Dopo oltre tre anni di intenso dibattito e tentativi, tutti falliti, di risolvere per via diplomatica la controversia per il rilascio dei due fucilieri di Marina l’Italia ha fatto ricorso all’arbitrato internazionale ed ha chiesto l’intervento del Tribunale Internazionale del Diritto del Mare.
In attesa della costituzione della Corte arbitrale, che deve essere nominata con l’accordo delle parti, e non sarà facile, e della sentenza definitiva su chi abbia giurisdizione (l’Italia o l’India) a giudicare i due militari attraverso i propri Tribunali l’Italia aveva chiesto il rientro immediato in Patria degli stessi come misura provvisoria.
Il Tribunale Internazionale del Diritto del Mare di Amburgo (ordinanza del 24 agosto 2015) ha accolto la richiesta di Costituzione della Corte arbitrale avanzata dagli avvocati italiani per dirimere la controversia, ma ha rigettato la richiesta di misure provvisorie, in attesa della sentenza, di far rientrare in Italia i due militari.
Sembrerebbe una sentenza pilatesca: “un colpo al cerchio ed uno alla botte”.
Il cammino per la decisione del Tribunale arbitrale, come si è detto, non sarà né facile e né breve. Considerata la posizione irremovibile dell’India si preannuncia un dibattito acceso.
Intanto la Corte Suprema indiana ha sospeso tutti i procedimenti giudiziari in atto sui due Marò ed ha fissato una nuova udienza il 13 gennaio 2016, due giorni prima della scadenza del permesso di sei mesi concesso a Massimiliano La Torre per motivi di saluti. Salvatore Girone resta in India.
Esprimiamo ancora una volta pieno sostegno ai nostri due fucilieri di Marina e ricordiamo che non erano dei clandestini che viaggiavano sulla Enrica Lexie, ma militari che tentavano di far rispettare la consegna ricevuta.