Qualcosa inizia a muoversi per cercare di stabilizzare la Libia, a noi tanto vicina, da rendere inquieti i nostri sogni.
Dopo gli accordi in Marocco tra i due governi, quello di Tripoli (auto dichiarato) e quello di Tobruk (riconosciuto dalla comunità internazionale) era previsto la nascita di un governo di unità nazionale con Tripoli capitale. Mercoledì 23 dicembre un altro grande passo in avanti con la risoluzione ONU, approvata all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza, che ha riconosciuto l’accordo siglato in Marocco e concede 30 giorni di tempo per la formazione di un governo di unità nazionale.
Tutto questo non è ancora sufficiente per l’avvio di un processo di stabilizzazione politica della Libia, non autorizza una missione di di Pace, ma è importante perché da legittimità alle future richieste di assistenza militare da parte del nuovo “governo di unità nazionale” per combattere l’ISIS e gli altri gruppi terroristici associati che si preparano ad attaccare i pozzi di petrolio d’Ajdabiya.
Negli ambienti diplomatici internazionali avanza insistentemente l’ipotesi di pesanti bombardamenti contro le forze terroristiche attaccate via terra dalle forze libiche, i piani sarebbero già pronti. I barconi carichi di essere umani potranno essere fermati nelle acque territoriali libiche.
L’Italia ha avuto un ruolo importante nel sostenere questa fase diplomatica e sarebbe pronta ad assumere un ruolo guida in una eventuale “Missione di Pace”.
Molto resta ancora da fare, troppi restano gli interlocutori libici per un accordo sincero e duraturo, ma almeno siamo partiti con il piede giusto.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha infatti dichiarato «In un momento in cui il mondo è sotto la minaccia della furia oscurantista del terrorismo, ritengo che l’avvio di un percorso di sviluppo democratico così significativo come quello libico assuma un valore ancora più importante”.