Per porre fine al conflitto in Siria, su iniziativa russo-americana, è stata promossa una conferenza di pace “Ginevra 2”.
Obiettivo, portare le parti attorno ad un tavolo per negoziare la fine del conflitto.
Il ministro degli Esteri siriano, Walid Mouallem, ha confermato la partecipazione alla conferenza di “Ginevra 2” dichiarando di vedere in essa «buone opportunità» per la soluzione alla crisi.
Intanto il principale gruppo di opposizione ad Assad, la Coalizione Nazionale Siriana, ha chiesto agli Hezbollah libanesi, sostenitori del presidente Assad, di ritirarsi dal conflitto, in particolare di cessare le attività militari a fianco delle truppe governative nell’assalto a Qusayr, conquistata dai ribelli. Tuttavia il leader Hezbollah Hassan Nasrallah ha rivendicato il sostegno al presidente siriano con una retorica ideologica ed estremista per spingere i suoi seguaci a perseverare in una “guerra basata sull’inganno e sulle bugie”, dichiarando che Hezbollah «non può rimanere ferma», ma deve aiutare la Siria perché se il Paese «cade nelle mani dei fanatici religiosi (gli insorti Takfiri) e degli Usa, Israele entrerà in Libano». Asserzioni che potrebbero far dilagare il conflitto a livello regionale.