato e promosso all’interno del suo corso, con il coinvolgimento di laureati e studenti. Il progetto, in corso di realizzazione, sorge come strumento di partecipazione attiva, informata, al governo del territorio ed è rivolto principalmente a tutti i cittadini che abitano e svolgono la propria attività di vita e di lavoro nel territorio del comune di Pescara e in prospettiva nell’insieme dei comuni dell’area metropolitana di Chieti e Pescara. Diverse informazioni e mappature del territorio sono già presenti e consultabili nel sito del progetto – http://ocapescara.altervista.org
All’incontro erano presenti anche l’assessore regionale al sociale Marinella Sclocco, che nel suo saluto ha espresso apprezzamento per i contenuti sviluppati nel corso del convegno, e il consigliere regionale Domenico Pettinari (M5S). Diversi i rappresentanti delle associazioni intervenuti nell’ampio dibattito seguito alle relazioni. Tra questi non sono mancati appelli affinché si rispettino principi di legalità e di trasparenza nella erogazione dei contributi pubblici per la cultura, materia, come è noto, al centro anche di inchieste della magistratura. Nelle sue conclusioni il moderatore dell’incontro, Danilo Madonna, portavoce dell’associazione M.N.P.C., nel ringraziare relatori e partecipanti ha assicurato che il gruppo di lavoro intende proseguire l’attività avviata pervenendo alla definizione di un “manifesto” per una diversa politica culturale per il terzo settore in Abruzzo.