Sono passati oltre vent’anni dal 20 aprile 1993, giorno in cui il Vescovo don Tonino Bello diede l’ultimo colpo d’ala su questa terra in direzione del cielo. A distanza di oltre vent’anni dal dies natalis di don Tonino Bello, le impronte dei suoi passi, l’eco delle sue parole e il germogliare della sua semina hanno acquisito ancora più valenza.
Sabato 8 marzo 2014, a Galatone (Lecce), sarò relatore:
– alle ore 10,00, presso l’Aula Magna dell’I.I.S.S. Enrico Medi. Titolo della relazione “Vivere il Coraggio: dialogo con il pianeta Scuola nel nome di don Tonino Bello”;
– alle ore 16,30, pressola Chiesa MariaSS. Assunta. Titolo della relazione “Vivere il Coraggio: dialogo con il pianeta Volontariato nel nome di don Tonino Bello”.
Perché parlo nel nome di don Tonino Bello? Non è facile da spiegare. Viceversa, è per me facilissimo sottoscrivere completamente il pensiero di Edoardo Winspeare su don Tonino Bello:
“Da quando è morto sono accaduti degli avvenimenti che mi hanno guidato alla scoperta della sua figura e quello che mi si è rivelato è un uomo come dovrei essere io, come potremmo essere tutti, credenti e non credenti. La sua vita straordinaria mi ha fatto capire la bellezza della santità quotidiana. Ma il regalo per cui gli sono immensamente grato è l’evidente prova con la sua esistenza che un uomo solo, innamorato dei suoi fratelli umani, può fare la differenza, eccome se la può fare”.
E ancora, per me sarà motivo di grande gioia ripetere a voce alta, in una Scuola e in una Chiesa di Galatone, una meravigliosa esortazione di don Tonino Bello:
“Coltivate i sogni diurni, quelli che si fanno all’alba e che si realizzano. Non sono utopie: sono eutopie. Non sono il non luogo, ma sono il buon luogo, il luogo dove veramente si sperimenta la felicità”.
Francesco Lenoci