Cadenzare i tempi della nostra vita, sia nell’ambito personale che in quello privato della famiglia, significa rimarcare il cammino individuale e di gruppo; e, nello stesso tempo, assecondare lo svolgimento della storia nella quale anche noi – chi più, chi meno – ci troviamo ad operare. Anche quelli che non ne prendono coscienza e credono modesta la loro partecipazione.
Una tale consapevolezza ci fa essere comunità di persone: comunità perché, legati come siamo gli uni agli altri da affetti, interessi, valori ideali, obiettivi, abbiamo bisogno in ogni momento degli altri; persone perché tutti indistintamente – mentre viviamo – aspiriamo alla stessa libertà, alla stessa dignità, allo stesso benessere morale e materiale.
La ragione umana, superando gli estremi della vita temporale, ci rappresenta un tempo unico che va oltre la nostra presenza e ben al di là dei nostri giorni, facendoci così “ricostruire il prima e progettare il dopo” in una serie continua di avvenimenti. E anche in questa dimensione, che mentalmente si dilata oltre le nostre vite, continuiamo a sentirci comunità di ideali, di cultura, di tradizioni: popolo in cammino sulle orme di chi ci ha preceduto; e una generazione che opera nel “presente” segnando la strada a chi verrà dopo di noi.
La fede religiosa poi, in particolare la nostra, quella dei Padri che riconosce il CRISTO AL CENTRO DELLA STORIA, alla visione umanitaria della comunità in cammino, aggiunge la dimensione della trascendenza (oltre la vita, oltre la storia, nel profondo della coscienza e verso le vette dell’eternità) proponendoci una visione dell’Assoluto, e il contatto col mistero di Dio.
La Chiesa, madre premurosa, propone all’uomo una nuova conoscenza, educandolo al mistero eterno dell’amore di Dio-padre e indicandogli una destinazione. La condizione precaria dell’uomo fatta di esaltazioni e sofferenze, il cammino di fede del credente, la storia dell’umanità intera, la prospettiva dell’amore del Padre, la colpa del peccato, la riconciliazione e il perdono, simboleggiati nel racconto biblico, trovano concretezza – in quanto realmente vissuti – nella persona di Gesù, il Cristo. La Resurrezione ne è il culmine e il “passaggio”: ed è perciò anche la nostra Pasqua.
Questo è il contenuto di fede che la Chiesa ci fa meditare nella eucaristia quotidiana lungo tutto l’anno liturgico, e specialmente nella settimana santa. Grazie al sacrificio del Dio-figlio il tempo della storia si trasfigura nell’Assoluto di Dio, dando “senso” – inteso come significato e come direzione – alla nostra vita.
Gesù è risorto! E ci ha aperto la strada. Buona Pasqua!
Luigi Casale