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Notizie d’Abruzzo
Il Concorso si terrà a Vasto per l’anno prossimo” è l’annuncio fatto dal sindaco di Vasto, Luciano Lapenna durante la cerimonia di premiazione del Concorso nazionale di poesia in dialetto Vie della memoria – Vittorio Monaco, quest’anno svolta a Sulmona. Sono 20 i finalisti della IVᵃ edizione del Premio bandito dallo Spi Cgil Abruzzo e dal Centro studi e ricerche Vittorio Monaco. Il premio è intitolato all’illustre abruzzese di Pettorano sul Gizio (Aq), compianto, era appassionato di tradizioni popolari e stimato intellettuale e riesce tuttóra a sorprendere in versione poetica, dialettale. Così una vecchia alunna dell’Istituto CommercialeAntonio de Nino di Sulmona, dove Monaco era preside, lo scopre oggi in una veste differente grazie al volumetto, stampato nel 2006 (ed. LiberEtà), che raccoglie in versi un fantastico viaggio di Vittorio Monaco sulle Vie della Memoria. Ben 206 liriche prese in considerazione dalla giuria del Concorso, presieduta da Ottaviano Giannangeli, Presidente onorario e da Marcello Teodonio, Presidente effettivo. I canti premiati in questa edizione sono stati graditi e applauditi dal pubblico dell’Auditorium della SS Annunziata, segno che le valutazioni sono state condivise all’unanimità anche in platea. Riavvolgendo l’immaginaria pellicola di questo poetico incontro pomeridiano con i dialetti italiani, il primo premio viene assegnato a Bruno Zannoni (nella foto di Maria Trozzi), originario di Ferrara, medaglia d’oro per la poesiaPrugress e tradiziòn pungente ricordo della bontà dei campi al passaggio del progresso quando la falce sostituita dalla mietitrebbia segna la fine di antichi sentimenti e non solo per il poeta. Meno sudore, meno fatica, il progresso porta via però i rapporti di amicizia tra le famiglie (traduzione). Da citare anche Ver la speranza, poesia tripartita che in versi affronta la questione dell’immigrazione: da un terra che ci odia a una che non ci vuole. Con un dialetto che non presenta forzature. E’ di Atri (Te) Floredana de Felicibus, medaglia d’argento, per la poesia Le man tu, incantevole fotografia, deliziosaricetta di amore materno, di antiche attenzioni che hanno impastato nei buoni sentimenti i figli di ieri, genitori di oggi. Sulla punta del naso il sapore allegro di vaniglia, il pubblico in sala resta sospeso e in silenzio commosso, immagina la madre tessere parole antiche e le mani che intrecciano l’alba al tramonto. Una pausa, sul finire della lettura del testo, è indispensabile per sistemare una lacrima, prima che cada dalla punta dell’occhio. Arriva invece da Gorizia la terza classificata del concorso, Egle Taverna, con riflessioni e suggestioni dell’infanzia che nella poesia Il Gue, in friulano l’arrotino, dà l’ideadel balbettio senza risposta dell’arrotino con la sua ombra lunga che si staglia al tramonto. Una decina di concorrenti in più partecipano al Premio che quest’anno ha attirato a sé i poeti dialettali di quasi tutte le regioni d’Italia: Abruzzo, (20 partecipanti), Calabria (4), Campania (4), Emilia (8), Friuli (1), Lazio (4), Lombardia (3), Marche (2), Puglia (8), Sicilia (2), Toscana (1), Umbria (1), Veneto (3). Tra le novità, l’istituzione del premio speciale Città di Sulmona, in omaggio alla località che ospita la cerimonia conclusiva dell’edizione 2013 del concorso. Il premio viene assegnato ad Antonio Tommasi, di Climera (Lecce). Sono 4 i segnalati: Arturo Borciani, Scandiano Ca’ de Caroli (Reggio Emilia) Fuori dal tempo, poesia in dialetto reggiano, Emanuele Talone, Montesilvano (Pe) con Terre di Fantasmi.Antonio Miele, Marcianise (Caserta), Andò so nato io insieme poesia e protesta, indiscutibilmente appassionante, perchè l’inno al coraggio si oppone all’oppressione del malaffare e suggerisce ai malavitosi:riprendetevi le manette e ridateci à farina! (il lavoro). La forza nel canto popolare spinge la poesia a farsi strumento di lotta contro la malavita, la camorra, magari per sconfiggerla da punti di vista differenti, infrangendo la tradizione di morte e sconvolgendo l’angustiosa cultura dell’omertà!Elisabetta Antonangeli, Firenze, Le Pupelle, nel ricordo dei fratelli dispettosiche staccavano il collo alle sue bambole nella casa natia di Molina Aterno.
Dalle riflessioni sul concorso dei componenti della giuria si è deciso che dal prossimo bando del Premio di poesia in dialetto “Si può concorrere con un minimo di tre poesie e un massimo di 5 inedite, composte in un qualsiasi dialetto italiano, che utilizzino le più diverse soluzioni metriche, stilistiche e formali, sui temi del lavoro e della storia civile e sociale. La partecipazione al concorso è gratuita”.
Maria Trozzi mtrozzi@libero.it