Il luglio caldo del Mediterraneo da Maratona all’Egira
e la fine della sinistra allo champagne
2014 – verso una vera pace tra Israele e Palestinesi
L’attacco con razzi su Israele da parte di Hamas (che ha provocato la guerra di luglio 2014), non è un “missile a ciel sereno” ma il rituale gesto che tende a ricordare – a chi è in grado di tenere conto delle “ricorrenze” – che dall’anno 622 in luglio ricorre l’Egira, ovvero l’emigrazione dei seguaci di Maometto verso nuove terre da occupare, se necessario, con la violenza e non “chiedendo asilo”. Dopo l’assedio di Bratislava alle porte di Vienna nel 1529, l’ultima vera battaglia per fermare l’avanzata arabo-ottomana è stata quella del 1° agosto 1664 sul fiume Raab -cosiddetta “Battaglia del San Gottardo” -vinta dal modenese (di Pavullo) Raffaele Montecuccoli, in nome dell’Impero, ancora in parte “sacro” e marginalmente “romano”.
E’ sempre ingiusto e spesso fuorviante collegare le vicende politiche a quelle religiose: come ebbe occasione di affermare un leader dell’ex PCI in chiusura del secolo scorso (ma gliel’hanno fatta pagare) ognuno di noi “ha qualcosa nel proprio passato di cui andare orgoglioso e qualcosa di cui vergognarsi”. Il primo vero scontro tra i due mondi, avvenne a Maratona nel 490 avanti Cristo, quando Maometto non era ancora nato. E’ tuttavia evidente come ai vari califfati che si sono arrogati la “guida” spirituale e politica, non sia mai mancato il sostegno dei “nemici interni” dell’Occidente, soprattutto dell’Italia pre e postunitaria: dal tentativo di sbarco ad Ostia e di incursione su San Pietro, all’emanazione del “Manifesto della Razza” da parte di Mussolini (il quale, il 20 marzo 1937, aveva innalzato la “spada dell’Islam” dopo essere stato proclamato “Protettore dell’Islam”), alla solidarietà – in loco, in Libia – di un quasi Primo Ministro ai Fratelli Musulmani della medesima fazione che assassinò Sadat, reo (benché musulmano) di aver promosso e firmato la pace con Israele. Il “Manifesto della Razza” Mussolini lo fece pubblicare, nel 1938, il 15 luglio in onore dell’Egira, per ingraziarsi il Mondo Arabo in funzione anti-inglese.
La pagina più nera sull’antisemitismo, Italia e Francia la scrivono nel 1942-43. Il 16 luglio 1942 a Parigi migliaia di poliziotti francesi arrestarono più di 13.000 Ebrei, di cui 3000 fra invalidi, donne incinta e bambini. In attesa di essere deportati dai tedeschi, gli ebrei vennero rinchiusi dai francesi, senza cibo né acqua, al “Velodromo d’Inverno”. L’operazione rientrava in un accordo tra il leader socialista Pierre Laval ed i nazisti. In Italia i nazisti dovettero prima arrestare oltre cinquecento Carabinieri (7 ottobre 1943 a Roma, quindi deportati in Germania sostando a Bologna alle “Caserme rosse”) per poter effettuare la retata degli Ebrei il 16 ottobre 1943 senza alcuna reazione della popolazione salvo rare eccezioni individuali.
Il 28 luglio del 1943 il Governo Badoglio aveva sciolto il PNF sull’onda della pressione esercitata dallo sbarco Alleato in Sicilia il 10 luglio e dal bombardamento a Roma San Lorenzo il 19 luglio. Ma il Maresciallo Badoglio (uno dei pochi leader italiani, con Veltroni e Bersani, a non essere stato ricevuto dai Presidente USA dell’epoca) “dimentica” di abrogare le “Leggi Razziali” emanate contro gli Ebrei italiani. L’Italia vi provvederà solo il 24 giugno 1948 con il V Governo De Gasperi su imposizione di Saragat e Tremelloni che si alternavano alla Vice Presidenza del Consiglio in grande amicizia sia con Clement Attlee che con Chaim Weizmann e Ben Gurion. Ma l’atteggiamento di sostanziale ostilità verso gli Ebrei si protrae contro i cittadini di Israele, in questo dopoguerra, con il supporto tecnologico fornito all’Iraq di Saddam ed all’Iran di Khomeini, dimenticando che alle Termopili nel 480 avanti Cristo c’erano i Persiani a tentare lo “sfondamento” sul fronte occidentale. Quasi duemilacinquecento anni dopo, i “Brigatisti rossi” venivano addestrati nella Bekaa insieme ai terroristi di Gaza. Suggeritori italiani si sono adoperati a supporto della scelta di dove e come attaccare i reparti italiani impegnati da Nassirija in poi senza che alcuna Giurisdizione italiana abbia aperto un “fascicolo” contro ignoti (a differenza della rapida condanna del Marine “barese” che aprì il fuoco – in pieno rispetto delle procedure – quando il Vice Questore dei nostri “Servizi” Nicola Calipari ordinò di forzare il “posto di blocco” per non far vedere agli Americani che stava “riportando a casa” la giornalista Sgrena versando un congruo finanziamento del Governo Berlusconi ai suoi amici che sparavano sugli Alleati).
Non meno importante il ruolo degli Italiani nelle Organizzazioni umanitarie che si sono adoperate per la remise en forme dei terroristi feriti, onde consentire loro di riprendere la guerra agli Americani.
A metà degli ultimi cinquant’anni di storia, campeggia la vergognosa pagina italiana (1985) della Motonave Achille Lauro, con l’Ebreo statunitense, paralitico su di una sedia a rotelle, assassinato e gettato in mare. Eppure “tutti gli Ebrei di Londra sono con il Piemonte”, titolava la stampa inglese alla vigilia della guerra con l’Austria che – nel 1859 – portò alla liberazione di gran parte del Nord-Italia ed all’annessione dei Ducati di Modena e Parma con le Romagne. Furono i Carabinieri, su ordine di Cavour, ad abbattere i cancelli dei ghetti nei quali venivano rinchiusi gli Ebrei. Rimane attuale, il giudizio del Priore dei canonici di S. Agostino dopo il passaggio * dei tedeschi (lanzichenecchi) nel 1527 a Roma: “i tedeschi furono cattivi, peggiori gli italiani, pessimi gli spagnoli” **.
In questo luglio è andata peggio del solito ai complici italiani del “fascismo islamista”, come l’ha definito il Democratico Obama: Corradino Mineo non è più alla direzione di Rainews24 della terza Rete ed anche in Parlamento non “capta” più; i due grandi disertori israeliani Gad & Furio paiono aver esaurito l’inchiostro ed hanno scarsa audience. La maggior parte degli attuali Palestinesi, non vede l’ora di liberarsi dei cunicoli di Hamas sotto le proprie case e delle basi terroristiche installate sotto gli asili e gli ospedali. I piagnistei dei sessantottini attempati e dei lori successori (la sinistra allo champagne, come la definiscono i Labouristi Inglesi o la gauche caviar come la chiamano i Francesi) ha esaurito la sue cartucce.
Danilo De Masi
*) Il passaggio dei tedeschi (lanzichenecchi) il 6 maggio 1527, venne consegnato alla Storia come “Il sacco di Roma”
**) Il Priore dei canonici di S. Agostino, in Vaticano con Papa Clemente VII° (Giulio dei Medici), così scrisse dopo il saccheggio: “Malifuere Germani, pejores Itali, Hispani vero pessimi“. Il Papa dovette successivamente pagare un forte “riscatto” nel quale venne inclusa la cessione della Città di Modena (Il Ducato Estense – allora con capitale Ferrara -era in parte di “investitura” papale ed in parte Imperiale).