La Fifa? È cosa loro!

3 Giugno 2015
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Gentile Sig. Direttore, mi permetto inviarle l’intervento del nostro vice direttore, Dott. Canio Trione, che riflette la nostra linea editoriale in merito agli ultimi avvenimenti sportivi e politici.

Credo sia giunto il momento di unirci per dire la nostra ad alta voce a tutti.

Spero di ricevere il Suo pensiero in merito  quanto riportato.

Con la circostanza, la prego di voler disporre il sotto indicato c.s.

Antonio Peragine

 

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La Fifa? È cosa loro!

 Le testate che passano per essere le più importanti si accaniscono sul tema della riconferma di Blatter all’ indomani del terremoto giudiziario nella Fifa. Sono gli stessi che si appassionano sulla riconferma o meno dei vari Berlusconi, e capi e capetti politici. Per questi giornalisti non conta altro che il controllo e la occupazione delle poltrone. Una specie di voyerismo applicato alla gestione del potere. E’ quanto riporta il CorrierePL.it nel suo editoriale di oggi.

 In realtà la concentrazione estrema di danari e decisioni ha allontanato i vertici dalla realtà. Nel calcio, come in ogni sport ad alto tasso di mercificazione, gli affezionati sono sempre meno sportivi e sempre più appartenenti ad un gruppo; se i danari condizionano i vertici, la violenza e l’estremismo imperano tra i tifosi. Mentre il merito sportivo (che una volta si condensava nella formula “vinca il migliore”) svanisce miseramente, i soldi imperano indisturbati ed impongono le loro regole. Il calcio che, come icona del nostro tempo, ha incarnato decenni fa il periodo dello slancio e dell’impegno, dell’entusiasmo e della fiducia, della lealtà e della partecipazione, oggi incarna questo attuale momento fatto di interessi deviati e di appartenenza, di potere e di decadenza.

 La decomposizione di ogni aspetto del potere è la stessa in politica e nella finanza, nel calcio come nel ciclismo o nelle Olimpiadi o nella formula uno. La concentrazione di danari corrompe chiunque e prepara la fine del sistema. A ben guardare il sistema occidentale, quello che ha creato meraviglie incredibili, quello che premiava le idee e la parola data, quello che si fondava sulla perseveranza e sul lavoro, è finito da tempo; è finito da quando fare il vigile è meglio che fare il negoziante; è finito da quando fare soldi con la finanza è meglio che produrre e vendere cose; è finito da quando i grandi imprenditori come i piccoli preferiscono la politica all’impresa; è finito da quando le Università insegnano politiche economiche talmente sballate che se applicate veramente uccidono una intera nazione in pochi mesi; è finito da quando l’informazione è in mano agli stessi che controllano tutto il resto;… il sistema occidentale è finito da quando un burocrate ha il potere di non farti lavorare o di toglierti tutto quello che hai; da quando le tasse si applicano alla proprietà e al consumo e non al reddito.

 Quindi la questione Fifa, che è emersa grazie ad un tardivo lavoro delle polizie più blasonate del mondo, non è certo una questione solo sportiva o di giustizia. È il normale coronamento di stadi condizionati dai violenti, di economie controllate da chi non ha mai fatto nulla e di Istituzioni pubbliche occupate da organizzazioni ignare dell’interesse pubblico. La gente per bene non va più allo stadio da tempo per non essere coinvolta in questioni che gli sono estranee e perché ormai cosciente che le partite si decidono altrove. Quella stessa gente non va a votare e ritira i soldi dalle banche che sa non essere più un posto sicuro.

 Noi diciamo che evitare questi malavitosi che occupano tutto ciò che conta, è una sana reazione; e quindi è comprensibile che non si vada a votare o non si vada allo stadio o non si investa più o non si spenda una lira a nessuna condizione;  ma noi diciamo anche che insistendo per questa via si finisce con il lasciare il potere a questi malavitosi e si consente che l’attuale fase di vuoto etico, vuoto morale e vuoto politico sancisca il definitivo affidamento della nostra vita e quella dei nostri figli a questi criminali. Vale la pena di risvegliarsi e ricordarci che loro sono nel torto, mentre nel giusto siamo noi! E quindi sono loro che si devono nascondere non noi! Rialziamo le testa fino a che siamo in tempo.

 

Canio Trione 

Vice Direttore

redazione@corrierepl.it

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